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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Sta' senz' pensier

La mobilitazione per salvare i Frati a Bassano si trasforma sempre più in una “Vip Action”. Aderisce all’iniziativa anche l’attore napoletano Salvatore Esposito, star della serie televisiva “Gomorra”

Pubblicato il 12-01-2023
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Sul teleschermo ne ha fatte di cotte e di crude, ha ucciso e ha fatto uccidere non si sa quanta gente, ha compiuto crimini di ogni genere, è stato il boss del mercato della droga, si è trasformato in un palazzinaro senza scrupoli, ha maneggiato sangue e soldi come pane quotidiano e chi più ne ha più ne ammazzi.
Ma nella vita reale è un bravo ragazzo.
Sto parlando di Salvatore Esposito, l’attore napoletano che ha vestito i panni di Gennaro “Genny” Savastano nella celebrata serie televisiva Gomorra, quella che ti coinvolge all’aberrante punto da fare il tifo per i criminali.

Un fermo immagine della video-testimonianza di Salvatore Esposito (da Facebook / Salviamo i Frati a Bassano)

Genny, il personaggio da lui interpretato, è il figlio del boss della Camorra di Secondigliano don Pietro Savastano e col tempo con una progressiva metamorfosi diventa degno figlio di cotanto padre, superandolo anzi per ambizione e crudeltà. Sarà per questo che è un personaggio popolarissimo.
Il buon (si fa per dire) Genny è persino finito tra le statuine del presepe - vicino a quelle di Maradona, Pulcinella e Totò - in vendita al mercato dei presepi di San Gregorio Armeno a Napoli, raffigurato col suo taglio di capelli simil punk sfoggiato al rientro dalla sua permanenza criminosa in Honduras, il luogo dove è diventato un assassino.
Di certo una presenza rassicurante per pecore, pastori e per il Bambin Gesù.
Ma così va il mondo, contagiato dal fascino degli “eroi” negativi.
Ebbene: a quanto pare, dai palazzi e dalle vie del crimine di Secondigliano che ne hanno consacrato la carriera di attore al convento di San Sebastiano al Margnan il passo è breve.
Anche Salvatore Esposito, infatti, ha trasmesso un suo-video messaggio di sostegno alla causa della petizione “Salviamo i Frati a Bassano”, lanciata dal due di spade Elena Donazzan-Sandro Venzo. La testimonianza dell’attore partenopeo è stata postata oggi nel gruppo Facebook che prende il nome dalla petizione e si aggiunge alle adesioni dello scrittore Paulo Coelho, dell’ex pilota Ferrari Jean Alesi e dell’attore Remo Girone.
Considerando il giro di conoscenze famose della famiglia Aquila, proprietaria della Elmo & Montegrappa e prima sostenitrice dell’iniziativa pro Cappuccini, attendiamoci ulteriori messaggi di altri volti voti a favore della permanenza a Bassano di Fra Lanfranco & Brothers.
È un susseguirsi di testimonial celebri che fa certo bene allo spirito della raccolta firme, soprattutto per l’aspetto del richiamo mediatico. Ma che sta tuttavia trasformando la natura della mobilitazione: da movimento spontaneo di sincera partecipazione popolare ad improvvisa ed inattesa “Vip Action”.
Contano più - ai fini della decisione sul destino del convento di Bassano che sarà presa a febbraio dal Capitolo dell’Ordine triveneto dei Frati Minori Cappuccini - mille firme apposte in silenzio o un paio di frasi pronunciate dalla celebrità di turno?
Ai posteri, come sempre, l’ardua sentenza.
Comunque sia, anche come fan di Gomorra (ebbene sì, lo confesso), mi ha fatto piacere rivedere Salvatore-Genny non sul teleschermo ma nella pagina Facebook che raccoglie le notizie e le testimonianze per salvare i frati a Bassano.
Le sue sono poche, ma sintetiche parole.
“Volevo fare un appello contro la chiusura del convento dei frati di Bassano - afferma Esposito nel video -. È una lotta che mi sento di fare, ho voglia di dare una mano, sostenere e fare tutto il possibile affinché tutto questo non avvenga.”
Un invito a non mollare la presa per scongiurare la chiusura del convento, perché a contribuire alla causa ci pensa anche lui.
Insomma, come direbbe Genny Savastano al suo grande amico-nemico Ciro Di Marzio l’Immortale, l’altro protagonista assoluto di Gomorra interpretato da Marco D’Amore, con la frase diventata un tormentone nazionale:
Sta' senz' pensier”.
E noi rispondiamo in veneto: speremo ben.
A quando le testimonianze pro Frati Cappuccini dell’Immortale, di Sangueblù e di Scianél?

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