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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Cronaca

Cucinati a dovere

Scoperta dalla Guardia di Finanza un'organizzazione con base nel Bassanese. Tramite due società estere fittizie aveva piazzato 2700 studenti delle scuole alberghiere come lavoratori a costo zero per un'ottantina di ristoranti e alberghi compiacenti

Pubblicato il 21-11-2014
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Sfruttati. Punto e basta. Con persone senza scrupoli che lucravano alle loro spalle e un'ottantina di ristoranti e alberghi di mezza Italia, tra cui molti della provincia di Vicenza, che sul loro status di studenti tirocinanti ci marciavano alla grande.
La Guardia di Finanza di Bassano del Grappa, in collaborazione con gli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro di Vicenza, ha smantellato un'organizzazione messa in piedi da alcuni soggetti residenti nel Bassanese, dedita al “collocamento” di lavoratori irregolari a locali compiacenti, attingendo la manodopera tra gli studenti delle scuole alberghiere e della ristorazione del Centro-Sud.
Il trucco era questo: facevano sottoscrivere a ristoratori e albergatori alla ricerca di personale “a costo zero”, e su richiesta degli stessi, una “lettera di incarico” che definiva l'impiego, a tempo determinato, di un determinato numero di studenti degli istituti alberghieri, ufficialmente come tirocinio per l'alternanza scuola-lavoro. Per ogni studente “reclutato” in questo modo, i titolari dei ristoranti in questione pagavano all'organizzazione 60 euro a settimana lavorativa.

L'importo veniva quindi riportato dagli ideatori dell'illecito giro in fatture emesse da due società fittizie, falsamente residenti all'estero (MPM Group, con presunta sede a San Marino e Work Passione, con presunta sede in Svizzera), evadendo imposte dirette e Iva e sottraendo totalmente gli ingenti ricavi al fisco.
Per contro, gli imprenditori della ristorazione e delle strutture turistico alberghiere utilizzavano i giovani non a scopo di formazione - come previsto dalla normativa - ma come veri e propri collaboratori di azienda, senza pagare né stipendi né contributi, impiegandoli per le proprie necessità soprattutto nei periodi di maggiore concentrazione di banchetti per matrimoni e cerimonie varie.
L'operazione delle Fiamme Gialle, compiuta su tutto il territorio nazionale, ha così portato alla luce l'impiego abusivo in attività lavorative di oltre 2700 studenti, alcuni dei quali minorenni. Scattate quattro denunce per il reato di somministrazione fraudolenta di manodopera, più altre due denunce per frode fiscale, nei confronti di M.P., romano di origine, 40enne residente a Mussolente, capo dell'organizzazione, e della moglie M.P., 35enne di Pove del Grappa; di una cittadina americana residente a San Marino e di un collaboratore 50enne residente a Bassano del Grappa.
La maxi operazione della Guardia di Finanza - che oltre alla compagnia di Bassano del Grappa ha visto impegnati altri 30 reparti del Corpo - ha accertato che l'impiego abusivo dei giovani ha riguardato 205 tirocini di ragazzi minorenni e 187 con maggiorenni, per un totale di 6537 giornate complessive di lavoro irregolare e non pagato.
Coinvolti 36 istituti scolastici localizzati in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Lazio e circa 80 locali e alberghi di varie regioni (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sicilia, Umbria, Abruzzo, Lombardia, Toscana e Sardegna).
Le due società fittizie si interponevano illecitamente tra le scuole e le imprese, violando la normativa vigente, sfruttando la formula dell'alternanza scuola-lavoro prevista dai programmi scolastici. In questo modo, come verificato dalle Fiamme Gialle, i soggetti a capo dell'attività delittuosa hanno incamerato circa 1 milione di euro, completamente sottratto a tassazione, evadendo anche l'Iva per oltre 200mila euro.
Ora lo Stato chiederà loro il conto: per il reato contestato è prevista una sanzione pari a 70 euro per giorno d'impiego per studente e, considerato che ciascun studente è stato impiegato per una media di 15 giorni, la sanzione che sarà comminata agli indagati potrà arrivare sino ad un massimo di 2,6 milioni.
Indagati anche i titolari e gestori dei ristoranti e degli alberghi coinvolti nel malaffare. Particolare non indifferente: 13 di questi sono ubicati nel territorio bassanese.

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