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“Rinascimento in bianco e nero”: al Museo Civico di Bassano, grazie alla Collezione Remondini, e a Ca’ Rezzonico a Venezia riflettori accesi sui grandi maestri della rivoluzione artistica e mediatica dell’incisione a stampa veneziana
Pubblicato il 02-03-2024
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Avviso ai nostri lettori di fede juventina: “Rinascimento in bianco e nero” non è un proposito di ripartenza-scudetto per il prossimo campionato.
I Vlahović e Chiesa della situazione si chiamano infatti Albrecht Dürer e Andrea Mantegna, due top player dello squadrone di maestri dell’incisione schierati in campo per l’occasione.
Ed è indubbiamente un’arte di Serie A, una Vecchia Signora che merita assoluto rispetto. Come conferma la mostra “Rinascimento in bianco e nero. L’arte dell’incisione a Venezia (1494-1615)”, originale anello di congiunzione tra il Brenta e il Canal Grande.
Giuseppe Scolari, ‘Ecce Homo’, 1592-1607 c.
Il “bianco e nero” è quello delle “felicissime linee nere” dell’incisione veneziana, tracciate con varie tecniche per essere riprodotte sul bianco dei fogli, che diedero vita a quella autentica rivoluzione mediatica che fu la nascita e la diffusione della stampa, fenomeno epocale che investì l’Europa e trasformò Venezia in un autentico crocevia di esperienze artistiche, tra i maggiori del Rinascimento.
Inaugurata ieri e aperta al pubblico fino al prossimo 23 giugno al Museo Civico di Bassano del Grappa, si tratta di un’unica grande mostra divisa in due sedi.
L’altra metà del cielo del “Rinascimento in bianco e nero” è infatti esposta al Museo del Settecento Veneziano a Ca’ Rezzonico a Venezia, dal prossimo 8 marzo e fino al 2 giugno.
Curata da Giovanni Maria Fara e David Landau, tra i maggiori studiosi dell’arte incisoria, la mostra propone oltre 180 capolavori grafici, circa 90 opere per sede.
Al Museo Civico di Bassano si gioca in casa: tutte le opere scelte per l’esposizione bassanese provengono infatti dall’inestimabile collezione di stampe Remondini conservata presso il Museo Civico medesimo, composta da circa 8500 fogli lasciati alla città da Giambattista Remondini nel 1849.
Ca’ Rezzonico a Venezia presenta invece materiale eterogeneo (incisioni, libri e matrici) di diversa provenienza: dalle opere della collezione dei Musei Civici della città a quelle appartenenti ad altre collezioni pubbliche e private.
La mostra in abbinata costituisce inoltre il punto culminante di un importante progetto di studio e soprattutto di restituzione del prezioso patrimonio grafico di entrambi i Musei, col recupero di ben 250 capolavori delle collezioni bassanesi, di cui 87 in esposizione, e di 60 tra le 92 opere in mostra di quelle veneziane.
Un’imponente campagna di restauro resa possibile grazie a un rilevante finanziamento di Save Venice, Inc. con il generoso sostegno, per la sede di Bassano del Grappa, anche di The Versailles Foundation, Inc.
Ed è questa, per la rilevanza dell’operazione, una vera e propria notizia nella notizia.
Diciamo subito che anche per questa mostra - dopo “Io, Canova. Genio Europeo” in Pinacoteca e dopo le varie esposizioni già ospitate in Galleria Civica - ciò che stupisce a prima vista è la qualità dell’allestimento, ormai una costante dell’impronta data agli eventi espositivi dalla direzione di Barbara Guidi.
Per “Rinascimento in bianco e nero” il regista e scenografo Andrea Bernard, che ritorna al Museo di Bassano dopo la mostra del 2021 dedicata a Palladio e al Ponte, ha inventato un’ambientazione a tema fatta di pareti bianche e di pareti nere, suddivise da vetrate opache e felicemente in equilibrio.
Elegante, essenziale, visivamente riposante.
Nei due piani della Galleria Civica si compie così un viaggio cronologico-tematico, articolato in dieci sezioni, che presenta i massimi raggiungimenti dell’arte incisoria rapportati ai temi fondanti dell’arte veneziana del Rinascimento: il paesaggio, i grandi teleri, la pittura narrativa, le figure femminili, le figure dell’antichità.
Oltre ai già citati Dürer e Mantegna (con Gian Marco Cavalli) che compaiono nella prima sala della mostra, si affiancano in esposizione diversi nomi meno noti al grande pubblico ma che accompagnano il visitatore a un vero pozzo di scoperte.
