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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Quando a parlare sono i Silenzi
Fino al 30 aprile, a Casa Allianz, una collettiva con opere di Silvia De Bastiani, Paolo Giaretta e Carlo Martini
Pubblicato il 26-01-2025
Visto 5.127 volte
A Palazzo Suntach Zilio Tessarolo, ospitante Casa Allianz, fino al 30 aprile è possibile vistare una collettiva che presenta una selezione di opere di tre artisti veneti: Silvia De Bastiani, Paolo Giaretta e Carlo Martini.
Si tratta della quarta esposizione organizzata dalla realtà bassanese, ha il patrocinio della Città di Bassano e i curatori sono Claudio Brunello e Pietro Gasparotto.
Suddivisi sui tre piani del palazzo, ad abbellire gli uffici e il salone delle conferenze, i quadri dialogano con l’ambiente di lavoro imponendosi come finestre visionarie, con i loro scorci e i loro silenzi. Si intitola appunto “Silenzi” l’esposizione, raggruppante opere scelte di tre artisti che parlano in realtà linguaggi diversi, dal punto di vista tecnico e figurativo, ma che hanno come denominatore comune una riflessione sulla cifra dell’assenza, rappresentata nel caso di De Bastiani da panorami di montagna, di Giaretta da interni in abbandono e di Martini dall’andare di figure aleatorie.

un momento dell'inaugurazione della mostra Silenzi
Silvia De Bastiani vive a Imer, nel Feltrino, e nella sua attività artistica ha riversato una profonda passione per le montagne: boschi e panorami dolomitici, i protagonisti dei suoi acquerelli su tela. Silenzio e solitudine pervadono i dipinti, tra quelli presenti anche di grandi dimensioni, elementi mai presenti a dire l’isolamento in senso drammatico, più a proporre un viaggio privilegiato, inquadrato da vicino, tra la bellezza di vette inerpicate e ghiacciai quasi carezzati da pennellate acquatiche.
Tinte tenui, fredde, da paesaggi innevati, da rosengarden crepuscolare, appartengono sia alle rocce che ai boschi più in basso, nelle raffigurazioni che ospitano tronchi nel sottobosco. C’è solo la musica del vento in questi panorami silenziosi che evocano propriamente la natura alpina, ma escono nel contempo dal loro contesto per figurare l’essenza della montagna e ciò che rappresenta, e c’è inoltre l’andare per sentieri dei pensieri di artefice e spettatore.
Carlo Martini, thienese, è un artista autodidatta che viene dalla grafica. Oggetto dei suoi dipinti sono da alcuni anni interni di edifici in abbandono, siano essi domestici, lavorativi o industriali. Nelle raffigurazioni, il silenzio è rotto dal dialogo tra spazio e luce: finestre e porte a vetri sono sempre presenti, a donare uno sguardo laterale, di scorcio a oggetti dimenticati, o lasciati appositamente soli, ad abitare stanze e spazi e a restituirne la dimensione vitale che non c’è più, emblemi di ricordi e memoria.
Alcune opere, soprattutto quelle rappresentanti contesti lavorativi, hanno atmosfere cinematografiche, da film di Tarkovskij. Anche qui, nessun senso di tragedia né di dramma: il normale ciclo delle cose e delle persone, che comprende anche l’assenza, la mancanza, la morte. Il silenzio sembra interrotto da sussurri che circolano tra le pareti, mentre la vita scorre fuori, dagli affacci da dove proviene la luce, che però nelle opere ci sono quasi ovunque negati.
Paolo Giaretta, artista di Schio, predilige per i suoi dipinti tele di medio-grandi dimensioni, utilizza colori acrilici o più raramente a olio, con cromie accese, e ha realizzato serie nominate landscape building, dove il fruitore diventa protagonista e costruttore insieme all’artefice del dipinto. “I miei lavori potrebbero essere visti come storie mai scritte” ha dichiarato Giaretta, infatti il margine di costruzione/decostruzione, e quindi di narrazione, lasciato all’osservatore è molto ampio in queste opere dove prevale il “non a fuoco”, insieme a una dimensione onirica. Le librerie, soggetto ricorrente, sono raffigurazioni di silenzi parlanti, di oggetti-mondo.
La mostra è visitabile negli orari di ufficio e su prenotazione. Per informazioni e per le visite: cell. 3931354890.
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