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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Per l’amor del cielo

Lettera aperta alla città della sezione di Bassano del Grappa di Italia Nostra su uno dei punti più sensibili del contesto urbano: “Viale dei Martiri tra cielo e terra, un salotto dell’accoglienza da tutelare”

Pubblicato il 11-07-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Come ormai ben saprete, uno dei miei princìpi giornalistici per Bassanonet è: comunicato stampa lungo, preambolo breve.
Sarò pertanto telegrafico. Con una lettera aperta alla città trasmessa in redazione e che pubblichiamo di seguito, la sezione di Bassano del Grappa dell’associazione Italia Nostra interviene sul tema di viale dei Martiri, uno dei punti di più sensibili del contesto urbano, al centro di questioni ancora aperte come il progetto dell’impianto di risalita sulla riva erbosa in corrispondenza del Teatro Astra, che secondo l’associazione per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale andrebbe invece destinato al ruolo di un “Salotto dell’accoglienza” da tutelare e valorizzare:

Foto Alessandro Tich

Lettera aperta alla città:

Viale dei Martiri tra cielo e terra,
un salotto dell’accoglienza da tutelare!


In questi giorni si è parlato molto e giustamente della ricorrenza dell’anniversario del riconoscimento del Ponte Vecchio di Bassano a “monumento nazionale”, e forse per le sue caratteristiche iconiche tutta l’area ricompresa tra i due ponti e le due sponde, e a nord e a sud dei ponti, potrebbe e dovrebbe avere un riconoscimento ben più ampio (Unesco?) dell’ambito di rispetto e tutela diretta e indiretta di cui all’art. 45 del D.Lgs 42/2004 istituito nel 2017.
In questi mesi si sono messi sul tavolo delle “grandi opere” (quelle per cui si vuole lasciare un segno!) delle proposte senza alcun pensiero unitario ed organico su un'area estremamente delicata come quella del complesso urbanistico, architettonico e paesaggistico accanto a Viale dei Martiri e al centro storico: Porta delle Grazie e Chiesetta omonima, Caffè Italia, Teatro Sociale, Viale dei Martiri, Borgo Margnan e Prato S. Caterina, Chiesa di San Rocco.

Correva l’anno 1887 e 320 metri di mura lungo il confine nord del centro storico venivano abbattute in via XX Settembre (Viale dei Martiri): oggi dopo la carta di Gubbio (dichiarazione di principi sulla salvaguardia ed il risanamento dei Centri Storici, 1960) e di Venezia (per il restauro e la conservazione di monumenti e siti, 1964) non ci sogneremmo nemmeno di pensarlo!
Successivamente (e fortunatamente) quarant’anni dopo (1927) venne istituito in quell’area il vincolo di “tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico” (legge 778/2022). Così recita ancora oggi il dispositivo: “Considerato che la città di Bassano Veneto, in provincia di Vicenza, sottoposta in parte alle sanzioni della legge 11 giugno 1922 n. 778, e che ciò urge provvedere affinché le scene panoramiche del luogo di notevole importanza non siano ostruite o, comunque, offese da nuove opere in assoluto contrasto col pieno godimento di esse”;
All’interno del documento ci sono varie parti descritte della città tra cui anche: Zona IV della Via XX Settembre: confinante a ovest: le case Meneghetti e la piazzetta Zaine; a nord: lo spalto e il prato S. Caterina; a est: la torre e la Chiesetta delle Grazie; a sud: le case Danieli, Ragazzoni, Sabbadin, Remondini-Vanzo, Mozzi, Ferrari, il Teatro Sociale ed il Convento della Canossiane”.
Si legge infine “…non potranno esservi eseguite nuove costruzioni, baraccame od altro, né potranno eseguirsi sopraelevazioni od ampliamenti dagli edifici esistenti se prima i relativi progetti, che dovranno essere presentati la competente Soprintendenza all’arte medioevale e moderna di Venezia, non abbiano ottenuto la regolare approvazione di questo Ministero”.