Come ad esempio Nicolò Boldrini e Cornelius Cort, due dei più grandi interpreti di incisione a stampa dei capolavori pittorici di Tiziano.
O come Agostino Carracci, non proprio l’ultimo degli sconosciuti, di cui è esposto un mirabile corpus di incisioni tratte da dipinti del Veronese e di Tintoretto, alcune delle quali capolavori assoluti della calcografia italiana. È il colore che si trasforma in bianco e nero, senza perdere prestigio artistico e valore estetico.
Ma una delle figure più sorprendenti di questo Dream Team dell’incisione veneziana è Giuseppe Scolari, “eccellente disegnatore ed intagliatore di stampe in legno”, artista del tardo ‘500 e primissimo ‘600 con cui si chiude l’itinerario cronologico della mostra. Di lui il Museo Civico di Bassano del Grappa conserva ben sette delle appena nove opere conosciute al mondo.
Il suo Ecce Homo, che conclude il percorso espositivo bassanese, xilografia a bulino su legno di proprietà del Museo a cui il restauro ha restituito la straordinaria forza, è a dir poco stupefacente.
Questo e ovviamente non solo questo è il “Rinascimento in bianco e nero” che rinasce all’attenzione del pubblico a Bassano del Grappa e a Venezia.
Completa il tutto il sontuoso catalogo della doppia mostra, edito da Scripta Edizioni e di oltre 350 pagine, pubblicato sia in lingua italiana che in lingua inglese, con i saggi e le schede curati da un comitato scientifico di caratura internazionale, riunito dai due curatori Fara e Landau.
Ma inquadriamo un attimo lo scenario delle sinergie che hanno reso possibile la realizzazione dell’evento.
La mostra è promossa e organizzata dal Comune e dai Musei Civici di Bassano del Grappa con Fondazione Musei Civici Venezia e Save Venice, Inc., in collaborazione con le due Soprintendenze alle Belle Arti competenti per territorio e col sostegno di Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank e di Fondazione Giuseppe Roi Onlus.
Grazie inoltre al contributo di Fondazione Cariverona, mecenate in Art Bonus, l’esposizione sarà affiancata dal progetto didattico “Visto…si stampi!”, con quattro differenti percorsi di visite animate e laboratori alla scoperta del mondo della stampa al Museo Civico di Bassano: “Nella bottega dello stampatore” (per gli alunni della scuola primaria), “Sotto torchio” (per scuole medie e superiori), “Rinascimento nero su bianco” (visite guidate per gli adulti), “Baci a stampo…e a stampa” (per le famiglie).
In programma anche quattro “Workshop sulla tecnica incisoria della puntasecca”, per tutte le fasce di età, con lo stampatore Giancarlo Busato.
“Questa mostra presenta l’altra faccia del secolo d’oro dell’arte veneta - spiega alla vernice per la stampa la dirigente dell’Area Cultura e Museo del Comune di Bassano Barbara Guidi -. Un secolo d’oro che non ha prodotto solo un Rinascimento veneto a colori, ma anche un Rinascimento veneto in bianco e nero, non meno importante.”
“Questa mostra riesce a fare una sintesi tra le varie missioni che un Museo dovrebbe avere - sottolinea ancora la direttrice Guidi -. Ci sono due sedi in contemporanea per allargare lo sguardo, che sono custodi di due tra le più importanti collezioni di incisioni venete del Rinascimento. C’è stata l’attività di studio e di restauro e c’è l’attività di condivisione, con un progetto didattico che, come è avvenuto con la mostra di Canova, propone un percorso multidisciplinare.”
“Infine c’è anche un’attività di formazione - conclude -. Grazie al contributo di Fondazione Volksbank possiamo sostenere un giovane studioso delle stampe.”
“Abbiamo avuto modo di seguire i restauri delle stampe dei Remondini - afferma la funzionaria della Soprintendenza di Verona Francesca Meneghetti -. I fogli conservati nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe non erano mai stati organicamente restaurati ed è stato un lavoro assolutamente rispettoso dei cartoni originali, supportato anche da un’imponente campagna fotografica.”
Il sindaco Elena Pavan plaude alla “valorizzazione del nostro patrimonio che trova compimento nel recupero di un fondo, rigenerato grazie a un contributo di Save Venice”.
Mentre per l’assessore alla Cultura Giovannella Cabion “l’importante è investire in una comunità e permettere di ammirare i nostri patrimoni, soprattutto se presentati in modo accattivante”.
Un’altra grande proposta d’arte, dunque, che per l'occasione viene declinata totalmente in bianco e nero: opere esposte, catalogo e allestimento.
Dall’Allianz Museum, per quanto io sia interista, per il momento è tutto: a voi la linea.
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