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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La direzione da prendere
A proposito dell'intervento della direttrice dei Musei Civici Barbara Guidi per la video-cerimonia di San Bassiano
Pubblicato il 20-01-2021
Visto 4.182 volte
Lo scorso 2 novembre ha preso possesso del suo nuovo ufficio di via Museo in punta di piedi. Non avrebbe del resto potuto fare altrimenti, visto che l'inizio del suo incarico ha coinciso con le chiusure dei musei per la pandemia.
Barbara Guidi, direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa, si è trovata così ad operare dietro le quinte, forzatamente sottotraccia, in attesa che prima o poi si rialzi finalmente il sipario sulla fruizione “fisica” della cultura. Se ne è stata al suo posto e non ha forzato la mano, dovendo anche sicuramente ambientarsi in una città non facile come la nostra e capire le logiche e gli equilibri che governano l'universo civico e culturale in riva al Brenta. Tra le altre cose, appena arrivata a Bassano ha contribuito alle ultime fasi di realizzazione della mostra dedicata ad Orazio Marinali, penalizzata dalle attuali restrizioni di colore arancione.
Il momento storico ha voluto anche che la sua prima vera grande apparizione al pubblico bassanese, e cioè il tradizionale discorso del direttore dei Musei per la cerimonia di San Bassiano, non sia avvenuta sopra il palcoscenico di un teatro davanti a una folta platea di cittadini ma in collegamento video registrato e a distanza, pagando lo scotto di una freddezza tecnologica che non potrà mai sostituire l'atmosfera e il calore di una celebrazione in diretta e soprattutto “in presenza”. Ma visti i tempi che corrono, dobbiamo accontentarci e concentrarci sui contenuti espressi nell'occasione, dal momento che il discorso della direttrice Guidi è stato il modo per conoscere finalmente i suoi programmi e la sua visione e per capire quale direzione intenda prendere. La quale sembra delineare un ritorno alla preminenza della città.

La direttrice Guidi durante il suo intervento in streaming per San Bassiano
“Il ricco patrimonio bassanese - ha annunciato infatti la dottoressa Guidi - sarà al centro di altre future iniziative volte ad approfondire la conoscenza di episodi e temi della ricca storia culturale della città.” Tra queste vi è la mostra che accompagnerà la restituzione alla città del monumento che più di altri ne è il simbolo: Il Ponte Vecchio. Si sta lavorando a un progetto espositivo “che darà conto della secolare storia del Ponte, dalle origini ai giorni nostri, attraverso le tante ricostruzioni di cui è stato protagonista e approfondendo in maniera particolare lo straordinario capitolo rappresentato dal progetto di Andrea Palladio, il tutto attraverso un affasciante percorso composto da disegni originali, libri cinquecenteschi, mappe antiche, dipinti, fotografie e modelli di studio contemporanei.”
Un altro appuntamento imprescindibile nell'agenda della direttrice è rappresentato dalle celebrazioni canoviane che culmineranno nel 2022, quando ricorrerà il bicentenario della morte del grande scultore neoclassico.
“Quello a cui stiamo lavorando - ha anticipato nel suo intervento per la festa del Patrono - è un calendario di iniziative che prenderanno avvio quest’anno con il restauro, la mostra dossier e la relativa pubblicazione dedicata a uno dei suoi capolavori, Ebe, danneggiata dai bombardamenti del 1945, e che culmineranno con una grande mostra incentrata sul fecondo rapporto tra Canova e l’Europa nell’autunno del 2022.” “Una mostra - ha aggiunto - che avrà come fulcro proprio il ricco fondo canoviano bassanese che, essendo composto non solo da opere d’arte ma anche dalla parte più intima e germinale del suo lavoro, come i disegni, i taccuini, le lettere e gli scritti, permetterà di svelare l’opera attraverso l’uomo e l’uomo attraverso l’opera.”
“Un’attenzione particolare infine - ha ancora detto - sarà destinata al Museo, alle collezioni permanenti e agli spazi che le ospitano. Un esempio è l’intervento di rinnovamento dell’impianto illuminotecnico delle sale espositive al piano terra della Galleria civica attuato in occasione della mostra di Marinali e che contiamo di portare avanti quest’anno negli spazi del primo piano.”
Che la Guidi abbia compreso presto e bene come girano le cose a Bassano è dimostrato dall'ampio spazio da lei dedicato alle donazioni al Museo da parte dei privati cittadini, cosa che negli ultimi anni alla cerimonia di San Bassiano non sempre era stata presentata con la dovuta attenzione. Ha ringraziato “tutti i donatori, le associazioni che ne incoraggiano i gesti, oltre che tutti gli amici e i sostenitori del Museo e delle sue attività” e ha riconosciuto l'importanza della munificenza cittadina nei confronti del Museo stesso.
“Anche se è da poco tempo che sono entrata a far parte di questa comunità - ha dichiarato -, ho potuto notare da subito il profondo legame che unisce la città al suo Museo e alle sue raccolte d’arte, di libri, di oggetti e di documenti.” “Questo legame - ha proseguito - si manifesta anche e soprattutto attraverso gesti di grande liberalità quali le donazioni che ormai da quasi due secoli segnano e contraddistiguono la vita del Museo Civico, arricchendolo e facendone il testimone privilegiato della storia di Bassano.”
Parole di rispetto nei confronti della città che dimostrano come Barbara Guidi sia partita con il piede giusto. Le do quindi un'ampia apertura di credito, che spero non deluda.
A lei il non semplice compito, dopo il prolungato periodo da Terra di Nessuno, di dare il suo qualificato apporto affinché la cultura a Bassano concluda la sua fase da oggetto misterioso e torni a risplendere come soggetto protagonista.
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