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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Toni di guerra

Ponte. 30 marzo: avviato dal Comune il procedimento di risoluzione del contratto con Vardanega. L'impresa replica imputando i ritardi al Comune, richiama l'indisponibilità della spalla Nardini, contesta la Direzione Lavori e scrive anche a Nardini

Pubblicato il 19-04-2018
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Giannantonio Vardanega, detto Toni, titolare dell'omonima impresa di costruzioni di Possagno, appaltatore del restauro del Ponte di Bassano, è uno che non le manda mai a dire. Attraverso i suoi avvocati e i suoi consulenti tecnici ha sempre direttamente replicato, colpo su colpo, ai rilievi e contestazioni mossi negli ultimi tre anni e a più riprese dal Comune di Bassano del Grappa nei confronti della sua ditta.
Lo ha fatto nel corso del contenzioso giudiziario per l'esclusione dall'appalto, che ha bloccato per un anno l'avvio del cantiere. Lo ha fatto l'anno scorso nel continuato e intenso carteggio con la Direzione Lavori e l'Ufficio Tecnico del Comune, culminato con la famosa relazione della Vardanega di dichiarata contestazione al progetto esecutivo, firmato dal prof. ing. Claudio Modena, dell'intervento di ripristino e consolidamento dello storico manufatto. E lo fa nuovamente in questi giorni e in queste ore, in quella che oramai si profila come la controversia (non ancora giudiziaria) decisiva per il prosieguo o meno dei lavori. Vardanega, nel rapportarsi coi dirigenti e funzionari comunali di riferimento, usa un linguaggio progressivamente sempre meno diplomatico e i contenuti fanno già riecheggiare toni di guerra. “Toni” come il suo nome e come le intensità delle sue argomentazioni. Per il momento non siamo ancora al combattimento, ma alle avvisaglie di ciò che potrebbe accadere se e qualora la situazione degenerasse al punto da sfociare in una nuova battaglia legale.

Foto Alessandro Tich

Procedimento avviato

Come noto, giovedì scorso 12 aprile l'Amministrazione comunale (sindaco e vicesindaco, affiancati dal RUP, dal consulente di supporto al RUP e dal dirigente dell'Area Lavori Pubblici) ha riferito in commissione consiliare delle oggettive preoccupazioni sul cronoprogramma del restauro, rilevando che a un anno dalla prevista conclusione dell'intervento manca ancora il 90% dei lavori; che sono state realizzate opere per soli 100mila euro a fronte degli 800mila euro versati come anticipo alla Vardanega; che i ritardi accumulati dalla ditta rischiano di compromettere anche la prossima finestra temporale dei lavori; che le opere di cantiere quali la trave inox di fondazione o la preparazione degli elementi lignei in officina “non sono pervenute”; che la responsabilità del grave ritardo è totalmente ascrivibile alla Vardanega; che il Comune ha chiesto alla ditta di dire “come intenda rispettare le scadenze contrattuali”, facendo anche intendere - come da resoconto del Giornale di Vicenza - che “lo spettro della risoluzione del contratto non è poi così lontano”. Anche se, come affermato dal sindaco Poletto, “il problema è che il contenzioso giudiziario potrebbe avere esiti imprevedibili”. Perché è pacifico che una risoluzione anticipata del contratto porti con se il timore di una nuova e questa volta pesante azione giudiziaria della ditta contro il Comune.
Questo, in sintesi, è quello che l'Amministrazione ha detto in commissione.
Quello che invece l'Amministrazione non ha detto è che lo scorso 30 marzo, e cioè 14 giorni prima rispetto alla data della seduta di commissione, il Comune di Bassano del Grappa aveva già avviato il procedimento di risoluzione del contratto per grave inadempimento, grave irregolarità e grave ritardo (ex art. 136 D.Lgs. n. 163/2006) nei confronti della Nico Vardanega Costruzioni Srl.

