Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

Gasparotto, chiesta l'archiviazione

“La notizia di reato è infondata”: il Pm di Vicenza, con un pronunciamento del 21 febbraio scorso, chiede l'archiviazione del procedimento per appropriazione indebita nei confronti dell'ex direttore generale della Banca Popolare di Marostica

Pubblicato il 21-04-2014
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La notizia di Pasqua riguarda la Banca Popolare di Marostica. E, per i diretti interessati, l'Uovo non porta nessuna sorpresa.
Perché già il 10 marzo scorso il Collegio dei Probiviri dell'istituto di credito, con apposito provvedimento, aveva annullato la delibera del precedente Consiglio di Amministrazione della banca con la quale veniva decretata l'esclusione dallo status di socio della banca medesima dell'ex direttore generale Gianfranco Gasparotto.
Come si ricorderà, il CdA dell'epoca - presieduto da Giovanni Cecchetto - lo scorso 14 gennaio aveva escluso dalla base societaria l'ex DG a seguito del procedimento per l'accusa di appropriazione indebita intentato a Gasparotto dallo stesso CdA, secondo il quale l'ex direttore generale ed ex membro del Consiglio di Amministrazione avrebbe indebitamente asportato dal magazzino dell'istituto alcuni scatoloni (contenenti, come appurato di seguito, omaggi di Natale per i clienti della banca) e avrebbe inoltre usufruito, nell'ambito della sua attività di massimo dirigente bancario, di altrettanto indebiti rimborsi spese.

L'ex DG della Banca Popolare di Marostica Gianfranco Gasparotto (foto: archivio Bassanonet)

La “rimozione” di Gasparotto dallo status di socio era avvenuta appena cinque giorni prima della decisiva assemblea del 19 gennaio per il rinnovo delle cariche del CdA - conclusasi con la vittoria della cordata concorrente a quella dell'ex direttore generale - e alla quale Gasparotto, in quanto escluso da socio, non ha potuto partecipare.
Successivamente, dopo il pronunciamento a suo favore del Collegio di Probiviri, il reintegro di Gasparotto nella base societaria è rimasto congelato, a fronte dell'intenzione del nuovo CdA presieduto da Giuseppe Bottecchia di attenersi alle decisioni della magistratura.
Decisioni - ed è questa la notizia di oggi - che non si sono fatte attendere: il 21 febbraio scorso, e quindi venti giorni prima della stessa decisione del Collegio dei Probiviri, il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza dott. Alessandro Severi ha chiesto l'archiviazione del procedimento intentato dal vecchio CdA della banca contro Gasparotto poiché “la notizia di reato è infondata”.
Ne dà notizia lo stesso Gianfranco Gasparotto, con un comunicato stampa trasmesso oggi in redazione dal suo referente per la comunicazione, che pubblichiamo di seguito:

COMUNICATO

Le accuse della Banca Popolare di Marostica contro l'ex DG Gianfranco Gasparotto: il PM chiede l'archiviazione perché “la notizia di reato è infondata”

“La decisione di un Organo della Magistratura si pone sulla stessa linea di quanto acclarato dal Collegio dei Probiviri. Mi sarei aspettato che la Banca Popolare di Marostica - afferma l'ex Direttore Generale Gianfranco Gasparotto - avesse rispettato quanto meno l’indicazione del Pubblico Ministero, visto che il Presidente, Giuseppe Bottecchia, ha affermato che per lui 'la legge è rappresentata dalla magistratura'. In diverse sedi, due Organi con ruoli e competenze diverse (il PM delle Procura della Repubblica di Vicenza, il 21 febbraio, ed il Collegio dei Probiviri della BPM, il 10 marzo), chiamati a valutare le mie condotte, sono arrivati infatti alla stessa conclusione: la notizia di reato è totalmente infondata, così come la relativa denuncia nei miei confronti. Ovviamente sono felice di questo ulteriore riconoscimento, ma anche molto amareggiato perché si è costruito sul nulla un castello di accuse contro di me e perché si continua tuttora, da parte di alcuni Organi della Banca, a riferire con riguardo alla mia persona inesattezze e cose ingiuste.”
“Del resto - prosegue Gasparotto - a me sembra che la richiesta di archiviazione n° 265/14/21-12 del 21 febbraio scorso, a firma del Pubblico Ministero dott. Alessandro Severi, sia chiara: letti gli atti del procedimento il P.M. “osserva che la notizia di reato è infondata (...); pertanto, visto l'art. 408 c.p.p., chiede l'archiviazione del procedimento.”
Conclude Gasparotto: “Non penso che il CdA possa delegittimare anche il Pubblico Ministero, così come sta facendo con riguardo al Collegio dei Probiviri, sottacendo peraltro l’inequivocabile contenuto della decisione degli stessi.”

