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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Sorprese nell'uovo

Sofferenza delle attività commerciali in tempo di pandemia: la Confcommercio mandamentale di Bassano, in vista dei prossimi provvedimenti governativi, guarda con preoccupazione al dopo Pasqua

Pubblicato il 01-04-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

È di cioccolato amaro, anzi amarissimo, l'uovo di Pasqua della Confcommercio mandamentale di Bassano del Grappa. Lo si evince da un comunicato stampa trasmesso oggi in redazione, in cui l'associazione di categoria esprime le preoccupazioni per i comparti del commercio, della ristorazione e del turismo messi in ginocchio da una situazione per la quale “la misura è ormai colma”.
A tenere in allerta i rappresentanti dell'Ascom mandamentale sono in particolare i nuovi provvedimenti governativi che verranno presi al termine dell'attuale periodo di restrizioni che ha imposto a diverse regioni, tra cui il Veneto, le limitazioni della “zona rossa”.
Sono le sorprese nell'uovo a scoppio ritardato che ci attendono dietro l'angolo.

Una vetrina in via Vittorelli a Bassano (foto Alessandro Tich)

Da cui la richiesta, che si eleva ad alta voce dall'associazione di Largo Parolini, di “immediate aperture nel rigoroso rispetto delle misure anti-contagio, ormai ben applicate da tutti gli operatori e, di contro, controlli e chiusure per quanti le disattenderanno”, come dal comunicato che segue:

COMUNICATO

SOSTEGNI ALLE CATEGORIE E PROSSIME RESTRIZIONI
La Confcommercio bassanese guarda con preoccupazione al dopo Pasqua

Mentre continua ad aumentare il grande stato di “sofferenza” delle piccole e medie attività del commercio, della ristorazione e del turismo, chiuse o limitate nella loro operatività da troppo tempo, siamo ormai giunti alla Pasqua e, con essa, allo scadere dei vari provvedimenti governativi che hanno disposto forti restrizioni per fronteggiare la diffusione dell’epidemia.
La misura è ormai colma e “le ferite”, non solo quelle economiche ma anche quelle psicologiche di una categoria, quella dei commercianti del territorio, abituata ad un regime di iperattività per non meno di 12 ore al giorno (da cui il cosiddetto “miracolo del nord-est”), sono destinate al lasciare profondissime cicatrici, tante non rimarginabili, nel nostro tessuto economico e sociale.
“Le nostre imprese sono allo stremo” esordisce il presidente mandamentale della Confcommercio Bassanese, Paolo Lunardi, “tutte le riserve ed i risparmi sono ormai esauriti e ci sono imprenditori ed intere famiglie in difficoltà anche per i soli acquisti di prima necessità, mentre continuano ad accumularsi arretrati nel pagamento delle spese fisse”.
Gli fa eco la sua vicepresidente, Elena Scotton, per ribadire come “I sostegni dell’ultimo Decreto hanno escluso molte aziende, di poco sotto la soglia del 30% del fatturato, lasciando comunque ai pochi beneficiari un contributo assolutamente insufficiente per mitigare le disastrose conseguenze economiche generate dall’emergenza Covid”.
Da Largo Parolini si sottolinea infatti l’assoluta esiguità degli ultimi ristori, sufficienti a malapena per far fronte ad un mese di affitto e, di contro, un iniquo sistema di selezione che ha escluso dagli aiuti proprio la platea di imprenditori più virtuosi. Quelli che, attraverso svendite promozionali o altre iniziative commerciali, sono riusciti con grande sacrificio ed impegno, a limitare le perdite di fatturato (pur con ricavi a zero marginalità) appena di qualche virgola sotto alla soglia del 30%.
“In questo clima guardiamo con molta apprensione ai prossimi Decreti” continua Lunardi “Il protrarsi delle chiusure in una zona rosso/arancione fino alla fine del mese rischierebbe di generare tensioni e malcontento che difficilmente riusciremo ancora a gestire”. La richiesta dell’Associazione di categoria è dunque molto chiara: immediate aperture nel rigoroso rispetto delle misure anti-contagio, ormai ben applicate da tutti gli operatori e, di contro, controlli e chiusure per quanti le disattenderanno.
“I contagi oggi avvengono all’interno delle mura domestiche dove viene rimossa ogni precauzione.” conclude Paolo Lunardi “I nostri negozi, i bar e ristoranti, applicando rigidamente le regole, rappresentano addirittura un primo baluardo di contenimento alla diffusione del virus ed è in questa direzione che si deve guardare. Abbiamo già perso troppe occasioni ed ora abbiamo bruciato la Pasqua con tutto il corollario di attività... non possiamo più privarci di altre importanti opportunità di lavoro”.

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