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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Politica

Te lo do io l’UNESCO

Le minoranze di Bassano anticipano la Lega. Pronta una mozione che impegna il sindaco ad avviare l’iter per la candidatura del Ponte, col centro storico, a Patrimonio dell’Umanità

Pubblicato il 01-11-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Te lo do io l’UNESCO. Come ormai ben sanno i nostri lettori, il sindaco Elena Pavan aveva in mente di dare l’annuncio in anteprima, alla cerimonia di San Bassiano del prossimo 19 gennaio, dell’intenzione dell’amministrazione comunale di avviare il percorso per la candidatura del Ponte di Bassano a Patrimonio dell’Umanità.
Lo ha detto pubblicamente lei stessa alla cerimonia di inaugurazione del Ponte lo scorso 3 ottobre al teatro Tito Gobbi del Castello, costretta dall’uscita improvvisa del governatore Luca Zaia che dal palco inaugurale - “bruciando” involontariamente la sorpresa preparata dal sindaco per la festa del patrono e sull’onda dell’eccitazione per la nomina del Monte Grappa a Riserva della Biosfera MaB UNESCO - aveva pronunciato la frase del giorno: “Perché non tentiamo di fare questo Ponte Patrimonio dell’Umanità? Sapete che ho ormai una certa pratica su queste cose.”
L’aspirazione del tentativo di proiettare il nostro Ponte Vecchio nel prestigioso elenco del World Heritage delle Nazioni Unite era comunque da tempo nell’aria.

Foto Alessandro Tich

Il recente gemellaggio siglato dai due sindaci Pavan e Kordić tra il Ponte di Bassano e il Ponte di Mostar - che è Patrimonio dell’Umanità UNESCO assieme a tutto il centro storico della città capoluogo dell’Erzegovina -, foriero nientemeno che di un possibile futuro gemellaggio istituzionale tra le due città, va infatti proprio in questa direzione.
E considerato che verba volant ma scripta manent, mi riallaccio a un mio vecchio articolo (“Bassano non è Mostar”, pubblicato su Bassanonet il 3 settembre 2017) nel quale ricordavo come il presidente delle Arti per Via Gianni Posocco, ideatore nonché promotore assoluto del progetto di gemellaggio tra i due monumenti sospesi sui rispettivi fiumi, avesse reso nota alla stampa locale la sua proposta “di stringere un gemellaggio ufficiale tra il Ponte di Bassano e il Ponte di Mostar, già tutelato dall'UNESCO, per accelerare il riconoscimento del Ponte degli Alpini a Patrimonio dell'Umanità”.
L’ambizione e l’intenzione covavano pertanto già da tempi non sospetti e i conti dunque tornano. È cambiata solo l’amministrazione comunale di riferimento, che ha fatto proprio il verbo posocchiano, ha fatto gemellare i due Ponti per Via e adesso coltiva il sogno di trasformare il patto con Mostar, in ottica UNESCO, in un trampolino di lancio verso l’infinito e oltre. Ma siccome tra il dire e il fare c’è di mezzo il Brenta, bisogna adesso capire come tradurre le parole e i buoni propositi in atti concreti.

Ed ecco che, quando meno te la aspetti, spunta a tal riguardo un’iniziativa delle minoranze.
Si tratta di una mozione, protocollata per il consiglio comunale di giovedì prossimo 4 novembre, avente ad oggetto “Richiesta riconoscimento Patrimonio UNESCO per Bassano e il suo Ponte Vecchio”. La mozione è sottoscritta dai consiglieri dei gruppi di opposizione in blocco (Bassano Passione Comune, Bassano per Tutti, Gruppo Misto, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle) anche se, scorrendone i contenuti, traspare nettamente il “timbro” dell’ex vicesindaco ed ex assessore ai Lavori Pubblici Roberto Campagnolo.
Il documento trae spunto dal “condivisibile intervento del presidente della Regione Luca Zaia” che alla cerimonia di inaugurazione del Ponte del 3 ottobre scorso “ha promosso l’idea di lavorare per il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità UNESCO per il nostro Ponte Vecchio detto anche degli Alpini”. “Consideriamo questa iniziativa un’opportunità che la nostra Città dovrebbe cercare di cogliere con il massimo coinvolgimento di tutti e nel più breve tempo possibile - afferma il testo -. Con questo spirito i consiglieri comunali che sottoscrivono questa mozione, oltre ad impegnare l’amministrazione in carica, si impegnano e si mettono a disposizione per cercare di raggiungere l’obiettivo.”
Continua la mozione: “Scorrendo l’elenco ufficiale delle realtà territoriali e monumentali riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, in particolare negli ultimi anni, risulta evidente che l'UNESCO tende ormai a riconoscere come Patrimonio dell'Umanità un contesto storico, architettonico e culturale nella sua articolata complessità. Anche a Mostar, recentemente gemellata con la nostra Città, è riconosciuto l'importante titolo al "centro storico con il Ponte”.”
Si tratta, per così dire, del passaggio-chiave delle “istruzioni per l’uso” che nell’occasione vengono gentilmente offerte dalle minoranze all’amministrazione Pavan.

