Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 01-10-2009
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Il calcio è fatto di momenti esaltanti ed altri, invece, dove a prevalere è lo scoramento. Elia Pavesi, è capitano di tante battaglie, essendo questa la quarta stagione da quando ha ereditato la fascia da Massimo Beghetto. Dopo la batosta morale di domenica sono i giocatori come lui a dover dare l’esempio per far in modo di invertire la rotta e ripartire subito: -“La cosa che dispiace di più – spiega il centrale mantovano – è che eravamo reduci da un periodo di continui progressi. Lo stop di domenica è stato brutto, l’errore da non commettere ora è quello di lasciarsi prendere dallo sconforto ma mettere in primo piano le cose positive che sono convinto abbiamo fatto vedere”. Il pericolo numero uno è ricadere nelle ansie e paure che hanno attanagliato la squadra per tutta la prima parte della scorsa stagione: -“Questo non deve accadere. Adesso è normale che i nostri tifosi siano delusi, noi stessi siamo furibondi per quanto accaduto domenica, dove abbiamo dominato per tutto il primo tempo, e per i cinque punti in sei partite. Ma do ragione a Braghin quando dice che non vuol sentir parlare di sfortuna. Se ci nascondessimo dietro a degli alibi, per quanto validi, si finirebbe col vedere tutto nero. A quel punto si perdono sicurezze e convinzioni ed è molto più facile che alla prima occasione gli altri ti castighino mentre tu per segnare devi costruire il mondo. Per questo ribadisco che dobbiamo fare lo sforzo, noi per primi, di concentrarci sugli aspetti positivi e le cose che facciamo bene in modo da non perdere i punti di riferimento e l’autostima che in momenti come questi potrebbe essere facile smarrire”. Questa può essere una settimana chiave, senza giri di parole, contro la Sacilese bisogna tornare alla vittoria. In queste situazioni è importante lavorare serenamente e preparare con la giusta concentrazione la prossima partita: -“Ripartire martedì è stato brutto da un lato, perché la ferita era ancora bella fresca, però posso dire che, in me e nei miei compagni, prevaleva la voglia di lottare e mettercela tutta per venire fuori da questa situazione. Poi è chiaro che la voglia di rivalsa non è sufficiente o, comunque, non fa miracoli. Da l’oggi al domani non si inventa niente ma in quella posizione di classifica vogliamo rimanerci il meno possibile.
Elia Pavesi indica la via da seguire