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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Fratelli d'Italia

Il progetto preliminare di ampliamento del Caffè Italia affidato direttamente dal Comune di Bassano al fratello dell'assessore: la questione finisce dritta dritta in consiglio comunale

Pubblicato il 06-11-2020
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La città è piccola, le voci girano, la piazza mormora. E così la questione finisce dritta dritta in consiglio comunale. Stiamo parlando dell'incarico diretto per la progettazione preliminare dell'ampliamento del Caffè Italia, affidato dal Comune di Bassano all'architetto Felics Zanata, socio assieme al fratello geometra Giampi Zanata dello studio associato Zanata Group di Bassano del Grappa. Segni particolari: stimato professionista, conosciutissimo in città, con un cospicuo curriculum di progetti e di lavori alle spalle, ma anche fratello dell'assessore comunale al Sociale in quota Lega Mavì Zanata. Fratelli d'Italia.
In particolare, l'architetto Felics Zanata è il professionista che ha predisposto lo studio di fattibilità e quindi il progetto preliminare di ampliamento dello storico locale che ha già ottenuto l'approvazione dalla Sovrintendenza. Progetto e lavori i cui costi complessivi, dai 220mila preventivati nel 2019, sono esattamente raddoppiati: 440mila euro, di cui 72mila euro di spese tecniche e 295mila euro per lavori. “La moltiplicazione dei pani e degli euro”, ha commentato un video diffuso dal gruppo Bassano Passione Comune. In mezzo c'è anche il “giallo”, tirato fuori nei giorni scorsi dal Circolo di Bassano del Partito Democratico, dei render dell'attuale progetto preliminare di ampliamento che sono uguali a quelli del progetto definitivo dello studio VS Associati di Marostica, il cui iter era partito più di dieci anni fa sotto l'amministrazione del sindaco Bizzotto ma la cui esecuzione non venne poi concretizzata.
Non mancano dunque gli argomenti da pop corn per la seduta “in remoto”, causa restrizioni Covid in corso, del consiglio comunale di Bassano di martedì 3 novembre. La quale riparte da dove si era interrotta nella serata inoltrata di giovedì 29 ottobre: e cioè proprio dal punto 7 all'Ordine del Giorno, per la discussione e approvazione della variante al Piano Triennale dei Lavori Pubblici che comprende l'ampliamento del Caffè Italia dai costi raddoppiati.

Il consiglio comunale 'in remoto' di martedì 3 novembre (fonte immagine: YouTube)


Al consigliere di #Pavan Sindaco Antonio Guglielmini, architetto di professione, spetta l'epica impresa di spiegare al consiglio la cronistoria della vicenda del Caffè Italia che ha portato alla situazione di oggi. Guglielmini parte proprio dal progetto di oltre 10 anni fa che ha “ispirato”, per così dire, l'odierna soluzione progettuale per l'ampliamento del locale.
Quel progetto, dell'architetto Giorgio Strappazzon della VS Associati di Marostica, risale al 2008-2009, sotto l'amministrazione Bizzotto, “in continuità” con il più ampio progetto del 2007 per il restauro delle mura affidato allo stesso professionista. Quel progetto per il Caffè, che Guglielmini definisce “estremamente invasivo”, prevedeva già l'aggiunta del “cubo di vetro” sul plateatico a nord ma anche un ampliamento sottostante e cioè nell'interrato.
L'intervento fu bloccato per due volte dal parere negativo della Commissione Edilizia Integrata del Comune, escludendo così il successivo passaggio del parere della Sovrintendenza.
Poi nel 2010, nell'ambito dei lavori per le mura, su disposizione della Sovrintendenza venne demolito il manufatto sul lato nord-ovest del Caffè Italia che ospitava i bagni. L'attività del locale “è andata avanti in modo precario, con bagni chimici esterni”. Un'odissea proseguita fino a fine 2012, causa il rallentamento dei lavori sulle mura, col fallimento della ditta appaltatrice e la lunga fase del subentro. Il 10 gennaio 2013 è la data in cui l'ultimo gestore del Caffé Italia ha riconsegnato le chiavi al Comune: da allora, e cioè da quasi 8 anni, l'immobile è chiuso.
Tra il 2013 e il 2014 c'è stato l'intervento di ristrutturazione del locale con la realizzazione del bagno e dell'antibagno interni. Nel 2014 e nel 2016 i due bandi per la concessione in uso del Caffè: il primo vinto dalla famiglia Miotti che poi rinunciò per l'antieconomicità dell'investimento e il secondo aggiudicato alla Dream Coffee di Montichiari, poi “scomparsa” senza mai iniziare l'attività, lasciando scoperta una serie di affitti da pagare. Una grande nuvola di Fantozzi, aggiungo io, stabilmente addensata sopra piazzale Generale Giardino.

