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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

L'amicizia oltre il virus

Viaggio a Solagna, Comune gemellato con Codogno, “zona rossa” del Coronavirus. Ieri il sindaco Bertoncello si è sentito col collega di Codogno Passerini. “Mi ha detto che la situazione è “orribile”, ma che ne usciranno e ce la faranno”

Pubblicato il 25-02-2020
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Codogno è un nome importante per il Comune di Solagna. Più di un secolo fa, tra il dicembre 1917 e la primavera 1919, in questa località lombarda della odierna Provincia di Lodi la comunità esule di Solagna, vittima del profugato nella Grande Guerra, trovò accoglienza e solidarietà. Ne nacque un rapporto di amicizia che non sarebbe mai tramontato, al punto da portare, il 27 maggio 1979, alla stipula del gemellaggio tra i due Comuni, siglato dai due sindaci dell'epoca Gianluigi Pandolfi di Codogno e Severino Todesco di Solagna. Due lapidi, all'ingresso del municipio di Solagna, perpetuano a futura memoria l'amicizia tra le due comunità.
Una prima lapide, del 1968, a cinquant'anni dalla fine della Grande Guerra, è dedicata dall'amministrazione di Solagna “alla nobile Città di Codogno che con cristiana solidarietà ospitò i nostri profughi”. La seconda, del 2017, nel centenario del profugato, è stata apposta dal sindaco di Codogno Francesco Passerini e ricorda come l'accoglienza nella sua città sia stata ricambiata dai solagnesi “con l'impegno encomiabile del proprio lavoro e della propria collaborazione”, riaffermando “i valori di sincera amicizia e fratellanza che legano le comunità gemellate di Codogno e Solagna”.
Oggi, purtroppo, il nome di Codogno è importante anche per l'Italia intera.

Foto Alessandro Tich

Quella che un secolo fa fu la seconda casa per i profughi solagnesi, oggi è il focolaio primario, ovvero l'epicentro dell'emergenza Coronavirus in Lombardia.
All'Ospedale di Codogno, attualmente isolato e blindato come il resto della “zona rossa”, è stata scoperta la positività al nuovo Coronavirus del cosiddetto “paziente 1”.
Da allora, per giorni e giorni, da Codogno sono incessantemente arrivate e arrivano ancora, amplificate dai media, le notizie di nuovi contagi e le immagini di un'intera comunità messa in quarantena, sulle quali in questa sede non mi soffermo e per le quali vi rimando alle centinaia di articoli e di fotonotizie che sull'emergenza Coronavirus nel Basso Lodigiano stanno intasando la carta stampata, le televisioni e soprattutto il web.
Solagna, inevitabilmente, è particolarmente sensibile all'evolversi della situazione nell'“area focolaio” con cui è gemellata, come mi conferma il sindaco Stefano Bertoncello.

Sindaco Bertoncello, per quanto riguarda i contatti di questi giorni con Codogno cosa ci può dire?
“Ho sentito il sindaco di Codogno Francesco Passerini proprio ieri. Per due-tre giorni ci eravamo mandati solo dei messaggi, ma ieri sono riuscito a sentirlo al telefono. Mi ha detto che la situazione è assolutamente drammatica. Una situazione “orribile”, ha usato proprio questo termine, che non era stata vissuta a Codogno dai tempi della guerra. Perché non è solo Codogno, ma ci sono una serie di paesi del circondario, per circa 50.000 abitanti, completamente chiusi. Quindi è una situazione inverosimile. Una persona fa fatica, quando esce per il paese, a pensare che sia reale quello che sta succedendo. Paesi deserti, con la gente terrorizzata. Comunque lo spirito c'è e Francesco mi ha detto che ce la faranno, che ne usciranno e che appena tutto ciò sarà finito faremo una grande festa e ci troveremo a Codogno o a Solagna per festeggiare insieme. Poi mi ha chiesto naturalmente di salutare tutti i solagnesi, di abbracciarli, mi ha anche un po' commosso. Il gemellaggio è veramente una cosa sentita in questi tempi, poi quando succedono queste cose, son quelle cose che ti avvicinano ancora di più. Io gli ho portato ovviamente il saluto e l'affetto di Solagna, e per quanto può valere in questi giorni anche l'aiuto pratico se nel caso potessimo fare qualcosa. Ma è ovvio che adesso nulla possiamo fare, però pensare a qualcosa magari per l'estate...”