Pochi anni dopo la guerra, la seconda tragica e drammatica per la città, tanto che a conclusione della stessa il 9 ottobre del 1946 veniva conferita la Medaglia d'oro al valor militare con questa motivazione: Fra Brenta e Piave, per i 20 mesi d’occupazione nazista, i suoi volontari della libertà hanno combattuto in epiche gesta di guerra la lotta contro il nemico invasore. La nobile città col territorio del Grappa sacrificava sulle forche 171 giovani vite e immolava 603 suoi figli davanti ai plotoni d’esecuzione, sopportava il martirio di 804 deportati e di 3212 prigionieri e la distruzione di 285 case incendiate. Sanguinante per tanta inumana ferocia, ma non domo, il suo popolo imbracciava le armi assieme ai partigiani e nelle gloriose giornate dal 25 al 29 aprile 1945 fermava il nemico sul Brenta costringendolo alla resa. Esempio purissimo di ardente italianità, confermava ancor una volta, nella guerra di liberazione, col sangue dei suoi figli migliori le eroiche tradizioni di cospirazione e di sacrificio del ‘48 e del ‘66 e le fulgide giornate del ‘17 e del ‘18. Settembre 1943 - aprile 1945.

Successivamente nel dicembre del 1949, veniva inaugurato il nuovo cinema-teatro Astra avendo completamente distrutto il bellissimo interno del Teatro Sociale concepito dall’arch. Bauto secondo il gusto del primo ottocento veneto (infatti ce ne sono molti che si somigliano), ma fortunatamente lasciando intatta la facciata lungo il viale!

Alla fine degli anni ’90 per la prima volta si parla di un Piano Urbano di sviluppo urbano (1996) primo timido tentativo di pensare la città in termini urbanistici globali. E circa 15 anni dopo (2012) viene messo sul tappeto il PMS (piano della mobilità sostenibile) dove a fatica, usando svariati colori sulle tavole, si cerca di dimostrare come necessari progetti faraonici: in entrambi i casi si parla di un percorso “agevolato” tra Prato S.Caterina e Viale dei Martiri.
Sono gli anni in cui si parla ancora di nuove direttrici di traffico per salita Brocchi e del parcheggio nel Brolo “vincolato” di Palazzo Bonaguro, del progetto alternativo per la Superstrada Valsugana e delle famigerate Torri Portoghesi!

Ma sono anche gli anni della restituzione dell’area del Castello e del percorso lungo le mura di Santa Maria in Colle alla città, dell’anastilosi delle mura in Viale delle Fosse, della graduale pedonalizzazione del centro storico e delle ripavimentazioni delle piazze, ma soprattutto della costituzione del Comitato per il recupero del Teatro Sociale Astra.
Così, con questa sensibilità di tutela, è stato fatto nel 2003 dalle associazioni Rotary International e Rotary Castelli il restauro della Porta delle Grazie, ponendo la cura al centro delle loro azioni e restituendo a tutta la comunità un bene di inestimabile valore civico!

Naturalmente soluzioni in astratto più idonee per un corretto inserimento paesaggistico in un luogo così delicato non esistono a priori ma vanno analizzate e approfondite di volta in volta.
Ci vuole certamente “coraggio” nella difesa da aggressioni e manomissioni scellerate delle memorie storiche e paesaggistiche o dei beni comuni in genere.
Corretto e rispettoso, ben ponderato e condiviso, un progetto che non neghi lo stato dei luoghi e la sua memoria”, forse non bastano più. Bisogna invece non aver paura di conoscere e approfondire i luoghi, considerare le gerarchie morfologiche, istituire un abaco ristretto delle procedure di intervento, non serve fare i “modernisti e contemporanei” a tutti costi, ma serve avere una visione unitaria e integrata per il futuro!

Così hanno fatto tre sensibili imprenditori e collaudati operatori commerciali che nel novembre del 2021 hanno indirizzato all’Amministrazione Comunale (proprietaria dei beni) una visionaria proposta: “L’obiettivo del progetto è quello di diventare un punto di riferimento per i bassanesi e tutti coloro che vorranno visitare la nostra città e la nostra terra ricca di potenzialità spesso sconosciute a molti, residenti inclusi. Vorremmo creare un “Salotto dell’accoglienza”, dare il benvenuto con il sorriso e professionalità a chi verrà a Bassano, fornendo assistenza, informazioni, consigli adeguati ad ogni singola esigenza arricchendo il passaggio in città e limitrofi con esperienze, escursioni, visite guidate e molto altro.

Varie e inaccettabili fantasiose proposte prodotte da nuovi segni e nuove tecnologie non possono, in un contesto pluristratificato come quello storico di Bassano, essere considerate a priori come qualificanti per il “riuso” di un pezzo intero della città!
La “tutela” va invece estesa, precisata e riconsiderata alla luce dell’insieme architettonico e paesaggistico comprensivo di tutti i “testimoni” presenti sui luoghi di interesse individuati, fino alla determinazione di assoluta valorizzazione in linea con ciò che recita l’articolo 9 della nostra Costituzione.

ITALIA NOSTRA
Sezione di Bassano del Grappa

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