Nel 2019, come informa Guglielmini, si arriva al nuovo studio di fattibilità per l'ampliamento del locale, affidato all'architetto Felics Zanata, per un totale lordo di 8.183,76 euro di competenze per il professionista, comprensivo dell'estensione dell'incarico per ottenere anche il parere igienico sanitario dell’Ulss. La Commissione Edilizia Integrata non esiste più e pertanto l'interlocutore diretto è la Sovrintentenza. Lo studio e progetto preliminare “riprende in parte lo stimolo del progetto 2008-2009”, in particolare per la famosa veranda fissa di vetro sul lato nord. Guglielmini spiega anche perché i render di progetto siano gli stessi di quelli del progetto di Strappazzon: “Il progetto del 2008 ha prodotto quei disegni che sono dell'amministrazione comunale e che sono stati utilizzati come esempio possibile. Quelle immagini sono immagini che l'amministrazione comunale ha fornito all'arch. Zanata per inserirle nel progetto presentandolo alla Sovrintendenza come ipotesi di soluzione finale.”
Morale della favola: il progetto preliminare dell'arch. Zanata per l'ampliamento del Caffè Italia ha ottenuto il parere favorevole della Sovrintendenza. E questo perché si è arrivati alla soluzione di una veranda di vetro “rimovibile” e cioè asportabile in qualsiasi momento, composta unicamente di vetro e senza profili metallici. Ma non solo: la stessa Sovrintendenza “ha richiesto la rimozione dei bagni e la loro collocazione nel corpo murario della Torre delle Grazie”. Da qui l'aumento degli oneri di ampliamento, pari a 228.500 euro di cui 184.000 per la sola veranda rimovibile e quindi più costosa, più 37mila euro di oneri di demolizione.
Aggiunti alle altre voci accessorie, fanno i 295mila euro della somma per i lavori da realizzare. Mentre le “spese tecniche”, pari a 72mila euro, sono frutto del calcolo matematico in base ai parametri del Dlgs 50/2016 che regola i contratti pubblici.
Concorde la maggioranza: Ok il prezzo è giusto.

“C'è un raddoppio dei costi ma c'è anche una giustificazione - afferma Guglielmini -. Il progetto del 2008 e quello di oggi sono due cose diverse perché l'arch. Zanata non prevede un piano interrato e la struttura esterna è rimovibile in caso di necessità, con conseguenze diverse rispetto al progetto dell'arch. Strappazzon che prevedeva una struttura più stabile e permanente rispetto al fabbricato su cui si andava ad appoggiare.”
Antonio Guglielmini conclude la sua Caffè Italia-Story con una provocazione: o si vuole ampliare il locale, oppure non si vuole farlo per mantenerlo chiuso e in questo caso andrà fatta una riflessione “sulla alienazione dell'immobile ai privati”.
I successivi interventi dei consiglieri comunali si dividono nettamente in due fronti.
Da una parte, la maggioranza che insiste sulla bontà dell'operazione “che mira a dare speranza alla città”, che è votata “al recupero di un bene comune della città” e che si basa su un intervento “assolutamente migliorativo”. Dall'altra, la minoranza che esprime dubbi sul progetto di ampliamento, sulla collocazione dei bagni nella Torre medievale delle Grazie che viene così privata del suo ruolo di sede per mostre ed eventi culturali e sull'opportunità di spendere in questo momento quasi mezzo milione di euro per questo intervento quando oggi le priorità economiche, in tempi di crisi da pandemia, sono altre.
Ma c'è un “tema nel tema” che inevitabilmente polarizza la discussione. Ed è il rapporto di parentela tra il professionista incaricato per scelta diretta del Comune e un componente della giunta comunale, quasi che l'affidamento sia stato gestito politicamente “in famiglia”.
Ad accendere la miccia è Bruno Trevisan del Movimento 5 Stelle. “Io volevo capire chi fosse il progettista - dichiara Trevisan - e scopro che il progettista è Felics Zanata, imparentato col nostro assessore, e c'è un raddoppio di costi. Io non voglio fare nessuna insinuazione ma per buon gusto l'architetto, secondo me, per conflitto di interessi doveva rinunciare all'incarico. Questa cosa non va bene, non è opportuna.”

