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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Il sindaco e l'ospedale

È giusto esprimere critiche motivate sui fatti della Cosa Pubblica. Ma sul documento di Poletto e degli altri sindaci in merito all'Ulss 7 è stata montata una polemica senza capo né coda

Pubblicato il 21-01-2018
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La mozzarella di bufala colpisce ancora. Quel subdolo ingrediente, accompagnato da condimenti diversi, che trasforma una news in una fake news.
L'oggetto del contendere, questa volta, è il documento del Comitato dei Sindaci del Distretto 1 (che comprende i Comuni del territorio della ex Ulss 3) dell'Ulss 7 Pedemontana sul processo di unificazione dell'Azienda Socio Sanitaria e le dichiarazioni rese alla conferenza stampa di presentazione del documento medesimo svoltasi in municipio a Bassano lunedì scorso 15 gennaio.
Chi vi scrive a quella conferenza stampa era presente e come sempre ha attentamente ascoltato e preso appunti. Pubblicando il resoconto di quanto esposto e dichiarato nell'occasione nell'articolo intitolato “Giochiamo in C.A.Sa.”, con riferimento al coordinamento delle associazioni di volontariato in ambito salute C.A.Sa., intervenuto all'incontro con i media assieme ai sindaci del Comitato presieduto dal sindaco di Bassano Riccardo Poletto. Non mi ripeterò dunque sulle cose che sono state dette in quella sede, limitandomi a sintetizzarne l'essenziale.

Il sindaco Riccardo Poletto durante il suo intervento alla cerimonia di San Bassiano (foto: Comune di Bassano del Grappa)

Il documento dei sindaci - a cui hanno aderito tutti i 28 consigli comunali dei Comuni del Distretto 1 e che sarà trasmesso alla Regione Veneto in vista dell'approvazione delle nuove schede ospedaliere e sanitarie regionali - parte dal presupposto che l'Ulss dell'area pedemontana era stata proposta dagli esecutivi delle precedenti Ulss 3 e 4 come alternativa ad un Ulss provinciale. Cosa che, nella riforma sanitaria della Regione, è stata fatta. Tuttavia, come scrive il testo, “erano e sono vive le esigenze di garantire che dal punto di vista dell'erogazione dei servizi nulla cambi rispetto ai livelli di qualità delle Ulss precedenti, se non nella direzione del continuo miglioramento”.
Con la necessità di “vigilare e operare affinché sia sempre rispettata la pari e reciproca dignità dei vari territori con i relativi poli ospedalieri”.
In sostanza si tratta di un documento che si appella al legislatore regionale - nel momento in cui saranno discusse le nuove schede di dotazione dei reparti, delle specialità, dei primariati e dei posti letto negli ospedali - affinché “siano difese, valorizzate e condivise le eccellenze che l'Ulss 3 ha sviluppato sia in campo sociale, sia in quello sanitario”. Chiedendo pertanto “che sia assicurato il mantenimento delle attuali specialità e dei reparti” negli ospedali di Bassano e di Asiago. Ma anche “la puntuale sostituzione dei primari che cessano dal servizio e di tutto il personale di professione sociale e sanitaria” e “lo sviluppo di ulteriori “attività specialistiche” tali da poter garantire all'Ulss 7 potere attrattivo pari a quello delle altre Ulss del Veneto”.
“Il documento - dichiarava in quella occasione il sindaco Poletto - è stato sottoposto ai 28 consigli comunali del nostro Distretto per dare forza al percorso di unificazione dell'Ulss 7 e presidiare il livello dei servizi che vengono erogati e che possono essere ulteriormente migliorati in questo territorio.”
Dunque un normale documento istituzionale con il quale i Comuni della ex Ulss 3 - in relazione al complesso matrimonio con l'ex Ulss 4 e l'ospedale di Santorso - esprimono una linea condivisa di tutela preventiva da eventuali depotenziamenti dei servizi sociosanitari attualmente erogati nei due ospedali e nelle strutture di medicina territoriale del Distretto 1.