Ed è a questo punto che, a tale riguardo, emergono dei retroscena risalenti all’epoca “campagnoliana” della gestione politica del restauro del Ponte.
“Nel 2015 - rivela infatti la mozione -, quando è stato avviato l’iter per il restauro del Ponte insieme con i professori Carbonara e Modena, l’amministrazione comunale di Bassano aveva esplorato la possibilità del riconoscimento UNESCO insieme con la soprintendenza di Verona, sentendo il dott. Magani e direttamente con il MiBACT attraverso il segretariato generale del Veneto.”
“Non è stato infatti un caso - aggiunge il testo - l'atto del MiBACT definito con il provvedimento che nel mese di maggio del 2017 introduce un vincolo di tutela indiretta ex art 45 d.lgs 42 del 2004, individuando l'area del Ponte e del Castello degli Ezzelini, la cartolina di Bassano universalmente riconosciuta, come un'area degna di tutela ministeriale.”
“La perfetta compenetrazione tra architettura e paesaggio - è un passo della motivazione del vincolo ministeriale - rende necessario salvaguardare con prescrizioni di tutela indiretta ai sensi dell'art. 45 del D.Lgs. n. 42/2004 questa porzione di territorio urbano, che ha conservato pressoché inalterati gli elementi storici caratterizzanti, complementari agli ambiti paesaggistici in cui gli stessi si collocano.” “A tale scopo - specifica ancora l’atto del ministero - vanno garantite e difese le attuali condizioni di conservazione materiale, di visibilità complessiva, di lettura stilistica e storico-artistica delle citate emergenze architettoniche mantenendo nel contempo integro il loro connaturato contesto identitario e storico.”
“Questo vincolo di tutela paesaggistica ha di fatto fermato l’immagine di Bassano in modo che rimanga nei secoli a venire intatta - rimarcano le minoranze -. È un elemento di straordinaria forza e valore che non potrà che essere valorizzato nella richiesta del riconoscimento di questo panorama, con il Ponte e i palazzi che lo circondano, la Brenta, il Castello degli Ezzelini e il Monte Grappa sullo sfondo, unico al mondo, non solo un paesaggio bellissimo ma un luogo ricco di storia, di significati culturali e sociali.”

Ordunque: secondo l’atto consiliare delle opposizioni, il vincolo di tutela sull’area circostante il Ponte, risalente all’epoca della precedente amministrazione, offre su un vassoio d’argento all’amministrazione attuale le condizioni per attivare “il possibile percorso per il riconoscimento UNESCO del Ponte e dell’area del centro storico di Bassano come sopra descritto”.
Per questo motivo la mozione, se approvata, impegnerà il sindaco e la giunta “a mettere in campo risorse, organizzazione ed energie adeguate e straordinarie per attivare tutte le azioni necessarie assieme alla Regione Veneto e a tutti i portatori di interessi, per raggiungere l’obiettivo del riconoscimento della Città di Bassano del Grappa in particolare del suo “Centro storico con il Castello degli Ezzelini, il Brenta e lo storico Ponte vecchio detto degli Alpini” a Patrimonio dell’Umanità UNESCO”.
Dunque le minoranze anticipano la Lega e non solo propongono per prime di attivare l’iter per la prestigiosa candidatura UNESCO del Ponte, allargata al centro storico, ma danno addirittura anche le “dritte” sul come e perché sia possibile farlo.
Vista la dichiarata intenzione del sindaco Pavan, “estorta” prima del tempo dall’intervento di Zaia, di aspirare al percorso per la candidatura, a prima vista dovrebbe trattarsi di una mozione destinata all’approvazione unanime del consiglio comunale. E invece è meglio mettere le mani avanti, nella misura in cui prevarrà il concetto della “paternità politica” dell’operazione. Riusciranno la Lega e i suoi alleati a fare un passo indietro, accettando la proposta che viene lanciata “con mano tesa” dagli avversari politici? Difficile pensarlo, visti anche i precedenti.
Le stesse minoranze avevano proposto di condividere il testo della mozione con la maggioranza, ma la risposta è stata negativa.
E allora: se la mozione sarà approvata, costituirà un inatteso e a suo modo incredibile precedente politico dell’attuale legislatura comunale. Se invece sarà respinta, non farà che rinviare la questione a tempi ancora indefiniti, lasciando il campo libero al sindaco Pavan per poter dare il grande annuncio della sua intenzione alla prossima festa di San Bassiano.

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