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A las Finco de la tarde

“Lega traino del centrodestra. Subito un tavolo per governare Bassano”. Gli interrogativi sul diktat agli alleati politici del capogruppo leghista in Regione e del segretario cittadino Gerin dopo il voto del 4 marzo

Pubblicato il 10-03-2018
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A las Finco de la tarde. Dopo il voto delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo il capogruppo in consiglio regionale della Lega Nord (in Regione si chiama ancora così) entra nell'arena e come per il torero della celebre poesia di García Lorca, destinato a una triste fine alle cinque della sera, annuncia il mesto trapasso delle aspirazioni dell'Amministrazione Poletto a reggere il governo di Bassano del Grappa anche nella prossima legislatura comunale. Proclamando inoltre a suo modo di vedere anche la fine, altrettanto inesorabile, dell'egemonia delle altre forze del centrodestra locale nel reggere il timone della formazione della squadra per le elezioni del sindaco e del consiglio comunale. Con un comunicato stampa trasmesso in redazione e intitolato “Lega traino del centrodestra. Subito un tavolo per governare Bassano”, Nicola Finco e il segretario leghista bassanese Roberto Gerin fanno infatti chiaramente intendere di voler dettare i tempi per le amministrative 2019. Un messaggio e contemporaneamente un monito diretto agli avversari, ma anche e soprattutto alle altre liste e partiti cittadini della coalizione alleata.
“È evidente - dichiarano Finco e Gerin - che gli equilibri dopo le elezioni sono cambiati radicalmente e a Bassano vale lo stesso ragionamento fatto per Vicenza: il centrodestra deve vincere, e la Lega ha dimostrato alle elezioni politiche del 4 marzo scorso di rappresentare una larga maggioranza. Visto il grande risultato del bassanese è nostro dovere assumere la guida della coalizione per i prossimi impegni elettorali, in particolar modo in vista dell’elezione del sindaco di Bassano del Grappa nel 2019.”
“Con Forza Italia e Fratelli d’Italia - rincarano la dose i due esponenti leghisti - l’alleanza resta salda e leale ma non possiamo più nasconderci dietro a un dito: dovrà essere la Lega a guidare le danze per le comunali del 2019.”

Il capogruppo della Lega in consiglio regionale Nicola Finco (fonte immagine: consiglioveneto.it)

“Le elezioni del 4 marzo - precisano - hanno dimostrato che la Lega è il primo partito nel bassanese, raccogliendo il 37% dei consensi e il 31% nel solo territorio comunale di Bassano. Nel 2019 i cittadini saranno chiamati a scegliere il nuovo sindaco. Dovranno decidere se rinnovare la fiducia alla giunta del sindaco Poletto, che ha fallito sotto tutti i punti di vista, oppure optare per un’alternativa valida. Questa alternativa è la Lega Nord, attenta alle vere esigenze dei cittadini, caratteristiche sconosciute alla sinistra, sempre più distaccata dal mondo reale.”
“Sappiamo purtroppo - è un altro passo dell'anatema finchiano - come è andata a finire nelle passate tornate amministrative, quando a Bassano sono stati scelti all’ultimo momento dei candidati espressione di Forza Italia i quali, a causa delle spaccature all’interno del centrodestra locale, non sono riusciti a raccogliere il consenso popolare, favorendo così la vittoria del centrosinistra.”
“È quanto mai fondamentale - concludono Nicola Finco e Roberto Gerin - aprire immediatamente un tavolo di confronto con tutti gli alleati, avviando fin da subito un laboratorio politico dove ascoltare le realtà civiche della città e i cittadini stessi. Un lavoro imprescindibile se vogliamo arrivare all’appuntamento elettorale preparati e con il candidato giusto. Le vittorie, come dimostrato dal nostro leader Matteo Salvini, si costruiscono con il tempo e con le idee giuste. Facciamoci trovare pronti.”
La presa di posizione dei due rappresentanti della Lega è certamente una caramella molto amara da far digerire ai referenti locali di Forza Italia e dintorni, compresa una molto conosciuta assessora regionale che nelle ultime due campagne elettorali cittadine ha fatto di tutto (coi risultati che abbiamo visto) per evidenziare il suo appoggio alla causa del centrodestra. Ma il loro potere contrattuale dopo l'esito delle urne del 4 marzo in città (Forza Italia ha fatto persino peggio del PD e la percentuale di Fratelli d'Italia è ampiamente inferiore alle dita di una mano) appare oggi del tutto inconsistente.
Tuttavia l'unico riscontro plausibile, al momento, è che il diktat della Lega bassanese agli alleati apre una serie di interessanti interrogativi. Perché in politica nel nostro Paese il fatto di cedere le posizioni, anche di fronte all'evidenza, non è mai una pratica scontata.
In che misura il resto del centrodestra, bene abituato ad avere l'ultima parola, potrà accettare l'esclusione dalla stanza dei bottoni? Quanto Forza Italia sarà disposta a riconoscere ai seguaci locali di Salvini il diritto a dettare le condizioni?
Un eventuale tavolo-laboratorio riuscirà a generare un obiettivo comune per le amministrative 2019 o potrà anche sfociare in un'ipotesi Lega che correrà da sola?
E se sarà la Lega a “condurre le danze” di un'eventuale coalizione, il “candidato giusto” da presentare agli elettori bassanesi chi potrà mai essere?
Domande che non troveranno una risposta immediata. La politica si associa ai tempi lunghi per definizione e si vota a Bassano tra più di un anno, quando gli echi delle elezioni del 4 marzo saranno ormai lontanissimi. E i giochi di forza all'interno del centrodestra bassanese non necessariamente risponderanno alle logiche che oggi appaiono indiscutibili. Tutto ancora può succedere, a las Finco de la tarde.

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