La vicenda

Si ricorda a tale proposito che il Consiglio d'Amministrazione della BPM, allora presieduto da Giovanni Cecchetto, aveva mosso a Gasparotto le accuse di aver asportato dal magazzino alcuni scatoloni contenenti documenti; e di avere fruito, nella sua qualità di Direttore Generale, di rimborsi spese indebiti.
Ma il Collegio dei Probiviri il 10 marzo, con decisione inappellabile come da Statuto della BPM, aveva riconosciuto “che Gasparotto, il quale assunse la carica di Direttore Generale della Banca quando operavano 15 filiali poi portandole alle attuali 61, ha favorito l'introduzione, peraltro pienamente condivisa dal Consiglio di Amministrazione, della prassi di omaggiare, alla fine di ogni anno, soci e dipendenti della Banca con la consegna di un pacco natalizio.”
Chiarendo che gli scatoloni ritirati dal magazzino contenevano omaggi natalizi, afferma che “cooperare alla consegna dei tradizionali pacchi natalizi non può realizzare alcun atto dannoso per l'interesse, il prestigio e l'immagine della Banca. Al contrario, serve a dimostrare la vicinanza e la disponibilità dell'Istituto di Credito nei confronti dei propri soci, dei dipendenti e degli operatori, giacché desumibile dalla personale partecipazione degli amministratori alla tradizionale consegna dell'omaggio natalizio.”
Inoltre per l’episodio relativo ai rimborsi spese effettuati a favore dell’ex Direttore Generale Gasparotto, il Collegio dei Probiviri sottolinea che all'interno della Banca Popolare di Marostica esiste un ben preciso iter autorizzativo per i rimborsi; iter legalizzato dalla Banca stessa, che la Banca non ha mai contestato e che è stato perfettamente seguito da Gianfranco Gasparotto in ogni richiesta di rimborso.

La Banca Popolare di Marostica aveva poi inopinatamente tentato di delegittimare il proprio Collegio dei Probiviri, presieduto dall’ex Presidente del Tribunale di Bassano del Grappa dott. Antonio Maturo, “contestandone pubblicamente la decisione, evidentemente non gradita, pur sapendo - aveva commentato Gianfranco Gasparotto - che il Collegio dei Probiviri è competente per Statuto a risolvere la questione relativa alla mia esclusione. Siamo di fronte ad un palese e grave contrasto tra la posizione assunta dal CdA della Banca e la decisione di un organo che, per Statuto, su queste vicende ha l'ultima parola, definitiva ed inappellabile.”

Infatti, con una decisione particolarmente circostanziata dal punto di vista giuridico, datata 10 marzo 2014, il Collegio dei Probiviri aveva CONFERMATO socio Gianfranco Gasparotto, riconoscendo che non sussistevano, in assenza di condotte in danno alla Banca, le ragioni per la sua esclusione dichiarata dal CdA con delibera del 14 gennaio 2014.

Ora anche il PM della Procura chiede l'archiviazione del procedimento per appropriazione indebita.

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