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Alessandro TichAlessandro Tich
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Fratelli d'Italia in crescita: punta al 10% alle regionali in Veneto, da domani grazie alla Brexit Sergio Berlato torna per la quarta volta al Parlamento Europeo e nascono i due Circoli territoriali di Cartigliano e Marostica

Pubblicato il 31-01-2020
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“Funghi e Meloni bis.” Il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Vincenzo Forte cita in conferenza stampa il titolo del mio articolo su Bassanonet che, a fronte della costituzione degli ennesimi due nuovi Circoli territoriali del partito nel nostro territorio, sottolineava come in provincia di Vicenza e in particolare nel Bassanese tali Circoli stiano nascendo come funghi. Da oggi il cestino del micologo si arricchisce ulteriormente: nascono infatti i due Circoli territoriali di FdI di Cartigliano e di Marostica, affidati rispettivamente alla gestione dei due neo presidenti Lorenzo Grandesso e Paolo Zordan. È questo l'argomento principale dell'incontro coi giornalisti convocato all'Hotel Glamour di Cassola, che tuttavia diventa anche un'occasione per parlare di politica in senso più ampio.
“Stiamo crescendo in maniera esponenziale - dichiara Forte -. Una crescita reale confermata dal voto regionale. In Emilia Romagna e in Calabria abbiamo quintuplicato i nostri voti e al voto regionale di maggio in Veneto il nostro obiettivo è superare il 10%.”
Questa cosa dell'obiettivo del 10% in Veneto è l'oggetto di una scommessa del coordinatore regionale del partito Sergio Berlato con la presidente Giorgia Meloni.

Da sin.: Isabella Dotto, Sergio Berlato, Vincenzo Forte, Lorenzo Grandesso, Paolo Zordan (foto Alessandro Tich)

Ma Forte si dimostra ancora più ottimista: “Penso che la scommessa di Berlato vada rimodulata almeno con un punto percentuale in più.” Staremo a vedere, anche perché, come sempre, spetta ai posteri - e cioè agli elettori - dare l'ardua sentenza.
Tuttavia, il coordinatore provinciale mette sul tavolo gli elementi che dal suo punto di vista giustificano l'attendibilità di tale previsione. “Il nostro - afferma - è stato un percorso di riacquisizione delle anime disperse dalla diaspora di Alleanza Nazionale per aprirci poi a tutti coloro che nel mondo del centrodestra non si riconoscono nella Lega e per avere una casa comune in cui fare politica, nel rispetto dei nostri valori fondanti. Ci proponiamo come elemento alternativo alla Lega nell'ambito del centrodestra.”
“Oggi siamo in una fase politica nella quale siamo determinanti per gli equilibri politici del centrodestra, anche nella nostra provincia e a Vicenza, il Comune capoluogo - conclude -. In tutta la provincia nascono i nostri Circoli territoriali, che oggi sono più di 30, ed è il segno che il nostro è un progetto politico spendibile sia a livello nazionale che sul territorio.” Come dire: attenzione che stiamo andando Forte.