La notifica del Comune

La lettera di notifica alla ditta dell'avvio del procedimento del Comune (n. di protocollo 0024079 del 30/03/2018) è scritta e firmata dal Direttore dei Lavori del restauro del Ponte arch. Viviana Bonato. Nel contestare all'impresa diversi addebiti, tra cui “i numerosi solleciti, rimasti senza esito, inviati a codesta Ditta per la presentazione dell'aggiornamento del programma esecutivo dettagliato”, la scrivente entra quindi nel merito delle opere di progetto su cui vengono avanzate le contestazioni all'appaltatore.
A cominciare dalla “trave provvisionale di progetto”, vale a dire la famosa trave tipo Bailey che dovrebbe sostenere le stilate dall'alto per il raddrizzamento delle medesime, contestata da Vardanega che propone invece la soluzione di puntellare le pile del Ponte dal basso. Bonato precisa che “la contestazione della Ditta in merito all'asserita impossibilità di utilizzo della trave provvisionale prevista in progetto è sempre stata respinta dall'Amministrazione” e che “la realizzazione in officina della trave sarebbe dovuta iniziare il 01/04” del 2017 “e terminare il 31/05”. “Solo il 1/06 (...) continua la lettera - è stata inviata alla Direzione Lavori la “progettazione della trave provvisoria”, documentazione ,questa, del tutto insufficiente, avendo permesso solo valutazioni preliminari (...)”. La soluzione alternativa alla trave, con puntellazione dal basso, “è stata per la prima volta sottoposta all'Amministrazione con nota acquisita al prot. 40295 del 26/06/2017 (...) e quindi successivamente rispetto alla contestazione degli addebiti”.
Il Comune contesta che prima di tale data “l'Impresa non ha mai consegnato alcuna documentazione che illustrasse una differente soluzione per le opere provvisionali di sostegno del ponte” e che i sostegni dal basso in luogo della passerella metallica confermano la volontà di Vardanega “di voler procedere con una modalità di sostegno del ponte alternativa a quella di progetto”.

15 giorni per le controdeduzioni

Si passa dunque agli addebiti sulla trave inox di fondazione, la cui posa - come da progetto - è resa problematica dalla puntellazione di emergenza dal basso delle stilate 1 e 2, realizzata autonomamente da Vardanega nella finestra estiva 2017 per metterle in sicurezza in vista delle piene autunnali. L'azienda ad oggi “non ha richiesto il subappalto per le attività di realizzazione della trave di fondazione” e si rileva il “pesante ritardo accumulato dall'Impresa nella realizzazione della trave inox di fondazione che neppure ad oggi, dopo oltre 12 mesi dalla consegna dei lavori, risulta essere stata definita dalla Ditta stessa”. Si obietta inoltre, tra le numerose altre cose, che “nonostante il completamento della puntellazione dal basso fin dallo scorso mese di settembre, codesta Impresa (disattendendo la tempistica come sopra prospettata) non sia riuscita a sfruttare, in alcun modo, il periodo autunnale e neppure quello della attuale finestra invernale”.
Altre contestazioni riguardano l'aggiornamento del programma esecutivo dettagliato, la “non definizione” della questione dell'approvvigionamento del legno con caratteristiche specificate in contratto e la “consistenza dei lavori contabilizzabili” e cioè delle opere realizzate fino ad oggi. Il Comune di Bassano pertanto “reitera, rinnova e, comunque, contesta formalmente” all'impresa tutti gli addebiti elencati nella lettera e ai sensi del Decreto Legislativo sulla risoluzione del contratto assegna un termine di 15 giorni alla medesima per presentare le proprie controdeduzioni, accompagnate da una serie di documentazioni. “Si avverte fin d'ora - conclude l'arch. Viviana Bonato - che, in mancanza di tempestivo e completo riscontro, la Stazione Appaltante disporrà la immediata risoluzione in danno del contratto, con ogni conseguenza a norma di legge e di contratto.”

