Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 10-01-2011
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“Con le curve si può”. E se lo dice lei, c'è da crederle.
Elisa D'Ospina, 27 anni, vicentina di Dueville, lo afferma del resto a pieno diritto: è infatti un'affermata modella “plus size”, indossatrice internazionale di collezioni di moda “taglie comode” con le quali, con la sua taglia 48, sfila sulle passerelle di tutta Europa. A nome e per conto del 35% delle donne italiane che portano una taglia superiore alla 46.
Diventando, in pochi anni, un'autentica icona del settore: in netta controtendenza con i canoni di stile, di look e di bellezza imposti dai creatori di moda e dalle riviste di settore, dove abbondano da sempre, in copertina e nei servizi fotografici, modelle magrissime.
Elisa D'Ospina
E in una società che ci vuole tutti “belli e perfetti”, Elisa - laureata il Scienze della comunicazione psicologica e titolare, assieme al fidanzato, di un'agenzia di comunicazione e marketing - ha trasformato il suo lavoro di modella in una vera e propria missione sociale.
Impegnata in prima linea - con numerose interviste e con interventi sui nuovi media - a reclamare ad alta voce la dignità delle misure abbondanti e a combattere soprattutto la cultura della “magrezza patologica”, imposta dagli attuali modelli sociali e provocata in molte giovani ragazze da gravi devianze dei comportamenti alimentari come l'anoressia e la bulimia.
Ospite di numerose trasmissioni televisive nazionali, l'intraprendente modella “plus size” è stata tra le prime a denunciare, dal teleschermo, l'esistenza dei siti internet “pro ana” e “pro mia” che diffondono messaggi sulla Rete - a sostegno delle fuorvianti e dannose pratiche dell'anoressia e bulimia - nelle forme di comunicazione preferite dai giovani: blog, chat, forum, email.
Cominciando in questo modo la sua personale battaglia culturale per diffondere il messaggio dell'accettazione del proprio corpo, della ribellione alla schiavitù delle misure e del valore positivo delle curve in salute.
Un messaggio che emerge dal suo visitatissimo sito internet www.elisadospina.com e dalla sua pagina su facebook, che conta oltre 2200 iscritti.
“E' difficile che le cose cambino da un giorno all'altro - ci dice Elisa -. Ma già il fatto che noi modelle “plus size” esistiamo e che i media si occupano di noi è una cosa bella, ci permette di parlare ad un pubblico vasto di ragazze e di donne che “non si vivono bene” e che avendo il riferimento di una ragazza normale possono ricuperare la loro autostima. All'email del mio sito internet mi scrivono tantissime ragazze, e anche i loro genitori, che mi ringraziano ed è nato così un bellissimo rapporto con il pubblico.”
Quello che pensa, Elisa D'Ospina lo dice: dando impulso alle sue iniziative mettendoci il nome e la faccia. Scrivendo articoli sui temi a lei cari, in veste di “Curvy Fashion Blogger”, sul sito web di Vogue Italia. E diventando persino un riferimento per il Ministero della Salute che nel 2009, a Verona, l'ha invitata tra i testimonial della “Giornata nazionale della salute” dedicata proprio al tema dei disturbi alimentari.
Il fiore all'occhiello del suo già ampio curriculum si chiama “I'm not a fashion victim” (“Io non sono una vittima della moda”): campagna nazionale di sensibilizzazione contro i disturbi alimentari di cui è promotrice e testimonial assieme ad altre cinque colleghe modelle “curvy” ovvero “taglie più” - Elenora Finazzer, Marina Ferrari, Aija Barzdina, Valentina Fogliani e Mjriam Bon - con lo scopo di dire “no” alla schiavitù delle misure.
Sei ragazze dalle taglie abbondanti, fotografate senza veli dall'obiettivo di Luca Patrone, per affermare ad alta voce che la bellezza, prima ancora che un valore esteriore, è qualcosa che nasce da dentro, dalla consapevolezza del proprio corpo, dal non considerare il cibo come un nemico e dal non rinunciare ad essere se stesse.
“La campagna “I'm not a fashion victim” - ci spiega ancora Elisa D'Ospina - l'abbiamo lanciata con altre cinque colleghe, tutte modelle plus-size. Siamo partite un anno fa e stiamo ancora continuando. Vogliamo presentare l'esempio di ragazze morbide, tranquille, sorridenti e di esperienza internazionale nel mondo della moda che sono diverse da ciò che comunemente si pensa di una modella professionista.
La campagna è svolta in collaborazione con Jonas onlus, che è un centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi del disagio contemporaneo, ed è supportata dallo slogan “Curvy can”, e cioè “Con le curve si può”, prendendo spunto dal motto “Yes we can” del presidente Obama.”
“Il messaggio che do - conclude - non è assolutamente: “grasso è bello”. Parliamo di curve, ma in salute. Una donna è bella con tutte le sue forme. Bisogna cercare il bello di se stesse e far risaltare le qualità di se stesse.”
Parola di Elisa D'Ospina: bellezza, passione e tenacia taglia 48.