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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

Criminal Minds

Sgominata dai Carabinieri di Bassano un'associazione a delinquere dedita ai sequestri di persona, rapine e furti. Arrestati cinque rumeni. Sventato un sequestro di persona nel Milanese, recuperati centinaia di capi di vestiario di lusso

Pubblicato il 11-12-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Per individuarli, bloccarli e assicurarli alla giustizia c'è voluto un anno di pazienti e minuziose indagini. Ma alla fine i Carabinieri di Bassano del Grappa hanno stretto il cerchio sui malintenzionati e hanno arrestato cinque soggetti, tutti di nazionalità rumena, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata a sequestro di persona, rapina aggravata e furto aggravato. A finire in manette sono stati cinque individui, tutti originari del Paese dell'Est: Stefan Sandel, 38 anni, promotore dell'organizzazione criminosa; Valentin Tomoiaga, 28 anni; Cristi Adrian Cazacu, 28 anni; Sorin Alexandru Tanase, 38 anni e Eduard-Danut Danko, 29 anni. Tutti quanti dimoranti a Milano, fatta eccezione per il Tomoiaga che ha dimora invece a Sorengo, in Svizzera.
È il brillante esito degli sviluppi dell'operazione “Seven Gold” che i militari della Compagnia di via Emiliani, comandata dal cap. Adriano Fabio Castellari, hanno portato a conclusione grazie all'incessante e complesso impegno investigativo dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, comandato dal lgt. Antonio Bellanova.
Il nome dell'operazione trae spunto dall'azienda “Seven Gold” di via Segavecchia a Nove, impresa di confezione di articoli di abbigliamento per marchi di lusso che è stata oggetto di due distinte azioni criminali compiute negli ultimi tre anni.

Il cap. Adriano Fabio Castellari e il lgt. Antonio Bellanova in conferenza stampa (foto Alessandro Tich)

Il primo episodio è del novembre 2015, quando una banda, penetrata nei locali della ditta, aveva messo a segno un ingente furto aggravato, asportando centinaia di capi di vestiario. Il secondo e più grave episodio risale invece a dicembre 2017 quando due dipendenti, sotto la minaccia di armi da fuoco, erano stati legati e rinchiusi in uno stanzino mentre i rapinatori facevano razzia di oltre duemila capi di abbigliamento.
Controvalore complessivo al dettaglio della refurtiva delle due incursioni nella ditta di Nove: un milione di euro circa.
L'abilità dei malviventi era stata tale da lasciare all'inizio pochi appigli alle indagini sul primo furto compiuto alla “Seven Gold”: i diversi elementi raccolti dai Carabinieri nel 2015 non portavano infatti a risultati apprezzabili, rafforzando la consapevolezza di avere a che fare con una banda estremamente organizzata che sapeva molto bene dove e come colpire. Il materiale raccolto dai militari dell'Arma si dimostrava però importantissimo a seguito della rapina con duplice sequestro di persona di un anno fa.
Scattava così una scrupolosa attività di indagine tramite l'esame di oltre 100 sistemi di videosorveglianza, partendo dal luogo del delitto ed allargando sempre di più la zona delle operazioni. La meticolosa caccia al fotogramma ha così consentito di rintracciare i veicoli utilizzati per la rapina di dicembre 2017 e per il trasporto della refurtiva, localizzati nella zona dell'hinterland milanese. Per la precisa individuazione dei criminali veniva pertanto inviato nella zona di Milano un team di investigatori prescelti della Compagnia, che dopo numerose settimane di controlli e appostamenti e di analisi di centinaia di tabulati telefonici sono riusciti a scovare l'identità degli autori del colpo e tutti i particolari delle loro azioni delittuose.
Fino a che, lo scorso 5 dicembre, gli investigatori sono venuti a conoscenza di un fatto imprevisto: i cinque rumeni, assieme ad altri sei loro connazionali, stavano pianificando il sequestro di un facoltoso commerciante della zona di Milano allo scopo di rapinare la sua azienda e la sua abitazione. Il tutto mentre nella stessa giornata il Pm della Procura di Vicenza Claudia Brunino emetteva, su richiesta dei Carabinieri di Bassano del Grappa, cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti del Sandel e degli altri quattro suoi complici. Contestualmente, i militari della Benemerita hanno attivato un servizio di protezione della vittima predestinata del sequestro di persona, scoprendo anche e disattivando un apparato Gps che era stato posizionato dai malintenzionati sotto l'autovettura del facoltoso commerciante.
Alle prime ore di martedì 6 dicembre è scattato quindi il blitz per l'esecuzione dei provvedimenti cautelari, effettuato tra le province di Milano e di Lecco con l'impiego di oltre 30 uomini complessivi dell'Arma, di cui ben 20 della sola Compagnia Carabinieri di Bassano del Grappa. I cinque rumeni sono stati arrestati ed associati alle case circondariali di Milano San Vittore, Monza e Vicenza. Altri sei rumeni, fiancheggiatori della banda, sono stati denunciati in stato di correità ed è stato dato corso a decine di perquisizioni che hanno consentito di recuperare centinaia di capi di abbigliamento e accessori di lusso nella disponibilità degli arrestati, destinati al mercato illegale dell'Est ma non ancora smerciati. In un magazzino, in particolare, è stata ritrovata parte della refurtiva della rapina a Nove del dicembre 2017 mentre in un altro locale è stata rinvenuta ulteriore refurtiva per un valore di almeno 300mila euro.
Le indagini ora proseguiranno per accertare l'effettiva provenienza di tutta la merce ritrovata e risalire a eventuali altri misfatti dell'associazione a delinquere. Per il tentato sequestro di persona del commerciante milanese, sventato dai Carabinieri, sarà invece aperto un procedimento giudiziario a parte.
A operazione conclusa, i titolari della “Seven Gold” di Nove sono stati informati degli arresti e del recupero di buona parte del maltolto e, come riferiscono i vertici dei Carabinieri di Bassano, “sono scoppiati in un pianto liberatorio”.
C'è voluto un anno esatto, speso alla ricerca anche dei più piccoli dettagli, ma è stato tempo ben impiegato. “È un segnale - commenta il cap. Adriano Fabio Castellari - che vogliamo dare al nostro territorio. Non sottovalutiamo nulla.”

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