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Giannantonio Vardanega convoca la stampa e comunica: “La Vardanega è in liquidazione”. Ceduto in affitto il ramo di azienda degli appalti a una nuova società. “Devastante l'urto mediatico negativo del Comune di Bassano”

Pubblicato il 08-06-2018
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Se il titolare della Nico Vardanega Costruzioni Srl di Possagno Giannantonio Vardanega convoca nel giro di poche ore un incontro con la stampa, vuol dire che la notizia è grossa. Ed è proprio così. Quella che va in scena all'Hotel Palladio in città non è tuttavia una conferenza stampa vera e propria, bensì una “comunicazione” dell'imprenditore edile.
“Sono qui - dichiara Vardanega - per comunicare che la Nico Vardanega Costruzioni ha ceduto in affitto il ramo di azienda per tutti i suoi contratti in essere, e quindi anche per il Polo Museale Santa Chiara, ad un'altra azienda. La nuova società prenderà in affitto tutto il know-how, la sede, le attrezzature, la fase operativa e continuerà su tutti i contratti. Perché questo? È stata una decisione sofferta, ma ho deciso con i miei collaboratori di mettere in liquidazione la Vardanega.”
“Non era più possibile - continua l'ex appaltatore del Ponte - sopportare l'urto mediatico negativo del Comune di Bassano nei nostri confronti, che ha avuto risvolti devastanti sugli altri cantieri. Una certa stampa non è stata certamente imparziale e ciò ha creato la difficoltà della Vardanega nel poter operare e nei risvolti finanziari. La situazione non era più gestibile.”

Giannantonio Vardanega in conferenza stampa (foto Alessandro Tich)

“L'atto di opposizione alla risoluzione del contratto del Ponte continuerà - aggiunge -. È già pronto e a giorni sarà presentato, sempre come ditta Vardanega. La causa legale verrà comunque portata avanti anche se la Vardanega è in liquidazione. Con il suo modo di agire, il Comune di Bassano ha raggiunto il suo obiettivo: pensare che eliminando Vardanega ha risolto i problemi del Ponte degli Alpini. E invece i problemi restano.”
Tutti i lavori in essere dell'impresa possagnese saranno quindi conferiti alla nuova realtà, come già comunicato agli enti pubblici dei Comuni di cui la Vardanega è appaltatrice.
La nuova società a cui è stato ceduto in affitto il ramo di azienda si chiama Imprevar ed è stata costituita da un gruppo del settore costruzioni dell'area bassanese.
La Imprevar rileverà gli appalti della ditta trevigiana attualmente in corso: sette cantieri in tutto, di cui sei in Veneto (tra cui il primo stralcio del Polo Museale Santa Chiara a Bassano) e uno a Tarvisio in Friuli.
Riguardo ai “risvolti devastanti” di quello che ha definito “urto mediatico negativo”, ancora l'imprenditore precisa: “Quando leggi tutti i giorni che Vardanega non ha fatto questo o non ha fatto quello, che è inadempiente, qualsiasi altro ente ti considera in questa cattiva luce. Nel mondo delle costruzioni, che è un mondo veloce, questa cosa ti danneggia. Ora tutti i lavori andranno avanti, con una nuova società operativa.” “Non so ancora se farò parte della nuova società, lo vedremo - conclude Giannantonio Vardanega -. Io ho fatto un passo indietro, intanto.”
Dunque il nome di Vardanega esce definitivamente di scena dalle cronache cittadine riguardanti il settore degli appalti pubblici. Non esce invece di scena, e anzi ricorrerà ancora per molto, in quelle che saranno le future cronache giudiziarie relative agli strascichi della risoluzione in danno del contratto del Ponte messa in atto dal Comune.
Il cantiere del Polo Museale sarà proseguito da altri, ma non l'opposizione legale all'Amministrazione comunale di Bassano del Grappa che diventa anzi la missione definitiva, e a questo punto personale, dell'imprenditore di Possagno.
Come dire: cedo, ma non cedo.

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