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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Ecco Osvaldo Jaconi
Il nuovo tecnico si presenta: “Solo il Bassano della famiglia Rosso e di Braghin potevano convincermi a lasciare Civitanova”. Braghin: “Jaconi è unico perché sa rendere semplici le cose più difficili”
Pubblicato il 05-06-2010
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Osvaldo Jaconi sbarca a Bassano e mette tutti d’accordo. Sarà per l’eleganza e la spigliatezza delle dichiarazioni, la simpatia, la capacità di prendere di petto qualsiasi tipo di situazione senza lasciarsi intimorire. Oppure sarà più semplicemente perché sa trasmettere un grande carisma frutto di tanti anni a spasso per l’Italia ad insegnare calcio.
Il motivo della scelta. Parte forte Jaconi, fin dalla premessa: “Dovete sapere che io avevo anche già cambiato macchina, tanto ero intenzionato a non muovermi più da Civitanova. Non avrei accettato nessuna altra offerta se non questa. Perché ho accettato? Non sicuramente per i soldi (l’accordo prevede una provvigione nettamente inferiore a quella percepita dai tecnici che gli sono preceduti ndr) ma bensì per rispondere alla chiamata di quello che è un amico ancor prima di un compagno di lavoro. E mi riferisco a Stefano Braghin. La seconda pietra miliare, molto importante, è stata la conoscenza diretta della proprietà nelle persone del presidente Rosso e del vice Masiero. Ebbene i loro principi rispondono esattamente ai miei canoni. Credetemi quando vi dico, io che ho girato mezza Italia del pallone, che Bassano ha una grande fortuna ad avere una proprietà che la pensa in questo modo, è una fortuna che non deve andare dispersa. Queste sono state le due situazioni importanti che mi hanno convinto a rimettermi in gioco”. Il tecnico è conscio del fatto che il suo nome, e il suo curriculum, possano alimentare speranze e aspettative importanti ma frena subito: “Non vengo qui a fare promesse o proclami non è mio costume e abitudine. So benissimo che spesso il mio nome possa provocare entusiasmo ma Jaconi non è uguale a vittoria. Sicuramente, però, non si vince se non c’è una grande unità d’intenti e un autentico spirito d’equipe e qui penso ci sia. I tempi che ha fissato la società sono abbastanza brevi ma quello che posso garantire è che mi getterò a capofitto in quest’avventura con entusiasmo e tanta voglia di lavorare per guidare un gruppo di ragazzi per bene a portare il nome di Bassano il più in alto possibile”.

Osvaldo Jaconi e il dg giallorosso Stefano Braghin
Gestione dello spogliatoio. Il problema più grande che ha dovuto affrontare il Soccer Team nella stagione appena conclusa è stato un evidente limite di personalità nell’affrontare le situazioni che non prevedevano un’unica via d’uscita. In poche parole i giallorossi hanno fatto sfracelli solamente ogni qualvolta in cui si sono trovati con le spalle al muro e tutto sembrava perduto mentre non è stato espresso lo stesso carattere in condizioni di ordinarietà. Jaconi non lascia spazio a fraintendimenti: “Per quanto concerne dal collo fino alle dita dei piedi dei miei giocatori la parola spetta al preparatore e al medico. Il resto invece è materia mia. Credo infatti che quello che ti permette di vincere le partite non sia un dribbling, un tiro o chissà quale gesto tecnico bensì l’amor proprio, la voglia di sacrificarsi, di correre per il compagno. Queste non sono caratteristiche tipiche del calciatore ma dell’essere umano ed è per questo che per me risulta fondamentale lo spessore dell’uomo molto più che quello tecnico”. Sulle pressioni esterne, solitamente pesanti quando si fa riferimento alle ambizioni societarie e molto blande per quanto concerne l’ambiente, il tecnico marchigiano spiega la sua ricetta: “Qui a Bassano non credo ci siano delle pressioni così furiose da parte dell’esterno ma comunque lo staff tecnico ha il compito di aiutare a stemperare il clima qualora ce ne fosse bisogno. D’altro canto anche un ambiente troppo ovattato non favorisce la concentrazione quindi il compito del tecnico è quello di creare delle situazioni affinché tutti si sentano sulla corda”.
La scelta di Braghin. La grande stima, e la capacità di lavorare con proficuo in sintonia, che lega il neo tecnico giallorosso e il direttore generale può rappresentare la vera arma in più della stagione che ha da venire. Dopo un’annata non così brillante Stefano Braghin non ha avuto dubbi nello scegliere su chi puntare per far risorgere la fenice bassanese: “Ho scelto di puntare su Jaconi perché nei 12 anni che faccio questo mestiere è il tecnico che mi ha insegnato di più oltre all’allenatore che reputo più completo dentro e fuori dal campo. Inoltre tra noi c’è un feeling speciale e una profonda conoscenza reciproca. Avendo inoltre la stessa visione delle cose posso far fruttare al meglio le mie competenze mettendoli a disposizione esattamente ciò di cui ha bisogno. Poi beh, un allenatore con un curriculum del genere sarebbe ambito non solo dal sottoscritto ma da mezza serie C”. La qualità più importante attribuita da Braghin a Jaconi è la semplicità: “La grande capacità di Osvaldo è quella di saper rendere facile le cosi più difficili. Io credo che il calcio, seppur nelle mille variabili che ne sono insite, rimane un gioco e troppo spesso questo gioco viene reso complicato ad arte. Nei due anni che abbiamo lavorato assieme, in situazioni difficili la sua parola mi ha reso più chiaro il problema, anche solo con ragionamenti figli del buon senso. Credo che questa sia la chiave del suo successo”.
Staff . Nei prossimi giorni verranno messi nero su bianco alcuni rinnovi contrattuali (come quello di Grillo) liberando contestualmente i giocatori che non rientrano nei programmi di Jaconi. Rivoluzione in vista anche nello staff tecnico del nuovo allenatore: lo raggiungeranno a Bassano il preparatore atletico Rinaldo Longhi e il vice Angelo Cetera. L'allenatore dei portieri rimarrà Carlo Caporello mentre per il preparatore Alessandro Dal Monte si prospetta un ruolo nel settore giovanile.
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