Ultimora
16 Nov 2025 18:43
Il delfino Mimmo dribbla controlli e torna in bacino di S. Marco
16 Nov 2025 14:43
Salvini lancia Zaia per le suppletive in Parlamento
16 Nov 2025 13:46
Salvini, decreto trimestrale per l'Ucraina? Fantasia
15 Nov 2025 17:27
Flash mob con 'bara' del Movimento 5 stelle a Verona
15 Nov 2025 16:29
Il delfino di Venezia allontanato dal bacino di San Marco
15 Nov 2025 16:05
Milano Cortina: nei tempi rifacimento di 10 stazioni ferroviarie
17 Nov 2025 00:27
Ancora incubo Italia, ora restano solo i playoff
17 Nov 2025 00:29
In Cile ballottaggio tra Jara e l'ultraconservatore Kast
16 Nov 2025 23:46
Ancora incubo Italia, ora restano solo i playoff
16 Nov 2025 23:00
Italia battuta 4-1 dalla Norvegia a San Siro FOTO
16 Nov 2025 22:26
Italia Norvegia 1-3 DIRETTA e FOTO
16 Nov 2025 22:11
Italia Norvegia 1-1 DIRETTA e FOTO
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Spettacolo anche in cielo, per la flaviada dedicata a Bowie
Primo appuntamento agostano, a Villa Angaran San Giuseppe, per la rassegna dedicata ai dischi degli anni Settanta
Pubblicato il 02-08-2024
Visto 5.242 volte
Atmosfere giustamente berlinesi, con tanto di cielo nero, tuoni cupi e lampi allucinati, come ha sottolineato il conduttore Alberto La Via, per la prima flaviada d’agosto, a Villa Angaran San Giuseppe, nella serata dedicata niente di meno che a Station to Station, album mitico e straniante di David Bowie.
Il quinto appuntamento di “Las Flaviadas. Stiamo solo ascoltando dei dischi” in versione estiva, rassegna giunta alla settima edizione, ha avuto come protagonista dell’ascolto narrato uno dei sette dischi nati negli anni Settanta scelti dagli organizzatori, un gruppo di appassionati che fa capo alla Villa, ovvero l’album uscito nel 1976, che quindi ha una lunga storia, decimo lavoro del Duca Bianco.
Un album breve ma carico di bellezza, è stato ricordato, sei brani nati negli States, prima dunque della Berlino che diede i natali alla celebre trilogia, ma che tanto già conteneva della fascinazione impressa dall’algida elettronica e dalla sperimentazione di stampo teutonico che generarono i tre album successivi. Un periodo di vita altrettanto intenso, insieme difficile e fecondo per Bowie, anni dai colori fluorescenti, attraversati non proprio lucidamente a suon di “latte, peperoni e cocaina”, come ha rammentato La Via. I compagni di vita per Bowie, libri e musica e persone, tra queste basti un nome, Iggy Pop, che non potevano che essere di ispirazione, gli uni e le altre con i loro assetti esploranti i limiti e oltre.
David Bowie, il suo Station to Station protagonista di Las Flaviadas
Come da formula, nelle serate le introduzioni informative e dense di elementi anche non prettamente musicali aggiunti (per inquadrare la temperie che girava attorno ai dischi) a cura dei diversi conduttori precedono e accompagnano l’ascolto integrale del disco, brano per brano — proprio Station to Station, in questo caso. Nessun andare per stazioni ferroviarie, se non mimate dallo sferragliare di treni artificialmente riprodotto nel primo lungo brano che dà il titolo all’album. In realtà vi è un richiamo alla Passione di Cristo nella concezione del progetto, che abita un impossibile fuoco in un’orbita collocata tra le mille luci di Los Angeles — negli anni Settanta in preda alla follia consumistica, raccontata tra sette, omicidi e occultismo, affamata di fame e di droga — e i cieli plumbei e decadenti, altrettanto maledetti, dell’amata Berlino.
Le immagini, se ci fossero state, avrebbero inquadrato Christiane F. nella discoteca dello Zoo.
Appena interpretato Thomas Jerome Newton, in L’uomo che cadde sulla Terra, un Bowie filiforme non voleva dormire, era consumato dalla volontà di creare. Da qui, abusi e dipendenze ma anche frutti dal sapore indefinibile, alieni come questo album, che affonda le radici nel soul, nel funky e nel rhythm and blues e fiorisce di sonorità che già guardano altrove, del tutto europee.
Sfilano nei brani a tappe musica e parole, Bowie alla voce e ai cori, alla chitarra, al sax e in alcune parti al sintetizzatore. I testi: profondi, enigmatici, misteriosi, pieni di echi letterari, di esoterismo, di parole alate (l’artista utilizzava la tecnica del cut-up, è stato ricordato). Tra tanto senso di solitudine e di dolore messo in canzone, brilla bellissima la stella pazza e danzante di Stay. Indimenticabile l’interpretazione di Wild is the Wind, un omaggio a Nina Simone.
Il prossimo appuntamento con Las Flaviadas è fissato per giovedì 22 agosto, con “Dixie chicken”, dei Little Feat, raccontato da Sara Bao.
Le serate, che hanno inizio alle ore 20.45, sono realizzate in collaborazione con Libreria Palazzo Roberti e Pick Up Records.
Per informazioni e dettagli sulla partecipazione: flaviadas@villangaransangiuseppe.it.
Più visti
Elezioni Regionali 2025
10-11-2025
Elena Pavan: “Sono pronta a rimettermi in gioco”
Visto 17.661 volte
Elezioni Regionali 2025
14-11-2025
Andrea Nardin: “Mi propongo non per quello che prometto ma per quello che ho fatto”
Visto 6.826 volte
Attualità
15-11-2025
PFAS Pedemontana: Vicenza Istituisce il Comitato Provinciale di Coordinamento
Visto 3.752 volte
Elezioni Regionali 2025
10-11-2025
Elena Pavan: “Sono pronta a rimettermi in gioco”
Visto 17.661 volte






