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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Clamoroso: la direzione del Museo Civico di Bassano è di fatto vacante e l'amministrazione Pavan cambia strategia per concordare una direzione “di rete” con altri soggetti gestori di musei
Pubblicato il 02-10-2019
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La mostra di Albrecht Dürer, terminata l'altro ieri, lunedì 30 settembre. La mostra fotografica “Sulle tracce dei ghiacciai” attualmente in corso alla galleria del Museo Civico. L'installazione al neon “Occhi del tempo” di Francesco Candeloro collocata sul pozzo del chiostro del Museo Civico. A Bassano i segni della direzione museale di Chiara Casarin ci sono ancora tutti. Ma, a quanto pare, rimarranno ancora per poco. Perché il Museo Civico, di fatto, una direzione al momento non ce l'ha più. Tutto ciò alla luce della delibera che nella seduta di lunedì 30 settembre è stata approvata dalla giunta comunale ed avente ad oggetto: “Indirizzo per l'avvio di uno studio di fattibilità di un accordo di valorizzazione di beni culturali”.
L'intitolazione dell'atto deliberativo, come spesso accade, è molto generica. Ma la sostanza è questa: l'amministrazione Pavan ha avviato una procedura che prevede, come risultato finale, una convenzione con “altri soggetti gestori di musei o di beni culturali” per “l'elaborazione di un programma di elaborazione congiunta del giacimento culturale individuato”. Anche qui il linguaggio è tendente al fumoso e va opportunamente spiegato. Ma andiamo per ordine.
Il contratto della dottoressa Casarin col Comune di Bassano per la direzione dei Musei Civici è ufficialmente scaduto - dopo la proroga di due mesi dell'incarico decisa dal sindaco subito dopo le elezioni - il 31 luglio 2019.

Foto Alessandro Tich
Il 1 agosto, e cioè il giorno successivo, veniva pubblicata sulla pagina Facebook dei Musei Civici una foto del sindaco Pavan e del direttore Casarin, intente a brindare alla comunicazione, postata a corredo della foto stessa, che “i progetti e le iniziative future dei Musei Civici di Bassano del Grappa manterranno la direzione di Chiara Casarin”.
In che termini e per quale durata non era tuttavia specificato.
“Sono assolutamente soddisfatta della continuazione nella direzione dei Musei”, aveva dichiarato nell'occasione a Bassanonet il sindaco, con delega alla Cultura, Elena Pavan.
La quale aveva ancora aggiunto: “Chiara Casarin ha un piglio imprenditoriale, è capace di valorizzare il patrimonio esistente e il suo programma per i prossimi tre anni è già fatto. Il desiderio di continuare la collaborazione è stata una cosa naturale e sentita da entrambe le parti.”
Nel nostro articolo del 1 agosto intitolato “Non Si Cambia” avevamo comunque osservato che “la definizione amministrativo-burocratica del rinnovato incarico è ancora, per così dire, un work in progress” e riferito che “attualmente il direttore del Museo è in ferie e se ne riparlerà per la fine di agosto”.
La fine di agosto è passata, è trascorso anche il mese di settembre e adesso è stata approvata all'improvviso la delibera di giunta che recita, tra le altre cose, quanto segue:
“È ritenuto propedeutico all'individuazione della direzione scientifica del Museo Civico di Bassano del Grappa, il cui contratto è scaduto a luglio 2019, figura cui compete la programmazione culturale dell'istituto, procedere alla verifica della fattibilità del convenzionamento con altri soggetti gestori di musei o di beni culturali”.
Per capirci qualcosa dobbiamo fare tuttavia un ulteriore passo indietro, antecedente alla stessa elezione della nuova amministrazione comunale.
La precedente amministrazione, con delibera del 26 febbraio 2019, aveva approvato il “Piano triennale dei fabbisogni di personale 2019-2021” nel quale, tra le altre cose, si disponeva l'attivazione della “procedura selettiva” per l'assunzione a tempo determinato del nuovo direttore dei Musei Civici, scadendo l'incarico della Casarin alla scadenza del mandato del sindaco Poletto. L'avviso di selezione pubblica, pubblicato sull'albo pretorio online del Comune, è scaduto il 29 aprile 2019. Ma l'esito del bando è rimasto lettera morta, avendo peraltro l'amministrazione la facoltà “di modificare, sospendere temporaneamente, prorogare o riaprire i termini” della procedura di selezione, “con provvedimento motivato”. Ebbene: la delibera della giunta Pavan si riferisce proprio a tale disposizione dell'avviso di bando e sospende l'efficacia e l'esecutività del provvedimento “per motivazioni di pubblica utilità”.