Questo, dunque, è quanto. Anzi, no: perché c'è stato chi, tra gli organi di informazione presenti a quella conferenza stampa, ha riferito che Poletto e gli altri sindaci avrebbero presentato il documento sull'Ulss 7 “per chiedere il mantenimento di questa realtà territoriale”, dando spazio a una piccata controbattuta del governatore Luca Zaia (“L'Ulss 7 non si tocca”) e commentando che “l'Ulss della Pedemontana a rischio è una notizia falsa”.
Peccato che di “rischio chiusura” per l'Ulss unificata Poletto e gli altri sindaci non abbiano mai parlato e il documento stesso non ne faccia parola.
A rincarare la dose ci ha pensato il giorno dopo il bassanese Nicola Finco, capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale, con un comunicato stampa trasmesso alle redazioni e intitolato “Finco a Poletto: Ulss solida, invece di agitare spettri presenti proposte concrete”.
“L’Ulss della Pedemontana è solida e la Regione sta investendo sul suo futuro - dichiara Finco -. Stiamo parlando di investimenti importanti come il nuovo pronto soccorso, opera da due milioni e mezzo di euro, per non parlare poi delle medicine integrate di Chiuppano e Rossano Veneto, l’aumento dei posti letto negli ospedali di comunità di tutto il territorio e il nuovo ospedale di Asiago che è in fase di costruzione. Agitare spettri e credere a voci su una presunta chiusura significa essere in malafede.”
Ma di “presunta chiusura” dell'Ulss 7, lo ribadisco ulteriormente, Poletto in quella conferenza stampa non ha mai fatto cenno.
“Il sindaco Poletto - continua l'esponente leghista - urla “al lupo al lupo” per mascherare mesi di immobilismo e di mancate risposte sull'ospedale cittadino.”
“Da parte nostra, come rappresentati in Regione di questo territorio - conclude il capogruppo regionale della Lega -, ci sarà la massima attenzione sulle nuove schede ospedaliere. Ricordo però che sarà necessario fare delle scelte e spero vivamente che queste scelte vengano condivise e concertate con i sindaci del territorio. A Poletto dunque rivolgo un invito a una maggiore concretezza.”
Già: le “scelte”. Con le prossime schede ospedaliere, oltre all'ospedale di Asiago, bisognerà decidere che cosa dare (e mantenere) a Bassano e che cosa dare (e mantenere) a Santorso. Inutile girarci attorno, questo è il nocciolo della questione.
Alla conferenza stampa di fine anno dell'Azienda Ulss 7 il messaggio lanciato è stato chiaro: con le nuove schede del consiglio regionale sarà assai probabile che tra il San Bassiano e l'Ospedale Alto Vicentino vengano decisi “alcuni aggiustamenti”, in modo tale “da garantire l'eccellenza assistenziale in entrambi i presìdi, razionalizzando l'offerta e limitando i servizi duplicati”. E in quella occasione, proprio Nicola Finco affermava: “Nel 2018 approveremo le nuove schede del Piano Sanitario regionale e dovremo creare una vera sinergia del territorio. La volontà è quella di dare una specificità a questa Ulss e di chiedere al personale medico e ai sindaci di lasciare da parte i campanilismi tra il Bassanese e il Thienese per costruire un percorso in comune”.
E se per recarsi in uno specifico reparto ospedaliero bisognerà andare non più a Bassano ma a Santorso o viceversa, nessun problema. “Nel 2020 - dichiarava ancora Finco - sarà inaugurata la Superstrada Pedemontana. Per andare da Bassano a Thiene ci vorranno pochi minuti.”
La strada è tracciata, e non solo quella futura a pedaggio. E un documento formale dei sindaci che esprime la necessità di salvaguardare e se possibile migliorare la qualità dei servizi offerti nel Distretto 1 dalla locale Asl non è poi così campato in aria.

Sulla polemica scoppiata su dichiarazioni inesistenti, e amplificata dal capogruppo della Lega in Regione, va registrata anche la replica indirizzata a Finco dalla lista civica di maggioranza Bassano per Tutti. La quale - con un comunicato a firma dei suoi tre consiglieri comunali (Renzo Masolo, Teresa Santini e Alessandro Rossi) e di tutti i componenti della civica - nel ribadire “il pieno appoggio alle posizioni del sindaco Poletto” esprime anche alcune considerazioni in merito alla sanità bassanese.
“In questo periodo di riorganizzazione e in attesa delle nuove schede ospedaliere che determineranno il futuro del San Bassiano - afferma la nota -, sono molti i timori dei cittadini che, in mancanza di informazioni sicure, presagiscono un peggioramento dei servizi fin qui erogati. E di esempi ce ne sono già: nonostante alcune eccellenze, non tutto funziona all’ospedale San Bassiano.”
Si segnala “la situazione di incertezza che regna in alcuni reparti” che “non è certamente favorevole sia al permanere sia all'attrazione del personale sanitario particolarmente qualificato”. Caso emblematico, quello dell'Ortopedia di Bassano: ancora in attesa di un nuovo primario dopo il nuovo incarico del dott. Enrico Sartorello all'Ospedale di Padova, dei 10 ortopedici che aveva in servizio ne resteranno solamente 4.
Poi “la mancanza di un reparto di lungodegenza per il percorso riabilitativo dei pazienti in fase post-acuta prima della dimissione”. Ma anche “la carenza della formazione del personale, dovuta ai tagli di bilancio”.
Da qui la domanda alla direzione generale dell'Ulss 7 e alla Regione: “Quale sarà il suo impegno per garantire i servizi e la qualità che hanno contraddistinto la nostra Asl?”.
E c'è anche una preoccupazione economica.
“L'unione dell'Asl n. 3 e della n.4 - sottolinea Bassano per Tutti - ha messo sullo stesso piano due situazioni economiche assai diverse: i milioni di euro di utili della nostra Asl sono stati incamerati dalla Regione per appianare in parte il grosso deficit di Santorso. È logico che i bassanesi si chiedano quali servizi si sarebbero potuti attivare e conservare se gli utili fossero stati reinvestiti nella medicina del territorio e nel San Bassiano... Anche questa è una domanda legittima e che merita una risposta.”
“Per questo - aggiunge la nota - la lista civica Bassano per Tutti ringrazia il sindaco Riccardo Poletto e tutti i sindaci che rappresenta per il documento presentato alla Regione.” Concludendo con queste parole: “Facciamo un appello al consigliere regionale Nicola Finco che si aspetta più concretezza dal sindaco Poletto: stia meno sui Social Network, abbandoni la polemica politica ad ogni costo e si adoperi per una maggior collaborazione e ad una maggiore concretezza con il Comune di Bassano. Si impegni per dare maggiori mezzi alle Amministrazioni locali, tra le quali anche quella di Bassano, per poter essere più efficace per interventi locali in sinergia con l'Ulss 7 con l'obiettivo di tutelare la salute dei cittadini.”
Peace and Love.

Che dire, alla fine di tutto questo bailamme?
È giusto esprimere critiche motivate e circostanziate sui fatti della Cosa Pubblica e anche chi vi scrive non è mai stato tenero, in generale, nei confronti dell'attuale Amministrazione comunale bassanese. Ma sul documento sottoscritto da Poletto e dagli altri sindaci a riguardo dell'Ulss 7 è stata montata una polemica senza capo né coda.
Una diatriba che emana il profumo della campagna: quella elettorale.

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