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Cav-oli amari

Utili Cav per coprire una parte di deficit della SPV. Camani e Montanariello (Pd): “Entrata messa a bilancio senza certezze, manca il via libera della Corte dei Conti. Sul buco dell’opera serve istituire una Commissione d’inchiesta”

Pubblicato il 26-11-2024
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Elena Pavan

Si chiama Cav (scritto anche CAV) ma non è l’onorificenza di un cavaliere del lavoro.
È l’acronimo ovvero la sigla con le iniziali della società Concessioni Autostradali Venete.
È una S.p.A. (partecipata al 50% del capitale dall’ANAS e per il 50 % dalla Regione Veneto) che gestisce sia il passante di Mestre che la tratta Venezia-Padova dell’autostrada A4.

Un tratto della Superstrada Pedemontana Veneta (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

In questi due “segmenti” della rete autostradale del Veneto il traffico gode di buona salute e la Cav ne trae pertanto profitto. Al punto da presentare dei consistenti utili di bilancio: l’utile del bilancio di esercizio 2023, consultabile nella sezione “società trasparente” del sito cavspa.it, si è attestato a 31,8 milioni di euro, oltre 7 milioni in più (per una crescita del + 24,9%) rispetto all’anno precedente.
E i conti della Cav vanno così bene che il CdA ha recentemente deciso di destinare per la prima volta gli utili accantonati al miglioramento delle opere viarie del Veneto.
Ma, Houston, gavemo un problema.
Gli utili di esercizio accantonati della Cav sono infatti destinati a diventare un gigantesco bancomat non per realizzare nuove infrastrutture o implementare quelle già esistenti, ma per coprire una parte del deficit finanziario della Superstrada Pedemontana Veneta.
È quanto ha previsto la giunta regionale in sede di approvazione del disegno di legge che apporta la prima variazione generale al bilancio di previsione 2024-2026.
Una manovra da 37,5 milioni di euro che viene resa appunto possibile dallo svincolo di una quota parte degli utili accantonati da Concessioni Autostradali Venete.
Sulla questione interviene oggi nuovamente il gruppo del Partito Democratico del consiglio regionale del Veneto che mette in guardia sui limiti dell’operazione.
In sintesi, secondo i consiglieri Pd il prelievo degli utili da Cav costituisce “un’entrata messa a bilancio senza certezze”, che solleva “forti dubbi sul rispetto del protocollo” e sulla quale “manca il via libera della Corte dei Conti”.
Inoltre, per il gruppo di opposizione, sui motivi del buco finanziario dell’opera “serve istituire una Commissione d’inchiesta”.
Come dalle dichiarazioni che seguono.

“L’inserimento nella variazione di bilancio regionale dell’entrata derivante dagli utili di Cav per pagare i debiti della Pedemontana viene fatto ancora prima che l’iter autorizzativo sia stato concluso.”
È quanto afferma, in occasione del dibattito sulla variazione di bilancio, la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, assieme al collega dem Jonathan Montanariello.
“Manca ancora infatti - spiegano i due consiglieri - il decreto del Cipess, Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, manca ancora l’approvazione del Cda e della Assemblea dei soci di Cav sulla distribuzione degli utili e manca il parere della Corte dei Conti che deve esprimersi sul nodo relativo al protocollo Regione-Cav nel quale si dice esplicitamente che gli utili possono essere destinati solo per autostrade a pagamento in costruzione e non già in esercizio.”
Quindi Vanessa Camani si rivolge direttamente alla giunta regionale:
“Per convincere Cav e il Ministero delle Infrastrutture a cedere gli utili non avete ammesso di aver sbagliato i conti, ma raccontate che il buco dipende dal Covid-19 e dalle guerre. Rispetto ai veri numeri della Pedemontana grava un’inaccettabile omertà, perché ripetutamente abbiamo chiesto numeri e previsioni. E perché fino a tre mesi fa ci veniva detto di stare tranquilli e che tutto andava bene.”
E aggiunge:
“Non solo: dal presidente Zaia non c’è mai stata la minima ammissione di responsabilità su previsioni errate e sulla convezione-cappio stipulata con il concessionario Sis nel 2017. Spacciata come atto rivoluzionario e come esempio nazionale per virtuosità, ma che invece ha spostato integralmente ogni rischio finanziario in capo alla Regione.”
“Di fronte a questa incompletezza dell’iter riguardante l’inserimento degli utili Cav e di fronte a questo muro di silenzi, ci rifiutiamo di avallare questa operazione di bilancio - concludono Camani e Montanariello -. Anzi, sull’enorme ed anomalo divario tra previsioni e debito reale per l’opera, che per i primi tre anni passa da 45 a 157 milioni, riteniamo sia opportuno che venga istituita una Commissione d’inchiesta. Iniziativa che a questo punto proporremo e metteremo sul tavolo perché quanto sta accadendo è gravissimo e non trova alcun precedente.”
Sulla gestione economico-finanziaria della nostra cara (in tutti i sensi) Superstrada Pedemontana Veneta continuano quindi ad addensarsi i dubbi.
E dallo scenario delineato dal Pd, sembrano essere Cav-oli amari.

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