La prima risposta della Vardanega

La risposta della Vardanega Costruzioni al Direttore dei Lavori è datata mercoledì scorso 14 aprile, termine ultimo dei 15 giorni prescritti. Nella replica, la ditta segnala sin dall'inizio “l'impossibilità di aggiornare il cronoprogramma in modo dettagliato fino a quando non sarà definito se la spalla in sinistra idrografica sarà o meno disponibile e per quali tipi di lavorazione.” E qui si arriva subito alla madre di tutti gli interrogativi.
“È infatti ben noto anche a Codesta Amministrazione - continua l'impresa - che sono in corso valutazioni di compatibilità delle strutture murarie della spalla in relazione alle nuove strutture di consolidamento per il ponte in adempimento all'art. 16 della scrittura privata sottoscritta tra la ditta Bortolo Nardini SpA e il Comune di Bassano del Grappa in data 03.03.2016.” “Parimenti - aggiunge - non è possibile dare seguito a qualsiasi altra attività propedeutica come il posizionamento della trave bailey, il consolidamento delle spalle, l'esecuzione dei tiranti di progetto ecc. sempre per i motivi suesposti.”
Riguardo al puntellamento di emergenza dal basso si precisa che è stato attuato dall'impresa “seguendo una precisa disposizione della relazione di verifica strutturale del progetto che evidenzia come le stilate, in particolare la n.1 e la n.2, siano totalmente al di fuori di qualsiasi limite fissato per la sicurezza”.
“Se comunque la DL ritenesse che la puntellazione dal basso sia inutile o che abbia addirittura ostacolato la realizzazione del progetto - continua il testo -, può emettere apposito ordine di servizio e questa impresa provvederà con immediatezza alla rimozione sollevandosi fin d'ora da qualsiasi responsabilità per la stabilità della struttura e, cosa ancora più importante, del suo utilizzo.” Vardanega ribadisce “la completa disponibilità di questa impresa a collaborare costruttivamente a una sollecita soluzione dei quesiti che ancora attendono risposta e che riguardano, tra le altre, la spalla in sinistra idrografica”. Nell'ipotesi di una risoluzione contrattuale, evidenzia “la delicatezza del momento dal punto di vista cantieristico”, nell'imminente periodo di rimozione di parte delle ture: “Un'improvvisa risoluzione farebbe venir meno (...) la nostra possibilità ad eseguire i lavori e quindi portare l'alveo in condizioni di sicurezza come indicato dal progetto.”
“In pratica - incalza la ditta - una improvvisa ed ingiusta risoluzione contrattuale provocherebbe una immediata sospensione dei lavori con rischi per il ponte che sarebbero esclusivamente da ricondurre a codesta amministrazione.”
“L'ipotetica e non auspicabile risoluzione - conclude Vardanega - non sarà assolutamente accettata da questa impresa che si rivolgerà ad ogni sede competente per il riconoscimento delle proprie ragioni e naturalmente si opporrà a qualsiasi forzatura delle disposizioni normative vigenti.”
Ma questo è solo l'inizio.

Spalla sinistra e cronoprogramma

Dal 14 aprile alla data di oggi, la Nico Vardanega Costruzioni Srl ha trasmesso ai referenti del Comune altre sei lettere di repliche, comunicazioni e richieste chiarimenti.
La prima (16 aprile) è brevissima: chiede indicazioni in merito alle parti di tura da rimuovere al termine della finestra operativa invernale e la richiesta “è giustificata dalla mancanza di precise indicazioni progettuali”.
La seconda (17 aprile) chiede chiarimenti per la definizione del cronoprogramma ribadendo che l'indisponibilità della spalla in sinistra idraulica (lato Nardini) “ha condizionato e condiziona in modo pesante l'intera organizzazione di questa impresa e che certamente l'Amministrazione non potrà coprire questa carenza immaginando una qualsivoglia risoluzione contrattuale che sembrerebbe volta più a coprire precise responsabilità (...) piuttosto che a tutelare l'Amministrazione o il ponte degli Alpini”.
La terza lettera (18 aprile) entra ulteriormente nel merito del cronoprogramma chiedendo nuovamente informazioni “già richieste con lettera dell'8 giugno 2017” sulla spalla lato Bassano (Nardini). L'appoggio della spalla sarà sul cordolo definitivo di progetto o su cordolo di trasferimento? È possibile appoggiare la trave metallica sulla spalla attuale o si deve prima provvedere alle operazioni di consolidamento? Indicazione, quest'ultima, necessaria per definire modalità e tempistiche di montaggio.
E poi altre richieste, su cui l'impresa non ha avuto ancora risposta, su vari aspetti di progetto non definiti: appoggio della pila n.2, telaio di sostegno per la sospensione della pila centrale, previsione di sollevamento verticale o riallineamento orizzontale ecc.
Ma c'è di più: il progetto è stato redatto due anni fa e “non ha tenuto conto degli ultimi cedimenti delle pile. Da qui la richiesta alla DL (Direzione Lavori) di attivarsi con urgenza “per indicare le varianti a progetto esecutivo”. Tra le altre cose “è urgente avere l'approvazione del progetto esecutivo della trave bailey già presentato in data 31 maggio 2017 e di cui siamo ancora in attesa”. Trave provvisionale che, per la prima stilata, dovrà essere appoggiata sulla proprietà Nardini...

