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Alessandro Tich
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Anche la Consulta “taglia” i tribunali
La Corte Costituzionale ha respinto i ricorsi contro la riforma della geografia giudiziaria. Dichiarate rispettivamente “non fondate" e "inammissibili" le due questioni di legittimità costituzionale. Solo un tribunale si salva: ma non è Bassano
Pubblicato il 03-07-2013
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Per i sostenitori dei tribunali cancellati dalla legge sul riordino della geografia giudiziaria, Bassano del Grappa compreso, era la penultima spiaggia.
Ma la Corte Costituzionale, riunitasi oggi, ha espresso parere negativo in merito ai due ricorsi - presentati rispettivamente da una cordata di tribunali soppressi (Pinerolo, Alba, Sala Consilina, Montepulciano e Sulmona) e dalla Regione Friuli Venezia Giulia - che sollevavano la questione di legittimità costituzionale del provvedimento legislativo.
I giudici costituzionali hanno dichiarato “non fondate” le ragioni del primo ricorso, e “inammissibili” quelle del secondo. Di fatto, è una doccia gelata per tutti i tribunali cassati che al responso della Corte affidavano le loro residue speranze di salvataggio. Così non è stato: eccezion fatta per il Tribunale di Urbino, la cui cancellazione è stata la sola a far ravvedere elementi di illegittimità costituzionale e che è stato quindi l'unico “ripescato” dalla Consulta.

Il Palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale
Il pronunciamento dei giudici è contenuto in un comunicato apparso nel pomeriggio sul sito della Corte Costituzionale, che riportiamo di seguito:
“La Corte costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148, del decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, e del decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 156, come sollevate dai Tribunali di Pinerolo, di Alba, di Sala Consilina, di Montepulciano e di Sulmona con le ordinanze di rimessione esaminate all’udienza pubblica del 2 luglio 2013 ed alla camera di consiglio del 3 luglio 2013.
La Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del decreto legislativo n. 155 del 2012, limitatamente alla disposta soppressione del Tribunale di Urbino (reg. ord. n. 66 del 2013).
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Regione Friuli Venezia-Giulia con il ricorso n. 179 del 2012.”
Per il Tribunale di Bassano & C. resta adesso solo l'ultima spiaggia: l'intervento della politica. Da più parti, in parlamento, è stata espressa la necessità di approvare dei decreti correttivi. Ma la deadline del 13 settembre - data dell'entrata in vigore della riforma della geografia giudiziaria e del conseguente accorpamento dei “tribunalini” soppressi ai tribunali dei rispettivi capoluoghi di provincia - è molto, forse troppo vicina. Con la stagione estiva che non aiuta di certo la produttività dei nostri onorevoli e senatori.
A Bassano del Grappa - come nelle altre città dei “6 da salvare” - si profilano nuove azioni di protesta da parte degli avvocati, come è giusto che sia dal loro punto di vista.
Ma il reale stato delle cose - in vista della chiusura effettiva di settembre e più di tutte le azioni e le dichiarazioni al riguardo - viene efficacemente espresso da quello che ci ha detto nei giorni scorsi un funzionario del Tribunale di via Marinali: “Siamo tenuti in vita artificialmente”.
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