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Le ecopiazzole di Bassano del Grappa finiscono in Regione. Il consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo: “Il Veneto diverrà una grande ecopiazzola? Il caso Bassano esempio di futuro scongiurabile”

Pubblicato il 20-09-2024
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Elena Pavan

Lui è un Verde e il prefisso “eco” dovrebbe quindi farlo sentire in brodo di giuggiole.
Ecologia, ecosistema, ecosostenibilità, ecosviluppo, ecomuseo, ecoturismo e quant’altro: sono diverse le parole che iniziano con “eco” che possono ben figurare nel vocabolario di pensiero di Renzo Masolo, bassanese, consigliere regionale di Europa Verde.
Ma se la parola in questione è ecopiazzola, le cose cambiano drasticamente.

Striscione di protesta su una transenna di cantiere dell’ecopiazzola in costruzione in quartiere XXV Aprile

Con un comunicato stampa trasmesso alle redazioni, Masolo prende infatti di mira le due ecopiazzole di Etra finanziate con fondi PNRR e in costruzione a Bassano del Grappa in quartiere XXV Aprile e in quartiere San Vito, conferendo loro vasta eco sul piano regionale.
Per allargare poi il tiro sul potere delle società multiutility, come Etra Spa, nei riguardi delle amministrazioni pubbliche “nemmeno quando sei il Comune di maggioranza al loro interno” e nei confronti degli stessi cittadini.
“Il Veneto - si chiede il consigliere di Europa Verde nel titolo del comunicato - diverrà una grande ecopiazzola?”. E poi aggiunge: “Il caso Bassano esempio di futuro scongiurabile.”
“Quella che parrebbe essere una querelle di quartiere si sta rivelando un fatto emblematico - dichiara Masolo nella nota -. Un chiaro esempio di una politica che decide di non decidere. Dalla sera alla mattina i cittadini di due quartieri di Bassano scoprono che la loro area verrà privata di un pezzo consistente di verde pubblico per fare spazio a due ecopiazzole.”
“È naturale che a nessuno piaccia vivere accanto alle ‘scoasse’, ma ciò che disturba è il fatto che le alternative, soprattutto all’interno di aree già cementificate, non mancavano - prosegue -. Poi, a quanto pare, nei progetti che vedono coinvolte le multiutility il coinvolgimento dei cittadini nei meccanismi decisionali si fa effimero quanto una busta di plastica gettata al vento.”
“Invece, pare che alle multi-utility non si possa obiettare nulla, nemmeno quando sei il Comune di maggioranza al suo interno - osserva il consigliere regionale -. Quindi come è possibile sentirsi rappresentati da un sindaco, se questo non sa nemmeno rappresentare gli interessi dei suoi concittadini all’interno di una multi-utility di cui fa parte, tanto che due consiglieri di opposizione e uno di maggioranza si sono dovuti rivolgere di loro iniziativa direttamente all’azienda per interloquire?”.
“Certamente - continua l’esponente di EV -, qualcuno potrebbe obiettare che l’attuale sindaco di Bassano ha ereditato questa grana dalla precedente amministrazione, ma nessuno è così sprovveduto da non cogliere la continuità e la congiuntura tra la amministrazione Finco e quella Pavan. È lo stesso autobus, cambia solo l’autista.”
“Sappiamo che una delle grane più grosse per le multi-utility è quella di riuscire a mantenere l’elevato numero di operatori necessari alla raccolta dei rifiuti, soprattutto nel porta-a-porta. Poiché si tratta di un lavoro usurante, poco attrattivo, ecc. - rileva il rappresentante di Europa Verde -. Inoltre, è sensazione diffusa che, in Italia, i fondi del PNRR siano divenuti un escamotage per fare le cose in fretta e furia col minor coinvolgimento possibile.”
“Se tutto questo basta per trasformare vaste aree (verdi) sempre più spesso in grandi isole chiamate ecopiazzole - conclude Renzo Masolo -, ecco che il Veneto in un decennio rischia di diventare un grande arcipelago di ‘scoasse’, con il beneplacito degli amministratori e la benedizione delle multi-utility. Amen!”
L’articolo è finito, andiamo in pace.

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