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Gianmaria e Maddalena, avete sbagliato
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Soldi a stilate
La Vardanega ricorre al Tribunale contro il pagamento degli oltre 453.000 euro della polizza fideiussoria per la risoluzione dell'appalto del Ponte. Il Comune si costituisce in giudizio: deliberati quasi 10.000 euro di incarico legale
Pubblicato il 19-07-2018
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Tutto tace e viene fatto tacere, al momento e apparentemente, attorno al restauro del Ponte di Bassano. Non però sul fronte dei contenziosi legali: l'unico aspetto dell'infinita vicenda che garantisce novità e aggiornamenti anche in questi placidi giorni di estate.
La nuova puntata del filone principale della Pontenovela, vale a dire “Comune di Bassano versus Vardanega”, riguarda uno degli adempimenti conseguenti alla risoluzione in danno del contratto di appalto imposta dall'Amministrazione comunale all'impresa di Possagno, oggi in liquidazione.
Tutto ruota, in particolare, attorno a una polizza fideiussoria: lo strumento attraverso il quale una banca o una compagnia di assicurazione assume l'impegno di pagare un determinato importo al beneficiario per garantirlo in caso di inadempimento della prestazione a lui dovuta dal contraente, sul quale poi la banca o l'assicurazione si rivale imponendogli il rimborso della somma pagata. In questo caso si tratta di una polizza fideiussoria assicurativa, il beneficiario è il Comune di Bassano e il contraente è la Nico Vardanega Costruzioni.

Foto Alessandro Tich
Orbene: a garanzia “dell'esatto e puntuale adempimento” degli obblighi assunti col contratto di appalto, il 10 gennaio 2017 la Vardanega aveva costituito una polizza fideiussoria assicurativa per 453.592,32 euro complessivi, emessa a Treviso dalla Reale Mutua Assicurazioni. Una volta acquisita la polizza fideiussoria di garanzia, il 31 marzo 2017 l'Amministrazione comunale di Bassano del Grappa aveva provveduto alla liquidazione alla Vardanega dell'anticipazione di 879.907,51 euro, somma incassata dall'appaltatore il 10 aprile 2017.
Quello che è poi accaduto, lo sappiamo tutti: con determinazione dirigenziale del 3 maggio 2018, la “stazione appaltante” ovvero il Comune di Bassano ha disposto nei confronti della Vardanega la risoluzione in danno del contratto di appalto “per grave inadempimento”. Aprendo così un'autostrada per l'escussione - e cioè per la riscossione coattiva - della polizza fideiussoria stipulata a garanzia degli adempimenti contrattuali.
Ergo: tu appaltatore sei inadempiente e io committente mi prendo i soldi della tua polizza a copertura del contratto di appalto non onorato.
Istanza che, puntualmente, è stata avanzata dall'Amministrazione comunale alla Reale Mutua Assicurazioni di Treviso con una comunicazione trasmessa il 29 maggio 2018 e un “successivo sollecito” il 18 giugno, con formale richiesta di “pagamento della somma corrispondente alla cauzione definitiva prestata dall'appaltatore a mezzo della polizza fideiussoria”.
Ma quei 453mila euro e passa di fideiussione non sono stati ancora trasferiti nelle casse di via Matteotti. Lo scorso 5 luglio è stato infatti notificato al Comune di Bassano un ricorso innanzi al Tribunale di Vicenza con il quale la Nico Vardanega Costruzioni Srl in liquidazione e il suo titolare Giannantonio Vardanega chiedono al giudice “di ordinare, in via d'urgenza, al Comune di Bassano del Grappa di non agire e non pretendere il pagamento di € 453.592,32 in escussione della garanzia di cui alla polizza fideiussoria rilasciata dalla società Reale Mutua Assicurazioni”.
Il ricorso chiede inoltre al giudice “di ordinare alla società Reale Mutua Assicurazioni di non pagare al Comune di Bassano del Grappa l'importo richiesto in forza della citata polizza”. Vardanega richiede infine “in ogni caso, qualora per qualsiasi ragione la società Reale Mutua Assicurazioni dovesse pagare le somme richieste dal Comune di Bassano del Grappa, di inibire alla stessa la rivalsa nei confronti della ricorrente rivolta ad ottenere in qualsiasi forma il rimborso degli importi eventualmente versati al Comune”.
Morale della favola: per Vardanega, la cui posizione nei confronti della risoluzione del contratto d'appalto è ben nota, questa polizza non s'ha da pagare.
L'Amministrazione comunale di Bassano si è dovuta pertanto costituire in giudizio, in opposizione al ricorso dell'impresa, con procedura d'urgenza: domani, venerdì 20 luglio, scadono infatti i termini per la presentazione di eventuali memorie difensive.
Nella seduta di martedì scorso 17 luglio la giunta comunale ha pertanto deliberato l'ennesimo incarico di patrocinio legale, affidato agli avvocati Nicola Creuso e Stefania Lago, dello Studio Associato Calegari Creuso Lago di Padova: sono gli stessi due professionisti incaricati dell'assistenza e supporto legale al RUP Diego Pozza, per un onorario di complessivi 23.521,30 euro, con la famosa determina dirigenziale precedente di un solo giorno l'atto di risoluzione del contratto con Vardanega. Ad essi si aggiunge la figura dell'avvocato Luca Gleria del foro di Padova, in qualità di professionista esperto nel settore del diritto assicurativo.
Questa volta i due avvocati + uno percepiranno per la loro consulenza al Comune 9.632,36 euro complessivi, Iva al 22% compresa. Altre quasi 10 cocuzze che si aggiungono al più che consistente importo totale delle spese legali dell'ente pubblico relative all'Area Lavori Pubblici e nella fattispecie al Ponte. Dove, come sempre, 1 cocuzza = 1000 euro.
Soldi a stilate. La motivazione della costituzione in giudizio dell'Amministrazione è sempre quella: “evitare il prodursi di effetti giuridici lesivi per il Comune”.
L'incredibile vicenda del Ponte di Bassano sarebbe davvero degna di una tesi di laurea: ma questa volta in Giurisprudenza.
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