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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Magazine

Tra le pagine di pordenonelegge

Uno Special Report dell'andar per i grandi festival letterari italiani di fine estate

Pubblicato il 19-09-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Settembre, ormai da tradizione, è il mese-contenitore di moltissime manifestazioni e di un firmamento di eventi più o meno di richiamo spesso accavallati nei quattro fine settimana che quattro sono, massimo cinque, perciò si è obbligati a fare delle scelte che non viaggiano solo sulle direttrici del gusto ma sono dettate dall’assenza del dono dell’ubiquità.
Nell’andar per festival letterari, fare anche solo un tuffo nel mare giallo di pordenonelegge è un appuntamento di fine estate imperdibile per chi ama i libri e gli incontri con gli autori ma non solo, anche in termini legati al viaggio e all’eleganza di città che sanno vestirsi a festa, che accolgono con amicizia il popolo dei festival.
Il programma della 24^ edizione, partita simbolicamente da Praga e in approdo a Timisoara, capitale europea della cultura (da venerdì 20 ottobre) è entrato nel pieno nei cinque giorni dal 13 al 17 settembre, ospitando 620 autori, 334 incontri e 65 libri in anteprima. La manifestazione, organizzata dalla Fondazione Pordenonelegge.it presieduta da Michelangelo Agrusti e diretta da Gian Mario Villalta, con i curatori Alberto Garlini e Valentina Gasparet, ha registrato con successo complessivamente 110mila presenze. Questi grandi numeri non devono però trarre in inganno e dare un’idea di ressa e confusione: la dimensione del festival, grazie a un’organizzazione magistrale coadiuvata dalla presenza di ragazzi vestiti di giallo con le ali d’angelo, ha una resa sartoriale, a misura d’uomo.

