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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Attualità

Constatazione amichevole

Cittadella della Giustizia: variazione di bilancio in consiglio comunale. L'amministrazione comunale pagherà 490.000 euro di transazione all'appaltatore Consorzio Stabile Consta per chiudere la pluriennale vertenza giudiziaria

Pubblicato il 24-10-2020
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Constatazione amichevole. Nel consiglio comunale di Bassano di giovedì prossimo 29 ottobre sarà messa ai voti una variazione di bilancio di 505.000 euro per scrivere definitivamente la parola “fine” alla pluriennale vertenza con il Consorzio Stabile Consta, la ditta appaltatrice - poi posta in concordato preventivo a seguito di stato di crisi - dei lavori di ristrutturazione della ex Casa Circondariale e di completamento della Cittadella della Giustizia.
A seguito di un accordo tra i legali del Comune e i legali della ditta in concordato preventivo, l'amministrazione comunale provvederà a sottoscrivere un accordo transattivo con il curatore fallimentare che prevede il pagamento di 490.000 euro a titolo di transazione per chiudere la lunghissima lite giudiziaria, iniziata ancora nel 2013 sotto il sindaco Stefano Cimatti e protrattasi attraverso le maglie di altre due amministrazioni.
I restanti 15.000 euro serviranno invece a coprire le spese burocratiche e legali.

Uno scorcio della Cittadella della Giustizia di Bassano (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

La notizia è stata diffusa in anteprima dall'assessore al Bilancio Roberto Marin e dall'assessore ai Lavori Pubblici Andrea Zonta in occasione della riunione a distanza via Zoom Meeting della II commissione consiliare Risorse Finanziarie, Bilancio e Patrimonio, tenutasi martedì scorso 20 ottobre.
Ritorna così di attualità, per quella che dovrebbe essere la sua puntata conclusiva, una delle più estenuanti telenovele della vita amministrativa bassanese degli ultimi due decenni.
Non solo per quella enorme scatola vuota, costata fior di milioni di euro, qual è la “nuova” (ma in realtà già datata) Cittadella della Giustizia, finanziata, fatta costruire e poi soppressa dallo stesso ministero della Giustizia per uno dei tanti capolavori dello sperpero di denaro pubblico in Italia. Ma anche per le incredibili vicissitudini che hanno contraddistinto l'andamento dell'appalto. Diversamente da qualche altra grande opera a Bassano, l'area del cosiddetto “Nuovo Tribunale” non è rimasta incompiuta. Ma attorno ad essa si è innescata una spirale di carte giudiziarie, provocata da mancati pagamenti a catena, che si è trascinata fino ai giorni nostri. La storia è complessa, come tutte le vicende di natura amministrativo-legale.
Ma siccome non voglio abusare - come sempre - della vostra attenzione, cercherò di riassumervela con parole comprensibili.