Apriti Italia. Riccardo Torre di #Pavan Sindaco afferma di conoscere “da sempre personalmente l'architetto Felics” e di sapere “quanto è un progettista stimato e rispettato” e si dichiara “sconvolto a sentire simili illazioni”. “Non vedo un collegamento, non vedo una malafede - continua Torre -. Si vede che l'architetto ha lavorato bene perché ha portato a casa l'ok della Sovrintendenza, cosa che sul progetto non c'era mai stata.”
E se per i consiglieri della Lega Marco Vidale e Paolo Bertuzzo quelle di Trevisan sono solamente “insinuazioni”, per il consigliere del Gruppo Misto ed ex vicesindaco Roberto Campagnolo le cose stanno invece diversamente da come sostenuto dalla maggioranza. Campagnolo si unisce al coro dei peana sulla “stima professionale” nei confronti di Zanata, ma rileva che “ha un cognome che purtroppo è rappresentato in amministrazione e l'incarico che ha ricevuto lo ha ricevuto come incarico diretto”. “Nessuno nega il fatto che il fratello di un assessore possa svolgere da professionista un incarico pubblico - aggiunge -. Dovrebbe farlo non entrando attraverso un incarico diretto, ma attraverso una gara. Se poi vince la gara, è giusto che faccia il suo lavoro e venga remunerato per questo.”
E qui si passa, egregi lettori, alla sezione “spese tecniche”. Ovvero quei 72mila euro lievitati dai precedenti 30mila per il proporzionale aumento delle spese per i lavori.
Come spiega l'assessore ai Lavori Pubblici Andrea Zonta, la cifra riguarda tutte le fasi successive in carico al futuro progettista esecutivo: progettazione definitiva e esecutiva, direzione lavori, sicurezza, contabilità eccetera. Zonta rimarca che il progettista dell'intervento di ampliamento sarà selezionato “con procedura negoziata, pertanto su invito dei professionisti, come prevede la legge sotto i 75mila euro” e che “sarà scelta l'offerta economicamente più vantaggiosa”. “Il progetto sarà messo in gara - afferma Mauro Zen della Lega -, non è detto che lo farà l'architetto Felics.” Anche se, qualora l'arch. Zanata decidesse di partecipare e la sua offerta venisse ritenuta “la più vantaggiosa” da parte del Comune, può essere vero anche il contrario.

Alla fine la delibera di modifica del Piano Triennale delle Opere Pubbliche comprendente l'intervento aggiornato per l'ampliamento del Caffé Italia viene approvata con il voto favorevole della maggioranza e il voto contrario dell'opposizione. Col Caffè Italia #Si Prosegue.
Ma prima di concludere va segnalato anche un siparietto innescato nel corso della discussione scatenata dall'intervento di Trevisan. E cioè l'uscita del consigliere leghista Paolo Bertuzzo, il quale, in tema di rapporti “eccellenti” di parentela, sottolinea che il consigliere di Fondazione Cariverona avvocato Fausto Taras è il fratello della consigliera comunale di minoranza Anna Taras. “L'avvocato Fausto Taras - replica e precisa Anna Taras - non ha mai ricoperto un incarico per conto del Comune di Bassano del Grappa e non ha mai percepito 1 euro dal Comune di Bassano del Grappa come professionista.” “L'incarico come consigliere della Fondazione Cariverona, che nulla ha che vedere con il Comune di Bassano del Grappa - aggiunge l'esponente di Bassano Passione Comune -, è un incarico ottenuto ancora molti anni fa, prima ancora che io diventassi consigliera.” “Non vedo quindi - conclude la Taras - il paragone tra me e mio fratello con quanto è stato commentato come inopportuno da parte di altri consiglieri riguardo invece al professionista Zanata”. Poi Bertuzzo corregge il tiro, ricordando la sua “grande amicizia” con l'avvocato Taras, ma intanto la frittata era fatta.
Per la serie: parenti stretti e discussione ampia.

Insomma: c'è davvero un gran parlare della politica attorno alla figura dell'architetto Felics Zanata, il noto professionista bassanese la cui società ha ottenuto nei giorni scorsi dal Comune di Bassano, sempre per affidamento diretto (www.comune.bassano.vi.it/Comune/Servizi-on-line/Bandi-di-gara-e-indagini-di-mercato/Gare-per-servizi/Z642E172CC), anche l'incarico del servizio di coordinamento della sicurezza per la progettazione e l'esecuzione lavori del risanamento del Velodromo Rino Mercante.

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