E adesso, per l'appunto, si affacciano alla finestra i due nuovi Circoli di Cartigliano e di Marostica. Il presidente della neocostituita cellula di Cartigliano, Lorenzo Grandesso, con vent'anni da capogruppo consiliare e alcuni anni nel volontariato come responsabile della sala San Pio X alle spalle, dice di avere intrapreso questa avventura dopo aver “riflettuto sulla possibilità di contrastare la sempre maggiore disaffezione verso una politica miope e lontana dalle reali esigenze del comune cittadino”. Una scelta voluta per “dare una risposta coerente ed equilibrata all'insoddisfazione di chi non si sente più rappresentato da una politica sempre più inconcludente e lontana”.
Il presidente del Circolo di Marostica Paolo Zordan , che si definisce “una new entry della politica”, è invece un carabiniere in pensione e afferma che proprio nei tanti anni di servizio nell'Arma ha avuto modo “di incontrare tanta gente e di ascoltarne i problemi”.
“La voglia di far politica nasce da tempo - aggiunge -. Il partito di Giorgia Meloni combacia con le mie idee. Una politica non di palazzo, ma fatta per tutti, che coinvolge il territorio e soprattutto i giovani, per i temi del sociale, della sicurezza e dell'economia in una società che sta cambiando.”
“La politica deve diventare una cosa seria - rimarca la responsabile per il Bassanese del partito Isabella Dotto -. Fratelli d'Italia propone una politica seria e ne abbiamo un riscontro oggettivo.” Ancora la Dotto ringrazia “le tante persone che hanno lavorato con impegno dietro le quinte” e, riferendosi al coordinatore provinciale Vincenzo Forte, lo indica come esempio “di chi ha volontà di fare politica nel territorio, senza avere poltrone.”
Chi invece la poltrona ce l'ha, ma per espresso consenso degli elettori, è il coordinatore provinciale di FdI Sergio Berlato. Per lui, questa, è una giornata particolare.
Dalla mezzanotte di oggi, infatti, scatta la sua investitura al Parlamento Europeo, sui cui seggi tornerà per la quarta volta dal 1999 in poi. Anche questo è un effetto della Brexit: Berlato è stato eletto e proclamato europarlamentare beneficiando dei tre seggi in più assegnati all'Italia a seguito dell'uscita dall'Unione Europea dei sudditi di Sua Maestà.
La metà dei seggi lasciati liberi dagli eurodeputati del Regno Unito sono stati difatti ridistribuiti agli altri Paesi dell'Unione. Thank you very much!

A mezzanotte scatta ufficialmente la Brexit e da quel momento Sergio Berlato può quindi occupare il suo seggio. Oggi si è dimesso da consigliere regionale e capogruppo FdI del consiglio regionale del Veneto perché sostiene che “si può fare bene una sola cosa alla volta”. Dal 10 al 13 febbraio parteciperà alla sessione plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo e annuncia: “Sarò al servizio della mia patria”. “Aiuterò le nostre imprese e i nostri enti pubblici a usufruire delle tante opportunità offerte dall'Unione Europea - dichiara -. Ogni Paese dà all'Europa l'1% del PIL e la vera partita si gioca nel farci restituire una parte dei soldi che mandiamo ogni anno.” “Non è possibile - prosegue - continuare a vedere gli imprenditori spagnoli, francesi o tedeschi che stanno usando i soldi non usati dagli italiani. Dobbiamo dare una corretta informazione alle nostre imprese e agli enti locali affinché usufruiscano di queste opportunità, presentando progetti.”
Ma il pensiero del coordinatore regionale è rivolto anche alle urne delle regionali della prossima primavera in Veneto. “Ci avviciniamo alla scadenza elettorale - afferma Berlato -. In questa legislatura in Regione io ero stato l'unico eletto di Fratelli d'Italia. Adesso in consiglio regionale gli iscritti al partito sono cinque. Con il voto di maggio contiamo di confermare, se non di superare, questo numero.”
Intanto, a quanto pare, l'euroBerlato frequenterà i palazzi di Strasburgo e di Bruxelles, ma non necessariamente fino alla fine di questa eurolegislatura. “Sono stato chiamato dal partito - rivela - a tenermi pronto per l'unica esperienza che ancora mi manca: quella del parlamento nazionale.”
Ricapitolando: il partito della Meloni aspira a fare il suo botto del 10% all'imminente voto regionale nel Veneto. Nel frattempo la “filiera politica” tra i Comuni del territorio e l'Europarlamento è completata, salvo la prospettiva per Sergio Berlato di “correre” in futuro per l'ennesima volta, e questa volta per fare il deputato o il senatore. Le condizioni per raggiungere gli obiettivi sono sempre le stesse. Tu chiamale, se vuoi, elezioni.

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