E Vardanega scrive a Nardini

La quarta lettera della Vardanega (18 aprile) - con la richiesta al Comune di redazione di atti contabili e di un contraddittorio sull'entità dei lavori eseguiti - è un affondo diretto alla Direzione Lavori: “La circostanza per cui l'ufficio della DL non è stato capace di dirigere il contratto non può in alcun modo riguardare questa impresa.”
La ditta contesta “la latitanza del direttore operativo, Ing. Bettio, di cui non si ricorda una sola visita e/o indicazione al direttore di cantiere in tutta questa finestra invernale”. Ricorda poi la recente nomina “dell'ing. De Stavola per migliorare o riparare le carenze del RUP” e l'incarico “all'Ing. Rizzo sulla compatibilità del fabbricato di proprietà Bortolo Nardini Spa”. Quest'ultimo definito come “l'incarico più grave per il rapporto contrattuale” perché relativo “alla convenzione sottoscritta dal Comune in data 3 marzo 2016, circa un anno prima della sottoscrizione del contratto di appalto (17 gennaio 2017)”. Tutti aspetti “che hanno di fatto rallentato fino all'immobilismo qualsiasi attività di codesta DL con grave pregiudizio dei lavori e quindi di questa impresa”.
Le ultime due lettere - per il momento - dell'impresa appaltatrice sono di oggi.
Nella prima si sollecitano le indicazioni in merito alle ture. Nella seconda, invece, accade il nuovo colpo di scena. È infatti direttamente indirizzata da Vardanega alla Ditta Bortolo Nardini SpA e per conoscenza al RUP Diego Pozza. Oggetto: richiesta sopralluogo per sondaggi esplorativi. “Con riferimento ai prossimi lavori di posizionamento della trave bailey sulla spalla del Ponte lato Bassano - scrive Vardanega Costruzioni a Nardini - siamo a richiedere l'accesso ai locali della grapperia per le valutazioni operative legate ai prossimi lavori di consolidamento della parte sommitale della muratura secondo le indicazioni del progetto esecutivo e le note integrative del progettista.”
“In assenza di un Vs negativo riscontro - conclude la ditta di Possagno - potremo intervenire il prossimo lunedì 23 aprile 2018 con la disponibilità di uomini e attrezzature per tutte le valutazioni del caso.”

Il dado è tratto

Dunque, in data di oggi, la ditta Bortolo Nardini Spa si è vista recapitare una improvvisa comunicazione nella quale viene informata che lunedì prossimo, salvo un suo “negativo riscontro”, uomini e attrezzature della Vardanega entreranno in grapperia per effettuare un sopralluogo e dei sondaggi esplorativi per i lavori di consolidamento della parte più alta della muratura di spalla. Appare quantomeno improbabile che nei prossimi tre giorni non arrivi uno stop da parte dell'azienda produttrice di grappa.
Eppure, dal punto di vista sia formale che operativo, Vardanega non ha compiuto un'eresia. La normativa di legge in materia (art. 106/comma 3 del DPR 207/2010, “Disposizioni preliminari per gli appalti e le concessioni di lavori pubblici”) impedisce infatti la stipula di un contratto di appalto se tutte le aree e fabbricati interessate dai lavori non sono immediatamente disponibili e accessibili.
Lo conferma anche il verbale di consegna dei lavori siglato dalle parti il 2 marzo 2017. Qualora, tuttavia, Nardini Spa si opponesse all'improvvisa “invasione di campo” del sopralluogo di lunedì prossimo in grapperia, sarebbe una prova del contrario, e cioè della non immediata disponibilità e accessibilità di tutta l'area interessata dal progetto così come prevista dalla normativa vigente: un aspetto non certamente secondario da far eventualmente pesare in sede giudiziaria.
Ha pertanto ragione il sindaco a dichiarare che “un contenzioso giudiziario potrebbe avere esiti imprevedibili”. Soprattutto per l'Amministrazione che rappresenta.
Fonti bene informate raccontano che un personaggio molto influente di Bassano stia tentando di favorire un incontro tra Giannantonio Vardanega e il vicesindaco Roberto Campagnolo per cercare di comporre pacificamente la questione. L'obiettivo del Comune sarebbe infatti quello di valutare comunque con l'impresa la fattibilità di una risoluzione consensuale della vicenda.
Non sappiano ancora, ovviamente, come tutta questa storia andrà a finire.
Ma intanto il dado è tratto: il procedimento di risoluzione immediata in danno del contratto è stato formalmente avviato e pesa come un masso ciclopico - anche se, come potrà benissimo accadere, le controdeduzioni della ditta spingessero il Comune di Bassano a fare un passo indietro - nello sviluppo dei rapporti tra Stazione Appaltante e impresa appaltatrice. A questo punto il vero “miracolo” per l'Amministrazione comunale non sarà concludere il restauro del Ponte entro giugno 2019 ma evitare, in un possibile conflitto di carte legali, di turarsi da sola.

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