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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

Lacrime napulitane

Operazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Bassano: applicata per la prima volta in città la normativa che prevede la confisca dei beni dei delinquenti abituali. Nel mirino degli investigatori, un pregiudicato originario di Napoli

Pubblicato il 02-03-2013
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Della persona di cui ci occupiamo in questo articolo possiamo darvi solo le iniziali, così come forniteci dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Bassano del Grappa: S.A. Con due soli particolari in aggiunta: è napoletano di origine e domiciliato a Bassano.
Già: perché S.A., benché risulti non essere uno stinco di santo, non è stato arrestato né tantomeno denunciato per uno specifico reato.
Anche se, nel suo passato, emerge una serie di reati contro il patrimonio per i quali è già stato sottoposto ai provvedimenti della autorità inquirenti: truffe agli anziani, furti e tentata estorsione. Un tipo molto poco raccomandabile, insomma. Che a fronte della presunta attività di commerciante non meglio specificata, conduceva una vita da nababbo. Auto di lusso, proprietà immobiliari e centinaia di migliaia di euro investiti in banca.

La conferenza stampa congiunta dei Comandi Compagnia dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Bassano (foto Alessandro Tich)

Francamente troppo, per uno che negli ultimi sette anni ha dichiarato al Fisco una media di 8000 euro all'anno. E che non esitava a girare per le strade del Bassanese con una vistosa e costosissima Mercedes 300 SLC “Ali di gabbiano” (un gingillino da oltre 200mila euro, chiavi in mano) color rosso fiammante. Esibizionista al punto da attirare l'attenzione dei Carabinieri della Compagnia di Bassano del Grappa, comandata dal ten. Mario Rocco, che su quell'alto tenore di vita ostentato dal personaggio già noto agli archivi giudiziari hanno voluto vederci chiaro.
E' così scattata una capillare operazione di verifica sui beni di proprietà del facoltoso partenopeo che a fianco dei militari dell'Arma ha visto impegnata la Compagnia della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa, comandata dal cap. Pietro De Angelis.
L'indagine - come spiega il ten. Rocco - è partita circa cinque mesi fa nell'ambito dei normali controlli del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Bassano nel campo del contrasto ai reati contro il patrimonio.
Gli investigatori del luogotenente Enrico Losavio, a seguito di appostamenti e pedinamenti, si erano accorti che S.A. - iscritto all'Inps come socio senza partita Iva di una ditta di vendita di casalinghi, la quale non aveva dichiarato redditi né volume di affari - poteva permettersi la disponibilità di beni di lusso.
Di fronte all'evidente sproporzione rispetto ai proventi dichiarati, i militari dell'Arma hanno quindi inoltrato la richiesta - accolta dal procuratore della Repubblica di Bassano del Grappa, dott. Carmelo Ruberto - di effettuare accertamenti sullo stato patrimoniale del sospettato.
E' qui che sono entrati in azione i militari delle Fiamme Gialle del cap. De Angelis, che hanno compiuto una paziente e minuziosa attività di setaccio sui movimenti finanziari e sulle disponibilità di patrimonio del pregiudicato.
Le indagini patrimoniali sono state rese possibili dal Decreto Legislativo 159/2011 del Codice Antimafia - applicato per la seconda volta in provincia di Vicenza, e per la prima volta a Bassano - che prevede il sequestro dei beni non giustificati dei delinquenti abituali e la successiva confisca qualora i diretti interessati non riescano a dimostrare l'origine lecita degli introiti e delle proprietà.
“La nuova normativa - spiega il cap. De Angelis nella conferenza stampa convocata al Comando Compagnia Carabinieri di via Emiliani - consente oggi di confiscare i patrimoni derivanti dalle attività dei criminali comuni. Le verifiche possono scattare a due condizioni: l'abitualità a delinquere del soggetto controllato e la sproporzione tra arricchimento oggettivo e reddito dichiarato. Le indagini patrimoniali riguardano il patrimonio, l'attività finanziaria, l'attività economica e il tenore di vita.”
Altro che redditometro: qui non si scherza davvero. E così, i riscontri delle Fiamme Gialle hanno permesso di accertare che S.A. vantava un patrimonio di origine non definita di quasi 1 milione di euro, tra proprietà immobiliari (un appartamento di pregio in Comune di Bassano e due garage, a Bassano e a Cassola), auto di grossa cilindrata (un SUV Bmw X6 e la famosa Mercedes “Ali di gabbiano”) e disponibilità finanziarie (400mila euro in titoli bancari). Niente male per uno che dichiarava redditi medi per circa 600 euro al mese.
La Procura di Bassano ha quindi proposto al Tribunale di Vicenza, competente in materia in quanto sede giudiziaria di capoluogo di provincia, l'istanza di sequestro dei beni sotto indagine, previo contraddittorio con il proprietario come previsto dalla legge. Interrogato nel capoluogo berico, S.A. non ha saputo giustificare l'origine dei proventi che gli hanno permesso di concedersi tanto ben di Dio.
Da qui il provvedimento di sequestro dei beni, che sono stati affidati ad un amministratore giudiziario del Tribunale di Vicenza. Il sequestro è l'anticamera della confisca: i beni sottratti, “Ali di gabbiano” compresa, diventeranno proprietà dello Stato.

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