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Bassano, maggioranza divisa sulle Case da Gioco

Il consiglio comunale approva un emendamento sulla destinazione d'uso commerciale di due edifici in centro storico, da non destinare al gioco d'azzardo. Il gruppo Bassano ConGiunta vota contro: "Tema troppo importante per relegarlo a due soli casi"

Pubblicato il 03-02-2013
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Diciamolo subito: la questione, sotto il profilo puramente tecnico-amministrativo, non è di facile e immediata comprensione.
Non è così, invece, sul piano politico: perché la vicenda di cui ci occupiamo rappresenta un chiaro segnale di dissenso all'interno della maggioranza che governa Bassano del Grappa, che si è trovata divisa - nell'ultimo consiglio comunale - sul tema delle “Case da Gioco”, ovvero dei locali destinati in città al gioco d'azzardo.
Cerchiamo intanto di riassumere il fatto: il consiglio comunale ha votato ed approvato un emendamento, presentato da parte della maggioranza, che impone ai proprietari di due edifici in centro storico - a fronte del cambio di destinazione d'uso degli stessi da residenziale a commerciale/direzionale nei piani superiori - di “non destinare gli spazi commerciali oggetto degli accordi ad attività come Case da Gioco e similari.”

L'emendamento è stato approvato con i voti a favore di parte della maggioranza e di alcuni consiglieri di opposizione. Non però dal gruppo consiliare Bassano ConGiunta, che siede sui banchi di maggioranza, e che ha votato contro.
Una posizione divergente che - come spiega un lungo comunicato stampa trasmesso in redazione, a nome del gruppo, dal consigliere di Bassano ConGiunta Antonio Guglielmini - in realtà è motivata dalla necessità di bloccare la proliferazione di un fenomeno, come quello delle Case da Gioco, che “è troppo importante per esser affrontato e relegato in questo modo ai due soli casi trattati in Consiglio Comunale”.
Pubblichiamo di seguito, integralmente, il comunicato del gruppo Bassano ConGiunta:

COMUNICATO STAMPA

FUORI DA BASSANO LE CASE DA GIOCO!

Giovedì scorso, in occasione della seduta del Consiglio Comunale, il nostro gruppo consiliare ha votato contro un emendamento presentato in fretta e furia da una parte della maggioranza, su un tema certamente importante, sensibile e di sicuro condivisibile nel merito, come quello della regolamentazione delle “Case da Gioco”.
Ma perché allora abbiamo votato contro quell’emendamento? Perché si è voluto utilizzare uno strumento urbanistico, come quello degli accordi di programma ex art. 6 della L.R. 11/2004, finalizzati ad autorizzare il cambio di destinazione d’uso da residenziale a commerciale/direzionale dei piani superiori, richiesto nei due edifici localizzati in Centro Storico, per inserire invece una condizione contrattuale certamente possibile, ma che poco aveva da spartire con gli accordi in approvazione. L’emendamento proposto, e alla fine approvato dal resto della maggioranza anche con i voti di parte dell’opposizione, prevede infatti l’obbligo della proprietà a non destinare gli spazi immobiliari commerciali, oggetto degli accordi, a “Case da Gioco” ed altre attività similari.
A parte il fatto che l’impegno votato riguarda la sola proprietà, e non anche i gestori delle attività commerciali o coloro che eventualmente dovessero prendere in affitto tali spazi (e non si capisce il perché questi potrebbero e la proprietà no), il tema delle “Case da Gioco” è troppo importante per esser affrontato e relegato in questo modo ai due soli casi trattati in Consiglio Comunale. Il gioco d’azzardo è una vera e propria piaga sociale, che purtroppo prolifera con il favore dello Stato che ci guadagna a piene mani, sfruttando una vera e propria condizione di disagio sociale.
Il settore è in continua e forte crescita, è la terza attività economica del paese, il cui fatturato ufficiale nel 2011 ha raggiunto la stratosferica cifra di 76 miliardi di €uro, e miete vittime soprattutto tra i più giovani, i più deboli, i più disagiati, soprattutto in questo periodo di grave depressione economica, con il miraggio di una ricchezza facile ed immediata.
Attualmente queste attività si possono insediare in un qualunque locale ad uso commerciale, certo anche in questi due, ma non solo. In Centro Storico, ad esempio, sono state aperte poco tempo fa due di queste attività, e poi ci sono molti altri spazi commerciali inutilizzati, le botteghe chiuse con cartelli vendesi o affittasi esposti nelle vetrine, e facile preda quindi per i gestori di queste bische legalizzate.
Ormai non bastano le dita delle mani per contare le botteghe chiuse, anche quelle storiche. Per i due casi trattati in Consiglio Comunale le proprietà, preventivamente interessate, nulla hanno avuto da eccepire sull’emendamento, e questo dimostra che hanno un progetto diverso, ben preciso per quei nuovi spazi commerciali, e d’altra parte non si sarebbero di certo buttate allo sbaraglio in un mercato immobiliare e commerciale ormai asfittico.
Che senso ha allora l’aver voluto impedire in questo modo l’insediamento di una sala giochi ai piani superiori di un singolo edificio, salvo poi, ironia della sorte, vedersela aprire nell’edificio a fianco o di fronte, o peggio ancora negli stessi locali oggetto di emendamento dati in affitto?