E quali sarebbero queste motivazioni? Sono quelle indicate nella premessa della delibera, che definiscono “strategico, allo stato attuale, da parte di questa amministrazione comunale valutare la fattibilità di una collaborazione con soggetti gestori di istituzioni museali o di beni culturali, al fine di valorizzare, ampliandola ed integrandola, l'offerta culturale”. Insomma: non più una direzione “unica” del Museo ma una direzione “di rete”.
“La costituzione di una rete - recita ancora l'atto deliberativo - rappresenta il punto di partenza per l'elaborazione di un programma scientifico di valorizzazione congiunta del giacimento culturale individuato”.
Ergo: l'amministrazione ha sospeso l'efficacia del bando selettivo per il nuovo direttore dei Musei Civici e lancia, parallelamente, una nuova procedura di affidamento diretto di incarico esterno. Si tratta dell'incarico che “tramite la figura giuridica dell'appalto” sarà affidato “ad un operatore economico con maturata esperienza nell'ambito della valorizzazione delle collezioni museali del territorio”.
Costui, o costei, avrà il compito di compiere uno “studio di fattibilità” relativo al “convenzionamento con altri gestori di musei o beni culturali in chiave di valorizzazione congiunta del patrimonio culturale e direzione artistica delle attività museali”.
L'appalto di consulenza per lo svolgimento dell'incarico avrà la durata di sei mesi e scadrà nel marzo 2020, per un corrispettivo di 22.688,87 euro, inserito in un'altra delibera approvata dalla giunta sempre il 30 settembre e intitolata “Variazione d'urgenza n. 2 al bilancio di previsione 2019-2021 e contestuale variazione di cassa”. Somma che, come precisa la giunta comunale, “finanzia tale appalto della durata di 6 mesi all'interno delle risorse derivanti dai risparmi di spesa dovuti alla cessazione, a luglio 2019, del contratto relativo alla direzione scientifica del Museo”.
Se pensate che oltre 22 cocuzze (1 cocuzza = 1000 euro) siano una cifra esagerata per un incarico quale la conduzione di uno studio di fattibilità, vi tranquillizzo subito.
L'“operatore economico con maturata esperienza nell'ambito della valorizzazione delle collezioni museali del territorio” che sarà prescelto allo scopo avrà infatti l'onore e l'onere di essere, sempre fino a marzo 2020, anche il titolare della “direzione artistica delle attività museali”, dando così “continuità alla programmazione culturale delineata dal direttore del Museo (...) il 24.05.2019”.
Dunque un direttore dei Musei Civici ad interim - che potrebbe essere, se selezionata, anche la stessa Casarin - che nel giro di sei mesi dovrà valutare la fattibilità del cambio della guardia nell'ottica della “direzione di rete”.
Gli scenari che si potranno aprire, a questo punto, sono due. Numero uno: la procedura sarà ritenuta “fattibile” e quindi i Musei Civici di Bassano entreranno in un sorta di gestione collettiva del loro patrimonio assieme ad altre istituzioni museali. Numero due: l'ipotesi risulterà “non fattibile” e l'intera questione dovrà ripartire da zero.
Ma la volontà politica espressa dall'amministrazione, alla quale il “consulente” difficilmente potrà opporsi, è quella della “messa in rete” della direzione del Museo alla luce anche della “Legge per la Cultura” della Regione Veneto che “promuove la cooperazione degli istituti della cultura per la valorizzazione del territorio, per la riqualificazione dell'offerta dei servizi e delle attività culturali e per la promozione del patrimonio culturale”.
Da quella sorridente foto del cin-cin tra Elena Pavan e Chiara Casarin, per quello che sembrava l'annuncio del nuovo e infrangibile patto d'acciaio della politica culturale cittadina, sono passati solamente due mesi. Ma diversamente dal King Kong Rhino di Palazzo Sturm, evidentemente non era acciaio inossidabile.
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