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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

Io resto qui

Imprevisti da pandemia al consiglio comunale, non aperto al pubblico. Cittadino insiste per presenziare e alla fine la spunta. Mentre la Brunelli esibisce il green pass e poi lo straccia

Pubblicato il 04-11-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

È un consiglio comunale in presenza ma blindato, quello di questa sera a Bassano.
Possono infatti accedere in sala consiliare solamente i consiglieri e i componenti della giunta comunale, i giornalisti, gli agenti della Polizia locale e gli uscieri del Comune, incaricati di controllare preventivamente i green pass di tutti.
Niente pubblico. Lo spiega un avviso stampato in calce all’ordine del giorno: “Si comunica che la seduta del consiglio comunale, in esecuzione dei provvedimenti adottati dalle autorità competenti per limitare la diffusione del Coronavirus, non potrà essere aperta al pubblico, salvo diverse eventuali nuove disposizioni che, se emanate, saranno pubblicate sul sito web. Si ricorda, comunque, che i lavori del consiglio potranno essere seguiti in diretta da tutti i cittadini sul sito www.comune.bassano.vi.it.”

Carlo Costa sul suo posto appena ‘conquistato’ (foto Alessandro Tich)

Disposizioni che evidentemente non sono note a un comune cittadino che poco dopo l’inizio del consiglio fa la sua comparsa in aula consiliare, mentre è in corso la presentazione dell’interpellanza delle minoranze con oggetto “Stato di avanzamento degli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche e notizie sugli investimenti legati al PEBA”.
Dopo l’inatteso ingresso in sala, i due cronisti presenti e seduti sullo scranno per la stampa (io e il collega del Giornale di Vicenza) fanno quasi fatica a sentire le parole della consigliera Paola Bertoncello, che sta intervenendo, perché dietro di noi si sta animando una discussione.
È il cittadino che sta questionando con l’usciere e con un vigile dopo che questi gli hanno detto che non può presenziare. “Sono interessato, sono interessato”, continua a ripetere il “non autorizzato”. L’usciere va quindi a consultarsi col presidente del consiglio comunale Stefano Facchin e con il sindaco Elena Pavan e ritorna confermando al non previsto ospite la risposta negativa. “Lo dico ai giornalisti!”, avverte quest’ultimo. Detto, fatto. L'uomo si avvicina a noi e non certamente sottovoce ci dice che si chiama Carlo Costa, è un ex vigile, ha il green pass ed è interessato alla discussione in corso perché assiste un nipote disabile.
“Io resto qui, se mi mandano via chiamo i Carabinieri”, minaccia.
La situazione appare ormai ingestibile, quando l’eroico usciere torna nuovamente dal presidente Facchin che alla fine, in via eccezionale, concede al cittadino il permesso di presenziare.
È lo stesso Facchin ad andare da lui in fondo alla sala, per l’ultima discussione prima che il signor Costa si sieda finalmente a vedere e ad ascoltare dal vivo i lavori.
Sono gli imprevisti da pandemia, quelli che accadono tra le maglie delle regole da seguire o che invece, più che imprevisti, rappresentano delle sorprese per i cosiddetti “osservatori esterni”.
È il caso della consigliera e capogruppo di maggioranza Ilaria Brunelli, già finita recentemente all’attenzione delle cronache anche nazionali per il suo noto post su Facebook, talmente noto che non serve ricordarlo. Dopo il suo ingresso in sala, a lavori consiliari già iniziati, il solito usciere si reca al suo seggio per controllarle il green pass, che la capogruppo di #PavanSindaco esibisce in formato cartaceo. Come apprenderò in seguito dalla stessa consigliera, si tratta di un green pass temporaneo, scaricabile dopo aver effettuato un tampone con esito negativo, che le serve “esclusivamente per l’ingresso in consiglio comunale”. Un secondo dopo la verifica compiuta dall’addetto comunale, la Brunelli straccia platealmente il foglio.
E poi dicono che in Italia il pezzo di carta ha ancora un valore.

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