Un articolo delle norme tecniche di attuazione del PI vigente già esclude la possibilità di insediare queste attività ai piani terra degli edifici commerciali all’interno del Centro Storico di Pregio. Se proprio si voleva intervenire efficacemente sulla questione delle “Case da Gioco”, almeno in Centro Storico, sarebbe stato sufficiente proporre di estendere la valenza di questo articolo anche agli altri piani. Allora certamente si sarebbe dimostrata con concretezza la volontà di contrastare duramente il proliferare del gioco d’azzardo!
Ci sembra invece che qualcuno abbia voluto prendere al volo un’occasione, come quella degli accordi di programma, per pulirsi in qualche modo la coscienza e crearsi l’immagine di chi combatte una sacrosanta battaglia. Che tutti gli amministratori, intellettualmente onesti, vogliono combattere, e noi per primi! Qualcuno ha detto che questa era un’occasione, una importante occasione, per dare un segnale, per far capire che l’amministrazione è sensibile al problema del gioco d’azzardo, che molte famiglie ci avrebbero ringraziato per questo.
Ci mancherebbe altro, ma perché allora questa proposta non è stata inserita ad esempio negli accordi per la variante del nuovo centro commerciale Unicomm, che sarà prossimamente frequentato da migliaia di persone al giorno, da giovani attratti dai nuovi spazi commerciali dedicati alla multimedialità, oppure nell’ambito del nuovo PP4 Area Parolini, ove anche li sorgerà una nuova piastra commerciale? Forse in quegli spazi una casa da gioco non sarebbe un problema?
L’amministrazione deve affrontare rapidamente ed efficacemente questa piaga sociale, con proposte mirate e ad ampio raggio, che riguardino tutto il territorio comunale con le sue zone sensibili, come il Centro Studi o altre aree di aggregazione dei nostri ragazzi, e non solo due edifici in Centro Storico, con una regolamentazione che disciplini in modo ferreo ed organico l’apertura e l’accessibilità di queste sale da gioco, a fronte di un numero sempre maggiore di richieste di apertura.
Non riteniamo che limitando o vincolando questi due casi isolati si possa anche solo pensare di aver messo un freno, o iniziato a controllare, queste poco rispettabili attività. E’ nostro dovere di amministratori invece, non soltanto una responsabilità, regolamentare questo fenomeno, per tentare di arginare la dipendenza e le deviazioni che questo tipo di attività può generare nella nostra società, attivando anche una adeguata informazione preventiva nelle scuole per tutelare le fasce più deboli e vulnerabili, esposte a pericolose forme di devianze sociali che questo tipo di commercio può realizzare.

Gruppo Consiliare Bassano ConGiunta

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