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Quando una serie è più efficace della realtà
La multinazionale della chimica AkzoNobel, considerato il calo del 20% nell'ambito del mercato delle vernici in polvere, secondo quanto asserito dall'azienda stessa, ha scelto come noto di chiudere lo stabilimento di Romano d'Ezzeleino. Questa la motivazione del tavolo di confronto convocato dall'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan che si è svolto ieri a Venezia, presso Palazzo Grandi Stazioni: il primo tra la Regione Veneto, le parti sociali e aziendali.
Donazzan ha ricordato di avere seguito la prima quanto dolorosa riorganizzazione che AkzoNobel fece nel 2011 proprio nello stabilimento di Romano. “Non è accettabile che a soli due anni da un accordo che portò alla riduzione del personale e ad un taglio significativo dei costi, ora si decida di chiudere, peraltro senza condividere un confronto con i lavoratori - ha affermato l'assessore chiudendo l'incontro -. Gli investimenti fatti, il senso di responsabilità dei lavoratori e del sindacato meritano una scelta diversa. Prima di decidere di chiudere si deve verificare che vi siano gravi ragioni e non solo il minimo calo di produzioni o la mera riduzione della redditività.”
Tra le proposte avanzate durante il confronto vi è l’applicazione del contratto di solidarietà per i lavoratori che, attraverso la riduzione dell’orario di lavoro, permetta di mantenere l’occupazione in uno stabilimento che, oltretutto, rappresenta una realtà produttiva all'avanguardia.
Il prossimo 8 gennaio un altro tavolo di confronto verrà svolto a Roma presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico: “Abbiamo già formalizzato al Ministero - ha detto ancora Donazzan - la richiesta di convocazione dei vertici di Akzo Nobel affinché si verifichino fino in fondo le ragioni per cui lo stabilimento, centrale per le strategie europee, debba essere chiuso.”
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