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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Mura contro Mura

A Marostica salta il consiglio comunale sull'accordo di acquisizione della proprietà della Cinta Muraria. Il gruppo del vicesindaco non si presenta e le minoranze escono dall'aula. Il sindaco: "Fatto molto grave, se ne prendano la responsabilità"

Pubblicato il 02-12-2017
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Mura contro Mura. Che a Marostica le antenne della politica siano ormai definitivamente orientate verso la prossima campagna elettorale (si vota per le amministrative nella primavera 2018) è un fatto assodato. Una raffica di fuochi incrociati che entra a gamba tesa sullo svolgimento dell'attività amministrativa, in questi ultimi mesi di mandato del sindaco Marica Dalla Valle, contrassegnati dall'oramai insanabile distacco in seno alla maggioranza tra lo stesso sindaco e il vicesindaco Simone Mattesco.
Ma quello che è andato in scena giovedì scorso 30 novembre ha dato vita, a tale riguardo, a un clamoroso precedente.
Il consiglio comunale, che pure era iniziato con un'ora di ritardo, alla fine è saltato per mancanza del numero legale dei consiglieri. All'assemblea civica, convocata per le 18.30, sono intervenuti per la maggioranza i soli rappresentanti della lista del sindaco “Marostica Più”. Non si sono infatti presentati all'appello i consiglieri del “Gruppo Misto” che fa capo appunto al vicesindaco Mattesco.

Fonte immagine: geoplan.it

La partenza dei lavori è stata procrastinata di un'ora e le minoranze (gruppo “Marostica con Scettro” e Movimento 5 Stelle) sono entrate in sala consiliare alla scadenza del tempo limite. Dopo alcune comunicazioni del sindaco sono seguiti alcuni attacchi dai banchi di opposizione in merito ai due argomenti all'ordine del giorno, sfociati quindi nella decisione delle minoranze di abbandonare l'aula.
Risultato finale: sono rimasti in sala solo sette consiglieri di “Marostica Più” e il sindaco non ha potuto fare altro che interrompere il consiglio per mancanza del numero legale. Eppure i due argomenti all'ordine del giorno erano tali da richiedere una piena e dibattuta partecipazione dell'assemblea comunale.
Il primo punto da discutere e approvare riguardava la variazione di bilancio di 478.976,04 euro per un obbligo giuridico derivante da una garanzia avallata dal Comune di Marostica nel 2004 a favore della società Rari Nantes che aveva contratto un mutuo di 1 milione di euro per l'ampliamento della piscina comunale. Ad oggi la Rari Nantes, la società che gestisce la piscina, non sta onorando le rate del mutuo contratto con l'Istituto di Credito Sportivo che ha intimato al Comune a pagare entro la data del 14 dicembre 2017.
Il secondo punto trattava invece una questione a dir poco considerevole per l'amministrazione marosticense: la ratifica dell'accordo di acquisizione non onerosa della proprietà della Cinta Muraria, ovvero del passaggio di proprietà delle Mura scaligere dal Demanio dello Stato all'ente comunale. La Mura di Marostica non appartengono infatti a Marostica, ma sono a tutt'oggi un bene dello Stato.

Si tratta dell'ultimo atto di un iter avviato ancora nel 2013 quando il Comune, grazie alla legge sul Federalismo demaniale, aveva inoltrato all'Agenzia del Demanio la richiesta del trasferimento a titolo non oneroso delle Mura, e del loro sedime, di proprietà statale.
La richiesta era motivata dal fatto che il Comune di Marostica effettua già da decenni investimenti per il restauro, la manutenzione e la realizzazione di progetti per la fruibilità della Cinta Muraria e che “la disposizione del bene avverrà nell'interesse della collettività territoriale rappresentata”.
Il progetto ha richiesto un lungo lavoro di incontri con gli enti competenti e nel 2016 la giunta comunale ha approvato il Programma di Valorizzazione delle Mura Scaligere, date per acquisite le motivazioni (tutela del bene, valorizzazione, ruolo trainante dal punto di vista turistico eccetera).
È quindi iniziato il percorso con il ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il trasferimento della proprietà all'ente comunale. Il 14 ottobre 2016 il ministero, con propria relazione, ha notificato la sussistenza dell'interesse culturale delle Mura di Marostica, di proprietà del Demanio dello Stato. E lo scorso 23 novembre a Venezia, al tavolo tecnico con il Mibact-segretariato generale e l'Agenzia del Demanio, il Comune ha siglato con i referenti statali l'accordo finalizzato all'acquisizione definitiva e cioè al trasferimento non oneroso dall'Agenzia del Demanio alla Città di Marostica della proprietà della Cinta Muraria e del suo sedime.
Mancava solo il passaggio finale, di competenza del consiglio comunale: approvare l'accordo, acquisire il patrimonio identificato, stabilire la non onerosità dell'operazione e autorizzare il sindaco a firmare l'accordo definitivo con il Demanio e il Mibact.
La qual cosa non è avvenuta per i motivi sopra riportati, dei quali il dato politico rilevante non è tanto l'uscita dall'aula delle minoranze - che accade anche in altri Comuni e fa comunque parte delle regole del gioco - quanto l'ammutinamento di metà della maggioranza.
“Giovedì sera - commenta il sindaco Marica Dalla Valle - abbiamo scritto una triste pagina del nostro consiglio comunale. È un fatto molto grave, ma i consiglieri assenti (Gruppo Misto) o che hanno abbandonato l'aula (minoranze) si assumano le loro responsabilità. Siamo stati eletti per amministrare e amministrare significa prendere decisioni a volte anche difficili. Siamo portatori degli interessi di tutti i nostri cittadini, non solo di alcuni.”
Il primo cittadino definisce “pretestuosi” gli attacchi delle opposizioni che parlano “di ulteriori oneri” per l'acquisizione delle Mura, ribadendo che “da sempre Marostica si è fatta carico del restauro e della manutenzione di questo straordinario complesso architettonico”. Riguardo invece alla variazione di bilancio per la Rari Nantes, pure contestata dai banchi opposti, Dalla Valle ribatte: “Le minoranze non sanno, con conoscono? I consiglieri della minoranza “Scettro”, accetto Vivian, con tempi diversi, sono stati assessori nelle precedenti amministrazioni.”
“Ci accusano - conclude il sindaco - di assenza di metodo, di gestione inadeguata...ma se non avessimo metodo non avremmo portato a casa i risultati fin qui raggiunti.”

Fin qui il resoconto di quello che è accaduto l'altro ieri sera in consiglio comunale, che non potrà non portare dietro di sé inevitabili strascichi di sapore preelettorale.
Con simili presupposti e in vista del prossimo appuntamento con il voto, si preannuncia infatti un “semestre bianco” molto caldo per l'Amministrazione comunale di Marostica, chiamata già da adesso a fronteggiare una innegabile situazione di alta tensione, sul fronte interno e non solo.
Marostica conferma la sua inquietudine amministrativa: quello stesso gioco al massacro che nel novembre 2012 aveva portato alla prematura decadenza della travagliata Amministrazione del sindaco Gianni Scettro, dopo le dimissioni in blocco di undici consiglieri comunali, tra cui quattro consiglieri di maggioranza.
Da qui a primavera, dentro le Mura ancora ufficialmente di proprietà dello Stato, prepariamoci dunque a nuovi attacchi e a nuovi colpi di scena, a cui faranno seguito altrettanti contrattacchi e contraccolpi. Del resto, in quella che è la Città degli Scacchi, mosse e contromosse fanno parte del Dna.

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