Quanta Venezia a Bassano
Guardano molto a Venezia, gli "Sconfinamenti" della Biennale Fotografia 19. Le sue mostre a palazzo e fuori palazzo sono aperte e visitabili in città fino al 3 novembre

l'inaugurazione della mostra
Quanta Venezia a Bassano, per la Biennale Fotografia 19. Tra le mostre principali, a Palazzo Bonaguro sono esposte le fotografie scelte di Gianni Berengo Gardinogni, gli scatti-denuncia che immortalano lo scempio con avallo di "Venezia e le grandi navi", fotografie che furono esposte nel 2015 al negozio Olivetti di Piazza San Marco che evocano un’immaginaria camminata da King Kong sullo sfondo delle trine di palazzo ducale.
Aggirandosi tra le sale del palazzo di via Angarano, Venezia si ritrova anche nelle belle immagini “diverse” proposte dal gruppo “L-Passion”, www.l-passion-forum.com/forum/m — il luogo virtuale dove di ritrovano gli appassionati del marchio Leica per discutere di fotografia.
Nella chiesetta dell’Angelo, si può ammirare inoltre “Venice still dances”, di Marc De Tollenaere, autore tra l’altro di diverse pubblicazioni per immagini e non solo dedicate alle meraviglie da Wunderkammer della città lagunare. Guarda ai “nativi”, De Tollenaere, o meglio ai residenti, il cui numero è diminuito drasticamente in questo primo ventennio degli anni 2000. La città che per undici secoli ha intrecciato le sorti di Oriente e Occidente custodisce ancora silenzi d’altrove tra calli e campielli, dietro le mura scrostate dalla salsedine, all’interno di edifici dai fasti insospettabili sconosciuti alle maree di turisti che con antenna-cellulare attivata su Maps alla mano invadono ogni giorno Venezia. Nelle fotografie di De Tollenaere, una città nella città che danza senza troppa tristezza: solo qualche languore da gondola ma tanti guizzi verdi negli occhi di questi luoghi e personaggi veneziani resistenti, ostinati.
Tra gli scatti, le immagini suggestive di un rito ortodosso celebrato nella chiesa della comunità greca; le cose e la casa del pittore Nicola Pulese, nel sestiere di San Polo, alle cui finestre sventolava la bandiera nordamericana a stelle e strisce accanto a quella arcobaleno della pace, e poi, bellissime, le stanze senza tempo della casa di Fiora (Gandolfi Herrera), donna dalla vita avventurosa piena d’arte. Poco Veneto da stereotipo, in questa Venezia magnifica rappresentata in mostra, fedele solo alla sua vocazione internazionale sconfinata proiettata sul mare, e a un’anima lagunare.
Le mostre di BF19 sono visitabili fino al 3 novembre il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 15 alle 19. L’ingresso a Palazzo Bonaguro e alla chiesetta dell’Angelo è libero.
Aggirandosi tra le sale del palazzo di via Angarano, Venezia si ritrova anche nelle belle immagini “diverse” proposte dal gruppo “L-Passion”, www.l-passion-forum.com/forum/m — il luogo virtuale dove di ritrovano gli appassionati del marchio Leica per discutere di fotografia.
Nella chiesetta dell’Angelo, si può ammirare inoltre “Venice still dances”, di Marc De Tollenaere, autore tra l’altro di diverse pubblicazioni per immagini e non solo dedicate alle meraviglie da Wunderkammer della città lagunare. Guarda ai “nativi”, De Tollenaere, o meglio ai residenti, il cui numero è diminuito drasticamente in questo primo ventennio degli anni 2000. La città che per undici secoli ha intrecciato le sorti di Oriente e Occidente custodisce ancora silenzi d’altrove tra calli e campielli, dietro le mura scrostate dalla salsedine, all’interno di edifici dai fasti insospettabili sconosciuti alle maree di turisti che con antenna-cellulare attivata su Maps alla mano invadono ogni giorno Venezia. Nelle fotografie di De Tollenaere, una città nella città che danza senza troppa tristezza: solo qualche languore da gondola ma tanti guizzi verdi negli occhi di questi luoghi e personaggi veneziani resistenti, ostinati.
Tra gli scatti, le immagini suggestive di un rito ortodosso celebrato nella chiesa della comunità greca; le cose e la casa del pittore Nicola Pulese, nel sestiere di San Polo, alle cui finestre sventolava la bandiera nordamericana a stelle e strisce accanto a quella arcobaleno della pace, e poi, bellissime, le stanze senza tempo della casa di Fiora (Gandolfi Herrera), donna dalla vita avventurosa piena d’arte. Poco Veneto da stereotipo, in questa Venezia magnifica rappresentata in mostra, fedele solo alla sua vocazione internazionale sconfinata proiettata sul mare, e a un’anima lagunare.
Le mostre di BF19 sono visitabili fino al 3 novembre il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 15 alle 19. L’ingresso a Palazzo Bonaguro e alla chiesetta dell’Angelo è libero.
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