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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Il corno dell'abbondanza

La mostra di Albrecht Dürer supera quota 10.000 visitatori. Il sindaco Pavan: “Per una mostra realizzata interamente con le nostre forze è un grande risultato”. Ma si dimentica che la mostra è stata fatta dall'Amministrazione precedente

Pubblicato il 04-09-2019
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Brassaï. L’occhio di Parigi

La notizia, diffusa alle redazioni dall'Amministrazione comunale di Bassano alcuni giorni fa, è di quelle positive. La mostra “Albrecht Dürer. La collezione Remondini”, allestita a Palazzo Sturm, ha superato quota 10.000 visitatori. Con questi chiari di luna in campo culturale in città, è un bel numero davvero. Certamente degno della rilevanza europea e anzi mondiale del maestro di Norimberga, il cui tesoro grafico (214 incisioni, di cui 123 xilografie e 91 calcografie), appartenente alla collezione remondiniana e conservato nelle raccolte museali bassanesi, viene svelato per la prima volta al pubblico in forma integrale. La classica occasione da non perdere: e così, a quanto pare, è stato.
Il biglietto di ingresso numero 10.000 è stato staccato dopo quattro mesi di apertura al pubblico della mostra, inaugurata lo scorso 30 aprile e in programma fino al 30 settembre.
“In molti - informa il comunicato stampa del Comune - hanno optato per la formula del biglietto cumulativo con il Museo Civico, occasione di rilancio per le collezioni permanenti.”

Foto Alessandro Tich

Insomma: quasi in onore al Rinoceronte di Dürer e al suo cugino in acciaio inossidabile specchiato King Kong Rhino del taiwanese Li-Jen Shih, che introduce la mostra sul Belvedere dello Sturm, l'evento espositivo rappresenta in questo momento per la cultura bassanese un autentico corno dell'abbondanza.
Lo si capisce dalle dichiarazioni del sindaco, nonché assessore alla Cultura di Bassano del Grappa Elena Pavan, inserite nel comunicato che rende nota la lieta novella.
Dichiarazioni che, personalmente, mi hanno molto colpito. E capirete subito il perché.
“Superare i diecimila visitatori per una mostra realizzata interamente con le nostre forze è un grande risultato”, afferma nella nota Elena Pavan. La quale continua: “Nessuna opera richiesta in prestito, un importante lavoro di squadra, un restauro che ha restituito alla città uno dei suoi gioielli architettonici e un'attenta ricerca alle nuove modalità espositive che caratterizza la direzione dei musei data da Chiara Casarin, sono gli ingredienti che abbiamo visto essere vincenti.”
“La programmazione culturale e artistica della nostra città - conclude il sindaco-assessore - può essere il lievito di una cultura che si diffonde e fa rete, che connette realtà del territorio con ambienti nazionali e internazionali di grande valore. Una proiezione che parte dall’antichità e si rivolge al futuro con una forte attenzione alla potenzialità turistica della nostra città, può certamente contare sulla cultura come polo magnetico d’impatto a lungo termine.”

Così parlò, quindi, il primo cittadino. La cosa interessante è tuttavia capire che cosa intenda dire il sindaco Pavan quando parla di “una mostra realizzata interamente con le nostre forze”. Perché tutto si potrà dire della mostra di Dürer a Palazzo Sturm, ma non che si tratti di un progetto voluto, organizzato, realizzato e men che meno inaugurato dall'attuale e ancora giovanissima nuova Amministrazione bassanese.
Dal punto di vista scientifico e operativo, l'evento si è certamente concretizzato per merito del direttore dei Musei Civici e curatore della mostra Casarin, e quindi col contributo totale delle “forze” interne, ma non avrebbe mai potuto vedere la luce senza l'avallo politico della componente amministrativa. Che è stata, nella fattispecie, l'Amministrazione del sindaco Poletto e del suo per molti versi irripetibile assessore alla Cultura Giovanni Cunico.
Anzi: la mostra di Dürer nella collezione dei Remondini, il cui progetto è stato pubblicamente anticipato ancora alla cerimonia di San Bassiano 2018, è stata il grande atto finale dell'asse Cunico-Casarin che per tre anni, da luglio 2016 fino al 26 maggio 2019, ha contraddistinto vita, morte e miracoli delle principali iniziative culturali in città.
Per non parlare del restauro di Palazzo Sturm, che il sindaco Pavan annovera tra “gli ingredienti vincenti” dell'esposizione düreriana: una delle poche opere pubbliche di rilievo, cantierate e soprattutto completate, comprese nel bilancio di mandato del già assessore ai Lavori Pubblici Roberto Campagnolo.
L'attuale sindaco elenca dunque i meriti di una mostra fortunatamente ben riuscita, in una sede ben restaurata, che l'attuale Amministrazione si è semplicemente trovata tra le mani. Confermando che la sua gestione in fase di rodaggio del referato alla Cultura, come la superficie specchiata di King Kong Rhino, brilla ancora di luce riflessa.
Una partenza ad handicap che il sindaco-assessore è sicuramente intenzionato a colmare, avendo dichiarato in questi giorni sulla stampa (Corriere del Veneto) che ha in mente “di portare a Bassano una grande mostra, capace di attirare importanti flussi di visitatori”. Cioè “un evento di qualità, che si richiami al nostro territorio e ne esprima gli ideali, non troppo di nicchia, ma nemmeno scontato”. Un progetto del quale il sindaco riferisce di avere già parlato “con la direttrice del museo Chiara Casarin” allo scopo di “cercare i partner e individuare le proposte”.
È il primo vagito del nuovo asse Pavan-Casarin, che sembra avere le caratteristiche di un patto d'acciaio. Inossidabile, naturalmente.

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