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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
L’Arca di Pin approda in una nuova agorà
Installazioni di Pino Pin in mostra fino al 27 febbraio all’ex Chiesetta dell’Angelo
Pubblicato il 14-02-2011
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E’ stata inaugurata all’ex Chiesetta dell'Angelo la mostra-installazione dell'artista padovano Pino Pin. L'esposizione, organizzata dall'assessorato alla Cultura di Bassano, è curata da Flavia Casagranda e sarà visitabile fino al 27 febbraio. L’artista, nato a Piazzola sul Brenta e allievo all'Accademia di Venezia di Alberto Viani e a Brera di Guido Balloi, é uno scultore multimediale, le sue opere si possono collocare sul versante dell'arte concettuale pur con contaminazioni diverse, dall'Arte Povera all’iconismo iperrealistico.
L'esposizione bassanese propone un allestimento suggestivo costruito sul filo del simbolismo esistenziale, il messaggio comunicato dall’artista nel suo percorso espositivo è nella sostanza una denuncia contro la violenza. La contrapposizione tra diverse tradizioni, consuetudini, sistemi ideologici e di conduzione quotidiana sono trasfigurate da Pin in contrasti iconici: Oriente e Occidente accolgono all’ingresso, due cariatidi con le rovine dei loro templi ai piedi, si entra poi nel dedalo della paura e della possibilità , la selva degli Aliti, - metaforicamente un ingresso nel baraccone degli specchi dove è sinonimo di chiusura, non di rassicurazione, il rivedere la propria immagine riflessa e uguale – e lo sbocco, la via d'uscita indicata, sfocia nel dialogo aperto e consapevole: la nuova lingua si “parla” nell’agorà ritrovata. C’è anche un tempio laico nella piazza, abitato dai cori di carta muta dei media. L’Arca di Pin fa approdare nello spazio pubblico dove moderazione e forza possono scontrarsi, anche violentemente, ma cercano anche di dialogare nella ricerca utopistica – incombe dall’alto della torre un fungo atomico - della pace. “È un paradosso pensare che una forma dimensionata indichi la strada per l'infinito” scrive l’artista nel suo sito a proposito della scultura www.pinopin.it , ma si sa, i paradossi prima ci fanno dubitare delle nostre credenze e poi ci spingono a ridefinire i nostri concetti. Un bel messaggio quello affidato all’arte, soprattutto di questi tempi. L’ingresso è libero.
Pino Pin
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