il pubblico di pordenonelegge 2023

Una festa che ha la levità della piuma e la sostanza granitica della storia, come ha riassunto lo slogan “léggere-lèggere”, e come ha ricordato nel suo messaggio augurale il Presidente Giorgio Mattarella: «Tra Italia e Mitteleuropa, tra Mediterraneo e Balcani, tra Occidente e Oriente questa festa del libro si conferma Festa della libertà, perché senza cultura la libertà perde spessore e si indebolisce». Nessun mordi e fuggi, quindi, ma un progetto cresciuto nel tempo maturato in fretta per farsi presidio culturale sul territorio — la seconda parte del cartellone “Fuoricittà” è in calendario nel prossimo autunno in otto centri della provincia di Pordenone e anche nelle scuole.
Ad accogliere a pordenonelegge è una città piena di libri interamente vestita in giallo, colore del festival, con negozi, locali, vetrine vivaci, solari e curati, tutto a tema nella provincia friulana dai connotati europei il cui centro storico è una galleria d’arte a cielo aperto.
In un cartellone di incontri che annovera tanti nomi di richiamo della cultura italiana e internazionale — tra questi il Premio Nobel per la pace e storica Irina Ščerbakova, Annie Ernaux, Premio Nobel per la Letteratura 2022 e poi Andrei Kurkov, la voce letteraria più nota dell’Ucraina del nostro tempo —, intrecci ben tessuti con altri eventi letterari come il Premio Strega Poesia e il Premio Campiello, oltre ad affrontare tanti temi importanti, l’itinerario che chi scrive ha percorso per Bassanonet tra sabato e domenica ha seguito gusti e letture personali (come sempre) arricchito ovviamente dai reportage dei colleghi.
Massimo Recalcati, che qualche ora dopo ha parlato al Teatro Verdi del suo nuovo libro A pugni chiusi. Psicoanalisi del mondo contemporaneo, nel mattino di sabato ha presentato la nuova edizione di un saggio di colui che fu un suo maestro, Franco Fornari, autore di Psicoanalisi della guerra. Opera edita anch’essa da Feltrinelli, il libro di Fornari ha nientemeno che rivoluzionato il pensiero psicoanalitico sulla guerra e le sue teorie vengono riproposte ora ai lettori nella loro inquietante attualità. Guardando alla guerra scatenata dai Russi contro l’Ucraina e all’escalation atomica, Recalcati ha illustrato la tesi centrale enunciata da Fornari, cioè che le radici della follia più grande dell’essere umano affondano nella sua natura malevola e nell’elaborazione solo paranoica del lutto.
L’argomento della psicanalisi e l’immagine della bomba atomica sono anche quelli che hanno connotato l’incontro curato da Riccardo Cepach, responsabile del Museo Svevo e del Museo Joyce di Trieste, e dallo scrittore Mauro Covacich su opera e figura di Italo Svevo. Ricordato il finale catastrofico di La coscienza di Zeno, romanzo che quest’anno in sordina ha compiuto cent’anni, Cepach che è autore di Ultima sigaretta e La funzione S. E altri esperimenti di critica sveviana dialogando con Covacich ha indagato i meccanismi narrativi che appartengono alla prosa del grande scrittore triestino e le dualità che sempre espresse: una vita condotta a cavallo tra due culture, quella italiana e quella tedesca, e poi nel romanzo i riflessi specchiati e opposti di Zeno Cosini e il Dottor S. (lo psicanalista che racconta e forse “tradisce” la vicenda di Zeno).
Tra le scrittrici, ironica e saettante come sempre Chiara Valerio ha intervistato Teresa Cremisi, editrice, dal 2021 presidente di Adelphi dopo essere stata a lungo collaboratrice di Antoine Gallimard a Parigi — tanto per dire. Cremisi, grande appassionata di Storia e di narratori storici, ha raccolto in Cronache dal disordine (La Nave di Teseo Editore) un centinaio di scritti pubblicati nel tempo nella rubrica di un settimanale francese, testi dove si accavallano temi e personaggi come Erodoto e Tucidide, Greta Thunberg e Donald Trump, scrittori francesi e Elon Musk. Frammenti, episodi, aneddoti provenienti dalla cronaca e dalle letture, sono riletti e fermati dall’autrice in una sorta di linea del tempo disegnata in libertà che non trascura, che non dimentica, attraversata da un’ironia sottile, senza apparenti giudizi di valore. “Un esercizio di pensiero e di libertà”, si potrebbe sintetizzare.
Di Tecnosofia e della possibilità di coniugare tecnologia e umanesimo per una scienza nuova, che guardi con una fiducia di stampo illuminista alla possibilità di tracciare vie di progresso nell’evoluzione umana, hanno dibattuto il filosofo Maurizio Ferraris e Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino. La sfida è quella di coniugare il progresso con le problematiche legate all’attualità (denatalità, disuguaglianze sociali, emergenza climatica, pericoli legati all’utilizzo dell’intelligenza generativa… ). Saracco tra le altre cose ha ricordato il valore riconosciuto della scuola primaria all’interno del sistema di formazione istituzionale e l’importanza dell’investimento fiducioso sui giovani.
Dal profumo che arriva da lontano della laguna del Friuli il passo è breve per arrivare alla Laguna di una Venezia, dove è ambientato il nuovo libro di Alberto Toso Fei. Discendente da un’antica famiglia di vetrai di Murano e quindi “Veneziano del 1351”, ha dichiarato ai presenti. Toso Fei nel giallo Il piede destro di Byron (Marsilio Editore) in parte indossa i panni dell’investigatore per caso Nicoli, veneziano che dovrà districarsi tra invenzioni misteriose, libri antichi e affascinanti come il celebre Hypnerotomachia Poliphili e figure leggendarie come Lord Byron, celebre poeta britannico che visse a lungo nella città lagunare, fra licenze e scandali. Non solo delitti e misteri: nelle letture di alcuni brani fatte dall’autore, la lingua veneziana fa capolino insieme a un certo tratto goldoniano, o giù di lì.
Una lectio magistralis ricchissima dedicata a Giorgio Manganelli e alla sua opera, è stata quella proposta da Andrea Cortellessa nel primo pomeriggio del sabato di pordenonelegge. Il grande scrittore di cui nel 2022 si è celebrato il centenario dalla nascita è stato ricordato di recente sul territorio anche in biblioteca a Marostica, in un bell’incontro che ha avuto come protagonista in collegamento la figlia, Lietta Manganelli. Cortellessa, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma Tre, curatore di testi di autori italiani del Novecento e contemporanei, si è occupato in diversi saggi e iniziative editoriali di quello che è uno tra i più raffinati e multiformi scrittori del Novecento e ha presentato Giorgio Manganelli. Emigrazioni oniriche, libro recentemente ripubblicato da Adelphi, una raccolta di saggi scritti da Manganelli ispirati dall'arte, dall’intelligenza generativa dello scrittore, dal suo amore per l’Inferno e dal suo odio per i musei.
L’ultimo incontro prima della tappa d’obbligo negli stand dei libri fuori catalogo e nelle librerie di Pordenone è stato con Emanuele Trevi, che presentato da Alberto Garlini ha parlato del suo nuovo libro dedicato al padre. Un ritratto a tutto tondo, che in Casa del mago, edito da Ponte delle Grazie, parte da un viaggio alla Biennale di Venezia dove un bambino per qualche istante si perde tra la folla e approda in una vecchia casa che si fa teatro, dove quel bambino diventato uomo e orfano del padre amatissimo prima si perde per davvero e poi si ritrova in una sorta dolcezza autunnale, di quelle costruite dalla natura del tempo, lasciando andare.
Da tradizione, la formula “Amici del festival”, che prevede una piccola donazione alla Fondazione, garantisce l’accesso agli incontri a cui si desidera partecipare, ma è giusto ricordare che gli appuntamenti di questo Festival restano ad accesso libero, per partecipare basta mettersi in coda.
Altra nota di cronaca: diversi locali hanno proposto un menù del festival creato appositamente, con piatti presi dalla tradizione friulana, ovunque a prezzi abbordabili. Costo di un caffè macchiato, servito in tazzina e piattino eleganti, accompagnato da un bicchierino di cioccolata, nella storica pasticcieria-caffè tutta specchi e boiserie più famosa della città? 1 euro. La promozione del territorio passa attraverso la qualità dell’accoglienza e un susseguirsi di impressioni che aggregate tra loro fabbricano un bel racconto.
Le date della 25^ edizione di pordenonelegge, che festeggerà le nozze d’argento con la cultura e le letterature, sono già fissate: 18-22 settembre 2024.

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