Infatti, adesso non si può fare assolutamente niente. Ma cosa si potrà fare, da Solagna, quando ciò sarà possibile?
“Questo ancora non lo so. Però ho pensato che noi rispetto a loro, che abitano in una grande pianura, abbiamo anche della montagna. Quindi sarebbe bello magari riuscire a portare qui da noi qualche anziano, dopo questo periodo di stress a livelli altissimi, per fargli passare qualche giorno in montagna, quando lì da loro è molto caldo e afoso. Noi abbiamo una colonia, abbiamo la canonica che ha delle camere e ha una cucina, eccetera. Potremmo anche pensare di ospitare qualche famiglia che deciderà il loro Comune, in modo da fargli trascorrere qualche giorno in tranquillità. Insomma, qualcosa che adesso cercheremo di capire. Loro avranno delle esigenze, avranno qualcosa da chiederci...”

Ma quando il nome di Codogno è “esploso” su tutti i giornali e in tutte le Tv, la prima cosa che ha pensato lei qual è stata?
“Di chiamare Francesco. Ma non sono riuscito a parlarci perché presumo che avesse ovviamente tutt'altri problemi. E quindi gli ho mandato una serie di messaggi ai quali mi ha risposto il giorno dopo, tranquillizzandomi un po', dicendomi che la situazione è quella che è e che ci saremmo sentiti nei giorni successivi. Siamo riusciti a sentirci qualche giorno dopo, però il primo pensiero è stato quello di cercare di mettermi in contatto con il sindaco proprio per fargli sentire questa vicinanza. Ripeto: non che praticamente, ovviamente, gli servisse a qualcosa, ma almeno dal punto di vista morale capire che gli eravamo vicini.”

Dal punto di vista invece delle misure prese nel Veneto e in questo territorio, qui a Solagna in particolare che cosa è stato deciso?
“Noi ci siamo attenuti all'ordinanza della Regione e quindi abbiamo chiuso, come scritto nel provvedimento, i luoghi come palestre, scuole, tutte le attività sportive. Abbiamo chiuso anche le visite alla Casa di Riposo, anche se non era previsto da quell'ordinanza. Assieme alla direttrice della Casa di Riposo, la dottoressa Domenica Todesco, abbiamo deciso di essere un po' più restrittivi con gli anziani perché sono l'anello debole di questa faccenda.
Sentiamo che quelli, poverini, che alla fin fine ci lasciano la vita sono in linea di massima anziani o con patologie particolari, ancora. È stato deciso di chiudere tutte le visite alla Casa di Riposo, a meno che la direzione non consentisse qualche visita per problematiche particolari.”

Tenendo anche conto del gemellaggio con Codogno... Per un sindaco che ha già tante cose da pensare, ma comunque cose gestibili, doversi all'improvvisamente occupare di questi problemi cosa significa?
“E doversi occupare di questi problemi dopo solo 7-8 mesi che sei sindaco, e lo sei per la prima volta, nel mio caso... È stato più che altro uno stress psicologico, cioè il pensiero di quello che potrebbe accadere. Anche se poi vediamo che materialmente e praticamente tutti ci dicono che questo Coronavirus è solo qualcosa di più delle classiche influenze che tutti gli inverni arrivano. I medici ci dicono che probabilmente morirà più gente di influenza “normale” che non di questa. Però è ovvio che tutto il tam-tam mediatico ti dà una certa agitazione da questo punto di vista. Per fortuna abbiamo dei colleghi sindaci esperti, è stato costituito un gruppo di sindaci molto unito. Ci sentiamo spesso, abbiamo delle chat, quindi il sindaco non è più una persona sola che deve decidere per il suo paese sperando di far bene. Prendi delle decisioni assieme ad altri Comuni e nel nostro caso io ho ascoltato ovviamente anche i pareri e i consigli dei sindaci che da anni hanno più esperienza. Speriamo di aver fatto bene.”

Tornando, per finire, al tema iniziale: la gente di Solagna, la sua gente, quanto secondo lei partecipa ai problemi della gente gemellata di Codogno?
“Io penso parecchio, perché il gemellaggio con Codogno è sempre stato un gemellaggio attivo. Non ha avuto momenti di stasi, di dimenticanza nei tempi. Io sono sindaco da otto mesi e sono già stato a Codogno a trovare Francesco ai primi di novembre perché sono stato invitato alla loro fiera. Loro l'anno scorso sono venuti qui con una corriera, siamo andati noi, cioè voglio dire: c'è sempre stato uno scambio. Quindi penso che veramente i cittadini di Solagna si sentano gemellati con quelli di Codogno, che ci sia questo affetto, seppure a distanza. Però le manifestazioni che facciamo tra Solagna e Codogno sono sempre molto partecipate. Io ritengo che tutti i cittadini di Solagna, in questo momento, abbiano un pensiero verso i propri “fratelli” di Codogno, non ho dubbi su questo.”

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