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Quando una serie è più efficace della realtà
L’Associazione Culturale “L’Urtica”, nelle prestigiose sale del Castello Inferiore di Marostica propone una mostra d’arte contemporanea di alto livello. Coinvolgendo quattro artisti, una poetessa e la presentazione critica di Mario Guderzo, Direttore del Museo Canova di Possagno con catalogo curato dal grafico Tony Arduino.
Scrive Mario Guderzo: ”le cinque espressioni d’arte, quattropiùuno (titolo dato alla mostra), Claudio Brunello, Livia Cuman, Roberto Lanaro e Daniele Marcon e Laura Primon, possono essere raccolte all’interno delle quattro verbalità del: fare, osservare, vedere e dire”.

Il visitatore è portato a entrare in una vera e propria “Agorà”. Termine con il quale nella Grecia antica s’indicava la piazza principale della polis. L'agorà (in greco = raccogliere, radunare) fu un'autentica invenzione urbanistica; oggi, si chiama piazza ed è luogo della democrazia per antonomasia, intesa come luogo di libero scambio d’idee e argomenti, si svolgono assemblee dei cittadini che si riuniscono per discutere vari problemi della comunità. L’intero allestimento della mostra ha questa base concettuale, evidenziata anche dal titolo “quattropiùuno”.
La poetessa Laura Primon, con i manoscritti alle pareti, introduce e accompagna l’occasionale visitatore: ”Viandante percorri in compagnia di te stesso strade che conducono verso orizzonti sperati”, dove il sentire del singolo incontra saperi nuovi e diversi, è spesso nelle mostre questo incontro avviene e le fa diventare “Agorà”.
Vere e proprie piazze sono le sculture dell’artista Roberto Lanaro, opere in ferro che invitano, non solo a girarci intorno, ma ad addentrarvisi, quasi camminandoci mentalmente. “Organo vivo esposto agli sguardi....la piazza pulsa del suo battito possente”, scrive Laura Primon. “Si deve fare esperienza delle sue opere” e poi ancora “l’osservatore è trasportato in mondi nuovi: ora confusi, ora vivacemente chiari, ora impetuosi, ora riservati, maestosi e raffinati” scrive Mario Guderzo.
L’artista Claudio Brunello propone, con un complesso agglomerato una sorta di genesi, una vera e propria assemblea in divenire, dove, come afferma Mario Guderzo:”il processo comunicativo ci vede coinvolti e partecipi di fronte ad un atto di vera cooperazione, in cui due o più individui “costruiscono insieme” una realtà ed una verità condivisa”. Di lui scrive Laura Primon: “M'addentro nell'oscuro tempo della memoria dove s'annidano dimenticati segreti” e poi ancora “Sfioro lo schiarire del presente”.
Orizzonti, composti nelle silenziose e meditative opere di Daniele Marcon, dove un fraseggio estetico porta, come dichiara Mario Guderzo: ”Partecipare e condividere, sembrano dire le assonanze delle strisce di stoffa impregnate di colore che comunicano un empito di entusiasmo e di vita” e poi ancora “tutto attorno alla nostra realtà, che ci illudiamo di conoscere totalmente e nei suoi diversi aspetti, c’è un mondo impalpabile”.
Irrompe nella “piazza” l’opera dell’artista Livia Cuman: “la sensibilità cui l’arte si rivolge si mostra così come la emotività della realtà in cui viviamo, i sensi agiscono tutti insieme: noi vediamo ciò che al contempo possiamo udire e toccare”, scrive Mario Guderzo. Nel fare arte il colore domina, portato in scena da una libera e spirituale gestualità. Laura Primon di lei scrive:”questo è forse nascondere furiosamente ciò che è alla luce del sole”.
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