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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Ballando sballando

Improvviso diverbio a “Dialogando” tra il ballerino italo-albanese Kledi Kadiu e l'assessore Elena Donazzan. Lei: “Non rinuncio alla mia italianità”. Lui: “Avrei rinunciato a Berlusconi”. Scoppia la bagarre, e l'assessore se ne va

Pubblicato il 04-06-2011
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Quello che non ti aspetti accade poco dopo le 11 in Sala da Ponte a Bassano. E per fortuna che siamo a “Dialogando”: la manifestazione promossa da Dialoghi Asolani e dal Comune di Bassano del Grappa per favorire il dialogo sulle opposte visioni che riguardano i temi dell'immigrazione.
Sul palco, assieme ad altri relatori, siedono Elena Donazzan - assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro - e Kledi Kadiu, il ballerino di origine albanese diventato anni fa l'idolo delle ragazzine grazie alle trasmissioni di Maria De Filippi e oggi, tra le altre cose, ambasciatore dell'Unicef. E' la fase conclusiva, riservata alle domande del pubblico, del primo dibattito della mattinata dedicato al tema “Testimonianze: come la città vi aiuta a crescere”.
In precedenza, come riportato in un altro articolo, Kledi aveva esposto il suo punto di vista di ex immigrato clandestino oggi naturalizzato italiano. L'assessore Donazzan, dal canto suo, aveva puntualizzato che “il Veneto negli ultimi due anni ha perso 70mila posti di lavoro e oggi non è più nella situazione di accogliere”, aggiungendo che “è un'illusione pensare che possiamo continuare ad accogliere immigrati” e che “dobbiamo pensare a chi è già qui e elevare le competenze di queste persone attraverso la nostra lingua, abitudini e tradizioni.”

Kledi Kadiu, Flavio Tosi e Elena Donazzan sul palco di "Dialogando". Tra il ballerino italo-albanese e l'assessore regionale, poco dopo, scoppierà la bagarre (foto Alessandro Tich)

In risposta a una domanda del pubblico, l'assessore regionale afferma che “la multiculturalità non esiste” e che “ognuno deve darsi delle regole di appartenenza e un orizzonte di riferimento”. Che - detto fuori dai denti - è l'orizzonte dell'italianità.
“Io quando accolgo uno straniero - dichiara ancora - gli do un'accoglienza che è frutto del mio racconto, della mia casa, delle foto della mia famiglia. Diversamente da ciò che fanno i mediatori culturali, che non sono insegnanti, che a scuola impongono la loro lettura della realtà. Così la babele crea disaffezione e sfiducia e non c'è un comune destino per far crescere i nuovi italiani.”
E' a questo punto che Adriana Selfo, “counselor” interculturale di origine albanese, alza la mano e le chiede: “Cos'è disponibile a rinunciare della sua italianità per incontrare l'altro?”.“Rinuncerei all'italianità - risponde Donazzan - se dovessi andare all'estero. Ma questa è casa mia.”
E' la goccia - imprevista - che fa traboccare il vaso di Kledi Kadiu. “Voglio fare una battuta - incalza il ballerino italo-albanese -: avrei rinunciato a Berlusconi.”
Apriti cielo: tra l'idolo di “Amici” e l'esponente di destra - divisi solo dalla sedia lasciata vuota pochi minuti prima dal sindaco di Verona Flavio Tosi - scoppia un improvviso battibecco. “Voi di destra siete pallosi - continua un irriconoscibile Kledi -. Dove c'è da chiedere scusa, io sono il primo. Cosa che la destra di oggi non ce l'ha.” E mentre continua la sua invettiva, l'assessore regionale si alza, saluta gli altri ospiti e se ne va.
Un imbarazzato Pietro Piccinetti, presidente dell'associazione Dialoghi Asolani, sale subito sul palco. “Questa manifestazione - dice al microfono - è rivolta ai giovani e non è di destra né di sinistra. Non scendiamo su questo terreno, il nostro obiettivo è quello di costruire attraverso il dialogo.”
Ma Kledi, ormai, è incontenibile e indicando le due sedie vuote vicino a lui e gli altri tre ospiti rimasti sul palco replica: “Non c'è stato questo dialogo. Siamo rimasti solo noi.” Scattano applausi dal pubblico.
Il dibattito si conclude con una inattesa carica di adrenalina. Un amministratore comunale bassanese, noto per le sue battute fulminanti, commenta così la scena appena vista: “Ballando sballando”. L'articolo è nostro, ma il copyright per il titolo è tutto suo.

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