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Che c'azzecca un ministro dell'Interno, e non delle Infrastrutture, per la firma di un documento riguardante un'arteria stradale? C'azzecca, eccome.
Perché quello che Matteo Salvini, vicepremier e titolare del dicastero del Viminale, siglerà dopodomani a Venezia assieme al governatore della Regione Veneto Luca Zaia è il nuovo Protocollo di Legalità per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta: un atto di accordo tra la Regione e le prefetture di Vicenza e di Treviso, che sono gli uffici territoriali del governo, ai fini della prevenzione dei tentativi d'infiltrazione della criminalità organizzata nei lavori di costruzione della striscia d'asfalto a pedaggio che collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano, passando per Bassano del Grappa.
Lo schema del Protocollo che verrà sottoscritto giovedì a Palazzo Balbi, sede veneziana della giunta regionale, e che prevede “il potenziamento dei controlli antimafia, anche in attuazione delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso” era stato approvato dalla giunta veneta ancora nel novembre dello scorso anno.
Luca Zaia e Matteo Salvini (fonte immagine: Ansa - da ilpopulista.it)
Il contenuto dell'accordo è la conseguenza di una legge regionale del 2012 in materia di “Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”. Una legge ai sensi della quale la Regione è impegnata a promuovere la stipulazione e la periodica revisione di protocolli di intesa con gli organismi istituzionali preposti al contrasto del crimine organizzato e mafioso, operanti nel territorio del Veneto, “al fine di garantire efficaci ed efficienti forme di monitoraggio del mercato dei pubblici appalti e di prevenzione dei fenomeni criminali”.
E poiché la Regione del Veneto è subentrata dal 1 gennaio 2017 nella gestione della realizzazione della SPV, ecco che la stanza dei bottoni di Palazzo Balbi ha ritenuto opportuno “procedere alla sottoscrizione di un apposito Protocollo d'Intesa” sul monitoraggio dei cantieri pedemontani dal punto di vista della prevenzione e della tutela della legalità.
Il Protocollo in questione si propone pertanto di “assicurare la realizzazione del preminente interesse pubblico alla legalità ed alla trasparenza in relazione al compimento dell'opera, esercitando appieno i poteri di monitoraggio e vigilanza attribuiti dalla legge, anche ai fini di prevenzione, controllo e contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa e di verifica della sicurezza e della regolarità dei cantieri di lavoro dell'opera”.
Ma anche di “garantire più elevati livelli di prevenzione antimafia nella esecuzione dei lavori, estendendo il regime dell'"informazione antimafia" di cui all'art. 91 del D.Lgs. 159/2011 e successive modificazioni a tutti i soggetti appartenenti alla "Filiera delle Imprese"”. E inoltre di “attivare un flusso di informazioni che possa garantire, tra l'altro, l'alimentazione di una banca-dati web e consentire il monitoraggio, nella fase di esecuzione dei lavori, dei soggetti che realizzano le opere, compresi i parasubordinati e i titolari delle "Partite Iva" senza dipendenti, dei flussi finanziari connessi alla realizzazione delle opere ed infine delle condizioni di sicurezza dei cantieri e del rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori impiegati”.
Il Vangelo della legalità sulla SPV secondo Matteo e Luca sarà quindi sottoscritto nel corso di un incontro nel quale è già annunciata, inevitabilmente, la massiccia presenza dei media. Con il rischio che, visti gli sviluppi delle recenti notizie di cronaca nazionale riguardanti proprio il ministro Salvini, la Pedemontana passi addirittura in secondo piano.
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