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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

La campagna di Bruno

Caso Baxi/Pengo/San Lazzaro: lettera aperta alla città di Bruno Zanon, 81 anni, già lavoratore e delegato sindacale delle Smalterie. “L’area verde di San Lazzaro è sacrificabile? E se sì, per quali contropartite utili per la città di Bassano?”

Pubblicato il 06-07-2023
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Rinascimento in bianco e nero

Per la serie: prima uno e poi l’altro.
Ho da poco pubblicato il mio articolo precedente, riguardante la proposta di Protocollo d’Intesa sottoposta da Baxi Spa e Pengo Spa all’amministrazione comunale per consentire l’ampliamento di Baxi nello stabilimento di Pengo e il trasferimento di Pengo nell’area di sua proprietà a San Lazzaro.
Per pubblicare la lettera aperta che ho ricevuto l’altro ieri e che leggerete di seguito, ho atteso quindi di aggiornare il quadro della situazione della questione Baxi/Pengo/San Lazzaro in modo tale che il contributo trasmesso in redazione possa essere letto anche alla luce degli ultimi sviluppi della vicenda.

San Lazzaro (foto Alessandro Tich)

Si tratta di una “lettera aperta alla città” scritta e inviata al direttore da Bruno Zanon, 81 anni, già lavoratore e delegato di fabbrica delle Smalterie.
Nella sua lettera, Zanon affronta il problema del consumo di suolo a San Lazzaro ma da un punto di vista diverso dal solito, chiedendosi se e quanto sia sacrificabile l’area verde di San Lazzaro in rapporto alle “contropartite utili per la città di Bassano e per i suoi cittadini”.
Il focus dell’intervento è concentrato infatti sui destini diversi che potrebbero essere pensati - a compensazione del trasferimento di Pengo nell’attuale area di campagna a ridosso della SPV - per l’area industriale delle ex Smalterie dove oggi sono collocati gli attuali stabilimenti di Baxi e di Pengo.
Zanon la definisce una lettera “provocatoria nel merito”, come dal testo che segue:

LA CITTA’ DI BASSANO DEL GRAPPA
IL CASO BAXI/PENGO
L'AREA VERDE DI SAN LAZZARO È SACRIFICABILE???
E SE SÌ, PER QUALI CONTROPARTITE UTILI PER LA CITTÀ DI BASSANO E PER I SUOI CITTADINI???
LETTERA APERTA

di un pensionato ex lavoratore delle Smalterie, interessato come cittadino di Bassano, alle vicende dell'area verde di S.Lazzaro/Pengo/Baxi

Egregio Direttore,

le chiedo cortesemente di pubblicare sul Suo giornale questa mia lettera “provocatoria nel merito” con il solo scopo di avviare un confronto e una discussione su soluzioni alternative a quelle oggi prospettate dai principali attori coinvolti nella vicenda dell’area verde di S.Lazzaro/Pengo/Baxi.

Il confronto “tra i soggetti interessati” potrebbe esserci “anche” su proposte innovative e futuribili nell'interesse della città, dei suoi cittadini e delle categorie imprenditoriali, sindacali, sociali e economiche interessate nella vicenda.

Risulta essere acceso ed importante il dibattito scaturito in questi ultimi mesi su possibili, nuovi, insediamenti industriali sul suolo Bassanese e se in questo dibattito vi è la sempre più importante evidenza di avere un’ampia sostenibilità di quanto e come si consuma (suolo, energie, alimenti), vi è allo stesso modo l’importanza del mantenimento delle condizioni economiche e della relativa sostenibilità dei cittadini.

Risiede nella memoria di molti il fatto che anche questo territorio, come molti altri della penisola, basa le sue origini contemporanee nella cosiddetta cultura mista, un po' contadina ed un po' industriale ed è un dato importante che al solo vedere le fotografie aeree dei quartieri di San Marco e Cà Baroncello, possiamo notare l’evoluzione residenziale, rapida ed intensa, sviluppata attorno a quelle che noi tutti conosciamo come “le smalterie”.

Nella mia esperienza data dall’essere stato un lavoratore delle smalterie e delegato del consiglio di fabbrica nato, cresciuto e vissuto a lungo nel quartiere di San Marco e prima ancora orgoglioso cittadino di Bassano del Grappa ho potuto osservare in questo lungo periodo che mi ha accompagnato nel percorso di vita, tutte le trasformazioni che ci sono state nella società, nell’ambiente urbano della nostra città ed anche nella fabbrica che oggi porta il nome di Baxi. Tutto è cambiato in un’integrazione complessa delle necessità produttive che andavano e vanno conciliate con le esigenze di chi nel territorio risiede.

