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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La Bassano di Lisa
“Ode a Bassano”: Lisa Aronica, poetessa, esprime in rima l'immenso amore per la sua città. “Abbiamo il diritto e il dovere di rispettare la città dove siamo nati”
Pubblicato il 10-03-2019
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“La poesia fa parte della vita”. Così si intitola una riflessione che la poetessa bassanese Lisa Aronica ha pubblicato sul sito ilmiolibro.kataweb, in una discussione dedicata al tema “La poesia è destinata a scomparire o rinasce con internet?”.
Lisa è una donna solare e sorridente, ma dentro le batte un cuore sensibile che la porta ad esprimere in versi una visione disincantata e non edulcorata della realtà.
Chissà se anche lei fa parte di quelle “anime spettinate e sanguinanti” grazie alle quali, come scrive nel suo post, “ci saranno sempre parole che terranno insieme questo ingiusto, crudele, meraviglioso, invivibile globo terracqueo”. Lei le parole le sa trovare nelle situazioni più diverse, anche immediate, cogliendo al volo l'attimo fuggente di un'ispirazione altrimenti destinata a dissolversi se non annotata sul primo foglietto di carta a disposizione. Così scrive infatti nel suo intervento online: “Amo i fogli svolazzanti, le salviette con i pensieri del momento, i pezzi di carta strappati qua e là per imprimere “quel pensiero”, prima che ti sfugga...un po' come una farfalla dentro la rete (sembra quasi un richiamo ad Internet, questa rete)”, la catturi al volo, ma, come si dovrebbe fare con la farfalla, la poesia si libera poi attraverso le parole.”

Lisa Aronica (foto Alessandro Tich)
Tovaglioli, post-it, bloc notes volanti: ogni spazio cartaceo è adatto a immortalare il suo pensiero poetico. Anche l'agendina che dal 2011 porta sempre con sé. Può però anche succedere di cogliere una sensazione da tradurre in versi mentre sei lontano da un tavolo e dai pezzi di carta e stai facendo tutt'altre cose. È il caso di “Ode a Bassano”, una poesia nata mentre Lisa Aronica stava camminando lungo il Brenta, come fa spesso e dove ritrova l'incrollabile parte positiva di se stessa. È una poesia diversa dalle altre, una dedica in rima nostalgica e spiritosa, un omaggio spontaneo ed affettuoso alla Bassano della sua infanzia e giovinezza, fatta non di monumenti ma di personaggi. È la città che si fa comunità, insieme di persone, luogo di immancabili riti dei fine settimana e delle passeggiate di un tempo coi genitori. Quasi che la farfalla trovi proprio nel nettare del ricordo la forza e soprattutto la gioia per liberarsi in aria.
Tra i luoghi della “sua” Bassano c'è anche l'Enoteca Anticobar di via Menarola, gestita da Fabio e da Costanza. È il buen retiro dove Lisa ama ritrovarsi, accanto ad un ottimo calice di rosso. Ed è proprio qui che la incontro, per scambiare due parole sorseggiando un Cabernet di quelli giusti. L'autrice mi racconta un po' di lei, del fatto che fino a 16 anni ha parlato solo ed esclusivamente in italiano e non in dialetto perché la mamma, maestra, ci teneva, portandola sempre a leggere molto. Ma anche dell'incontro artistico con Tonino Delfino, pioniere delle radio libere bassanesi degli anni '70, che registra le sue poesie con una musica di sottofondo, in collaborazione con Flavio Caponetto dei Bloko Maranhao. Contaminazioni reciproche tra appassionati d'arte che nella fusione tra musica e poesia trovano la loro oasi.
“Nel 2016 - mi dice Lisa - ho pubblicato autonomamente sul sito Kataweb il mio libro “Fiori randagi. Pensieri di una ragazza persa nella notte”. Erano le poesie di una donna trentenne scritte in situazioni particolari e turbolente della mia vita, dal 2005 al 2008. Col passare degli anni si impara poi a smussare alcuni angoli del tuo carattere, per cercare di arrivare alla serenità, che è la più grande ricchezza che possiamo avere. In questi tempi molte persone sono ancora sfiduciate e negative. Io penso che si stiano ancora vivendo gli effetti della crisi che c'è stata, però cerco qualcosa che mi faccia sognare e questa cosa la voglio dare anche agli altri.”
“Ho scritto “Ode a Bassano” dopo una passeggiata in Brenta - racconta l'autrice -. Sono corsa a casa a scrivere subito i pensieri. Ho ripercorso i momenti di quando andavo in giro con papà, che era cliente di Efren e Tino al “Capitano” e di “Mario casoìn”, dove si andava a comprare l'Asiago e il prosciutto cotto. Io amo tanto Bassano, amo la città, cammino tantissimo lungo il Brenta e trovo che sia una città che va vissuta anche coi ricordi, ma quando sono piacevoli. Non amo le lamentele, le lagnanze che oggi vanno tanto di moda. È una vera e propria ode, perché la città se lo merita. I miei genitori sono venuti qui nel '74 perché Bassano era “la città”. Abbiamo il diritto e il dovere di rispettare la città dove siamo nati, per me essere qui è un sogno. Sono andata tanto in giro per passione e per lavoro, ho lavorato anche nel commerciale estero, però c'è sempre stata la voglia di ritornare qua. Tanti bassanesi emigrati per lavoro scrivono sempre che Bassano rimane nel cuore.”
“Bassano è una città, ma al contrario delle grandi metropoli c'è una vera confidenza e contatto fra le persone - afferma Lisa Aronica -. Noi qua ci conosciamo tutti. Questa nostra convivenza insieme ci aiuta, nei periodi di difficoltà io ho sempre avuto delle persone accanto. Qui da Fabio è la mia seconda casa, ci diciamo le cose, ci confidiamo. Questo discorso di essere compatti tra di noi può aiutare tanto. Credo che Bassano sia una bella comunità. Lo penso scevra da ogni opinione politica, che non c'entra con tutto quello che dico e quello che scrivo.”
E se dunque la poesia fa parte della vita, Bassano rende la vita speciale.
ODE A BASSANO
Composto in data 4 febbraio 2019 da Lisa Aronica, dopo una camminata in Brenta.
Il papà mi portava al “Capitano”,
dove trovavi Natalino con le
bandierine in mano.
Poi verso l'Ossario,
ma non prima di esser passati da Mario!
Quando ero piccina mi portavano
anche da Nardini,
i grandi bevevano il “Mezzo”,
il croccantino lo davano ai bambini!
Una passeggiata in via Da Ponte
ad ammirare le vetrine di Cenere:
se avessi indossato quei vestiti, sarei
stata più bella di Venere!
Allungo il passo e vado da Dissegna,
per uno “storto” alla panna,
allora penso: “Pancia mia fatti capanna”!
Per non parlare della pizzetta di
Beltrame...
in piazza a Bassano le vetrine colme
di golosità fanno venir fame!
Un prosecco al Breda,
un Leone al Danieli,
e un bel rosso da Fabio in via
Menarola...
ma fate attenzione... o torniamo tutti
in autoscuola!
Con immenso Amore per la mia
Bassano
Lisa Aronica
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