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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Scenari di un Veneto in noir
Matteo Righetto alla Bassanese descrive una “savana padana”, romanzata ma non troppo, in cui vige la legge del politically scorret
Pubblicato il 19-03-2010
Visto 3.973 volte
Presentazione di un Veneto in noir ieri sera alla Bassanese al terzo appuntamento degli "Incontri senza mistero". L’autore padovano Matteo Righetto, introdotto dallo staff di MilanoNera ed intervistato da Marco Busatta che come lui fa parte del Movimento Sugarpulp www.sugarpulp.it, ha tinteggiato a tinte scure attraverso l’iperbole noir creata nel suo libro “Savana padana” Zona editore, un territorio locale che è cambiato rapidamente negli ultimi anni, e in peggio. Un padovaland che somiglia molto alla Louisiana, romanzato ma rintracciabile nell’immaginario collettivo. Infestata da criminali locali, zingari, mafia cinese, la “savana padana” è piombata in un vortice che risucchia verso il basso, dove gli “animali” che la popolano lottano non per fame, ma per “schei” e dove, come in natura, vince il più forte. E’ il politically scorret che predomina nel libro, un “polenta western” in cui Righetto ha fatto un uso intenzionale e largo del dialetto, affiancandolo alla lingua romanì dei Rom e a dovuti rimandi alla Cina. Nello scorrere delle scene rocambolesche che ritmano la storia emerge quindi tra gli altri anche un personaggio aggiunto fondamentale, che è il territorio. Ma Righetto ricorda che c’è anche “Nane” nel libro, un vecchietto simpatico e poco consapevole degli eventi che gli vorticano intorno che continua ad uscire ad andare al suo bar, memoria sbiadita dell’osteria che ora è regno del crimine e della mafia, e che lo fa perpetuando con la sua presenza un passato che sta scomparendo e di cui si teme non rimarrà traccia sull’asfalto della savana padana. Righetto ha rappresentato con ironia e sguardo sagace una visione di un Veneto del futuro certo poco rassicurante. Alle domande del pubblico che hanno chiesto se la narrazione, il mettere di fronte i lettori a certi scenari futuribili può in qualche modo contribuire a sfatarli Righetto ha risposto di sì, di essere ottimista e di credere in questo ruolo attivo della scrittura. - C’è bisogno di tornare all’epica, alla narrazione oggigiorno, non se ne può più di autori che non fanno che scrivere di se stessi o che si perdono nei meandri nella lirica, i lettori oggi hanno bisogno di sentirsi raccontare delle storie - ha affermato. E’ un insegnante Righetto e al termine dell’incontro si è soffermato sul ruolo importante dell’istruzione: la scure dei tagli che è calata sulla scuola non è una minaccia in noir, è ormai una realtà. Ha fiducia nei giovani e nella loro voglia di leggere, di imparare. Sugarpulp ha avvicinato molti ragazzi alla lettura, è stato invitato recentemente all’EXPO di Padova come un progetto che promuove i libri e riesce a catturare l’interesse dei giovani. Chissà che non riaffiori il sereno tra lo smog della savana padana.

Marco Busatta e Matteo Righetto
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