È successo infatti, a lavori praticamente ultimati, che nel 2013 il Consorzio Stabile Consta sia entrato in crisi di liquidità finanziaria, con conseguente commissariamento e successivo accesso alla procedura di concordato preventivo. 28 milioni di patrimonio e 78 milioni di debiti, conseguenti in gran parte ai ritardi nei pagamenti da parte dello Stato, principale “datore di lavoro” dell'azienda con sede legale a Roma e sede operativa a Padova.
Una situazione di crisi confermata a Bassano dal ritardo dei pagamenti dell'appaltatore nei confronti delle ditte subappaltatrici. Il “bubbone” è scoppiato nel corso del 10° stato di avanzamento lavori, nel quale i subappaltatori vantavano crediti rispetto a Consta per una somma complessiva di quasi 180.000 euro oltre Iva al 10%, poi pagata a norma di legge dal Comune di Bassano, in quanto stazione appaltante, “nell'ambito della procedura di concordato preventivo e sotto la vigilanza degli Organi di Procedura, confermando di fatto lo stato di insolvenza dell'appaltatore nei confronti dei subappaltatori”.
È quindi scattata l'azione di rivalsa del Comune nei confronti di Consta, al quale dal 2013 non erano state pagate le spettanze per l'11° e il 12° stato di avanzamento lavori, pari a 727.678 euro, a norma di un articolo di legge che giustifica la sospensione dei pagamenti all'appaltatore “ove ricorrano condizioni di crisi di liquidità finanziaria dell'affidatario, comprovate da reiterati ritardi nei pagamenti dei subappaltatori”.
Di seguito è partito il “tira e molla”, come lo ha chiamato l'assessore Zonta, tra il Comune intenzionato a concordare la liquidazione definitiva dell'appaltatore e l'appaltatore in stato di crisi determinato invece a non mollare l'osso per farsi pagare quanto dovuto, arrivando persino a pignorare presso terzi i conti correnti del Comune.
Le ultime cronache di Bassanonet su questa amena vicenda risalgono nientemeno che al novembre 2016, quando il Comune di Bassano era stato condannato ad eseguire due distinte ordinanze giudiziali del Tribunale di Vicenza e del Giudice per le Esecuzioni Mobiliari e a pagare a Consta la somma di quasi 1 milione di euro. La qual cosa, tuttavia, non chiudeva ancora i termini della vertenza. “Tali somme - scriveva infatti in un meraviglioso linguaggio burocratico la determinazione dirigenziale che disponeva la liquidazione della somma a favore dell'appaltatore - costituiscono carattere di provvisorietà nell’ambito del contenzioso in corso presso il Tribunale di Vicenza fra Comune di Bassano del Grappa e Consorzio Stabile Consta.” In parole povere: non era finita qui.

Dunque la storia è andata avanti, con i tempi elefantiaci della giustizia italiana, e si è trascinata fino ai giorni nostri.
“Nello stato finale dei lavori - ha riferito in commissione l'assessore Andrea Zonta - Consta aveva messo riserve per 5.800.000 euro, più altre questioni legate a pagamenti non effettuati in tempo. L'ultima causa si è chiusa a maggio, dopo il Covid, e in questa causa il Comune ha perso ed è stato condannato al pagamento di 61.000 euro.” “Abbiamo parlato con i nostri legali che ci hanno consigliato di non fare ricorso perché avremmo rischiato di pagare somme ancora superiori”, ha aggiunto l'assessore. Da qui una nuova trattativa tra i legali del Comune, quelli della ditta e il curatore fallimentare, che ha portato alla “soluzione”.
“Passata questa variazione di bilancio - ha detto Zonta -, il nostro avvocato andrà a concludere definitivamente la vertenza, tutto compreso, con una somma di 490.000 euro di transazione.” “È vero che una gran parte di questi denari derivano dai fondi di rischio legale che abbiamo risparmiato da altre vertenze - ha affermato l'esponente di giunta -. Come amministrazione, ci sembra che dopo tanti anni e dopo tante spese chiudiamo una questione che a fronte di qualche milione di euro ancora in ballo si risolve con mezzo milione.” “Chiudiamo una vertenza che dura da anni - ha concluso Zonta - e che nell'andare avanti ci costerebbe spese legali che non avrebbe nessun senso per un Comune portare avanti.” Constatazione amichevole, per l'appunto: Comune e Consta trovano l'accordo definitivo e chi s'è visto s'è visto.
Come precisato dall'assessore e vicesindaco Roberto Marin, la variazione di bilancio che sarà votata per approvazione in consiglio comunale comprende 450.000 euro già accantonati nei fondi di rischio legale, più 55.000 euro di risorse “fresche” da aggiungere.
505.000 euro in totale per chiudere giudizialmente una volta per tutte baracca e burattini.
Il tutto col supremo benestare di quel Tribunale di Vicenza che ha accorpato il vecchio Tribunale di Bassano relegandolo al ruolo di sede distaccata, lasciando alla nuova Cittadella della Giustizia l'onore di erigersi a monumento nazionale al nulla e al Tribunale della Pedemontana la gioia di rappresentare l'Isola che non c'è.

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