Ho, come noto, vissuto il fallimento delle smalterie, dove noi lavoratori con il sindacato abbiamo fatto scelte difficili, collocate a volte anche nel disappunto di una parte della città, fra queste scelte difficili vi fu anche quella di forzare i ministeri affinché vi fosse una piena ricollocazione di tutti quei lavoratori che ancora erano collocati in cassa integrazione, l’IRI attraverso l’IPO Gepi costituì la società Geri 9 e nacquero gli stabilimenti che prima hanno ospitato la Zanussi elettrodomestici, poi la Iar Siltal e che oggi sono di proprietà di Pengo.

Credo che la differenza fra i posizionamenti ideologici ed il fare politiche territoriali stia nel tentare di avere visioni sul futuro ben sapendo che a volte le visioni si sfiorano con i sogni e la grande capacità che voglio provare a stimolare si rappresenta nel tentare di trasformare i sogni in realtà, attivare e portare la discussione tra tutti gli attori interessati su un terreno diverso ma concreto con delle proposte serie e alternative al dilemma in campo dei sì e dei no contrapposti sul destino dell'area verde di S.Lazzaro. Spesso i sognatori e gli utopisti nei loro deliranti pensieri, se coadiuvati da un bravo Architetto/Urbanista ci azzeccano. “Portoghesi Docet”

Ed è qui che giungo alla domanda che pongo nel titolo, la grande area verde di San Lazzaro al centro del dibattito è sacrificabile in virtù dell’occupazione o meno??
Credo che lo possa essere se vi è a monte una condizione fondamentale: VI SIA UNO SCAMBIO DEGLI SPAZI OGGI UTILIZZATI DA BAXI E PENGO su via Trozzetti e questi vengano destinati alla città per le opere integrate di cui la città ha bisogno per essere moderna ed a misura di cittadino.

Si potrebbe sistemare definitivamente tutta la viabilità dell'intera area Sud/Est della città, dotando i 2 quartieri “densamente abitati” di servizi essenziali e indispensabili per le persone che vi abitano.

Si potrebbe riqualificare “in parte o tutti” gli edifici della ex Iar/Pengo per creare una nuova cittadella degli studi, in sinergia con le università di Padova o Trento che a loro scelta, potrebbero istituire dei corsi di laurea come le facoltà di Lettere, Giurisprudenza, Matematica, Sociologia ecc. ecc., facoltà utili ai tantissimi studenti del Bassanese costretti a spostarsi per gli studi universitari a Trento, Padova, Vicenza, Verona, Bologna o Udine. Mi piace considerare inoltre che questo darebbe certo prestigio alla nostra città che potrebbe anche trarne positivo impatto economico e generare una considerevole spinta nell’economia generale.

Sempre in quell'area si potrebbero fare tante altre cose utili alla Comunità Bassanese realizzando quel sogno e quella visione del domani della quale la città ha bisogno.

In alternativa alla proposta, da visionario e sognatore, potrebbe trovare spazio di discussione una seconda proposta più pragmatica, più appetibile e accettabile con costi economici minori.

Pengo si sposta nei 70 mila metri quadrati di Sua proprietà in S.Lazzaro.

Baxi si sposta nello stabilimento ex IAR ora Pengo e nell'area ex SMV ora Baxi liberata totalmente o parzialmente dai capannoni, con i 120 mila mt. quadrati, si potrebbero comunque realizzare grande parte di quanto ipotizzato nella prima proposta.

Migliaia di metri quadrati di spazio destinati ai cittadini di Bassano per realizzare un nuovo polmone verde al centro dei 2 quartieri interessati, sistemazione della viabilità, riqualificazione di alcuni edifici per creare una nuova cittadella degli studi e stabilire finalmente quel rapporto tanto cercato con le università e per tante altre cose utili alla comunità Bassanese possono essere proprio quel sogno e quella visione del domani della quale la città ha bisogno.

Credo che solo liberando totalmente o parzialmente quest'area industriale potremmo “come cittadini” accettare il sacrificio di parte o di tutta l'area verde di S.Lazzaro e questo consentirebbe di avere la giusta sostenibilità del territorio nell'insieme degli interessi di Tutti.

Per il bene della Città, le soluzioni di qualsiasi progetto, anche quelli più Utopici e Visionari, necessitano del coinvolgimento di tutti gli attori in campo, dai Cittadini alle categorie Economiche e Sindacali comprese le opposizioni Politiche presenti nel Consiglio Comunale.

Qualsiasi soluzione che intacchi l'area verde di S. Lazzaro non potrà prescindere da eventuali indennizzi economici per gli abitanti attigui all'area verde di S. Lazzaro interessati dagli insediamenti Industriali.

Del coinvolgimento di tutti gli attori in campo si dovrebbe fare carico l'amministrazione Comunale senza presunzioni di sorta ed esclusioni pregiudiziali.

Concludo questo mio scritto con un invito e una esortazione agli amministratori e a tutti gli attori coinvolti:

SOGNARE IN GRANDE NON È PECCATO, a volte può essere UNA INDEROGABILE NECESSITÀ.

Bassano del Grappa, 4/07/2023
BRUNO ZANON

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