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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Stroncato sul nascere

Nicola Finco al consiglio regionale sul programma triennale di politiche per la famiglia: “Da una coppia omosessuale difficilmente nasce qualcosa.” Divampa la polemica ma lui replica: “Si parlava di natalità, è stata solo una constatazione biologica”

Pubblicato il 27-07-2022
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“Da una coppia omosessuale difficilmente nasce qualcosa.”
Apriti cielo. Chi ha pronunciato queste parole è stato il vicepresidente leghista del consiglio regionale Nicola Finco, in sede di discussione nell’aula di Palazzo Ferro-Fini a Venezia sul primo programma triennale della Regione di politiche per la famiglia e la natalità: un intervento, con una dotazione finanziaria di oltre 28 milioni per il primo anno, che è stato poi approvato dall’assemblea regionale.
L’affermazione di Finco, che presiedeva la seduta consiliare, è scaturita a seguito di alcune osservazioni delle minoranze sul concetto di famiglia, dopo che il capogruppo della Lega Giuseppe Pan in sede di discussione aveva spezzato una lancia a favore della famiglia tradizionale. E la stessa affermazione - estrapolata dal contesto - è rimbalzata su varie testate giornalistiche online regionali e nazionali e sul portale di informazione gay.it.

Fonte immagine: Facebook / Nicola Finco

Le parole del vicepresidente del consiglio regionale hanno suscitato la polemica reazione della consigliera regionale Elena Ostanel, di Il Veneto che Vogliamo, che in una nota le ha definite “parole inaccettabili, soprattutto da chi dovrebbe aver il ruolo di presiedere il consiglio in maniera super partes”. “Oggi in consiglio passava il programma degli interventi a favore della famiglia - continua la consigliera -. Più volte però ho ribadito come sia necessario parlare di famiglie, al plurale, e diversi miei emendamenti sono stati approvati. “Non solo infatti abbiamo assistito a un pessimo intervento del consigliere leghista Pan - conclude Elena Ostanel -, ma anche lo stesso oggi presidente Finco, richiamando un intervento di minoranza, si è lasciato andare alle più becere affermazioni. Un comportamento e un'uscita inaccettabile.”
Dall’altra campana, tuttavia, emerge la circostanza che la frase dell’esponente leghista bassanese sia stata pronunciata non per esprimere discutibili discriminazioni di genere, in una fase del dibattito in cui le minoranze avevano posto l’attenzione sulle famiglie Lgbt,
bensì per inquadrare la tematica distintiva del piano triennale, incentrata sul sostegno alla natalità.
“Capisco che in un clima elettorale si voglia sollevare a tutti i costi la polemica - replica infatti Nicola Finco con un comunicato trasmesso in redazione -, ma sinceramente non vedo il motivo di attaccarmi per una semplice frase pronunciata oggi nel corso della seduta consiliare, tra l’altro detta proprio per smorzare le polemiche e ricondurre la discussione sul tema all’ordine del giorno, vale a dire il programma triennale per la famiglia.”
E aggiunge: “Si parlava di natalità, e dal puro senso biologico da una coppia omosessuale non può nascere un figlio.”
“Non sono responsabile per quanto capito dalla collega - continua Finco -. Non ho mai criticato le diverse forme di affettività, e sono convinto che ognuno sia libero di vivere secondo le proprie esigenze e la propria natura. Ma il ruolo di chi conduce la seduta di consiglio è anche quello di accertarsi che la discussione non degeneri e non devii dall’argomento in ordine del giorno.” “In quel momento si parlava di natalità e di interventi per incentivare la nascita di bambini - conclude il vicepresidente del consiglio regionale -. La mia era una semplice constatazione oggettiva e biologica per ricordare ai colleghi che non si stava affrontando quell’argomento. Se poi si vuole vedere il male ovunque, la malizia è nelle orecchie di chi ascolta.”
Polemica sul nascere, dunque, stroncata sul nascere. Ma il barometro della politica e dei social fa muovere ancora l’ago verso la bufera.
Mai dire gay: la saga continua.

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