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E' una “mula de Trieste”, ma è nata in India, a Bombay. Anzi: Mumbai, come oggi si chiama la grande metropoli indiana.
In Italia da più di vent'anni, più che una scrittrice si definisce una “narrastorie” sulla scia della tradizione del suo paese dove i racconti si tramandano da una persona all'altra. Scrive in italiano, e nel nostro paese ha già vinto diversi premi letterari.
Laila Wadia, alla libreria “La Bassanese”, è stata la protagonista della prima serata dell'edizione 2009 degli “Incontri Senza Confine”: l'originale rassegna sugli scrittori migranti promossa dall'associazione interculturale “Il quarto ponte” in collaborazione con il libraio Marco Bernardi.
Laila Wadia, ironica "narrastorie"
Un incontro a ruota libera sui piccoli e grandi temi legati all'immigrazione, all'integrazione e al confronto tra culture diverse che ha preso spunto da “Amiche per la pelle”: l'agile e brillante racconto in cui l'autrice - con buona dose di ironia - narra le vicende di quattro donne straniere ( un'indiana, una bosniaca, un'albanese e una cinese ) che abitano nello stesso palazzo e che si trovano a fronteggiare, con solidarietà tutta al femminile, speranze per il futuro e problemi quotidiani. Il tutto ambientato proprio a Trieste: da sempre città di confine e per questo difficile, multietnica e nazionalista allo stesso tempo, segnata dalle ferite della storia non ancora rimarginate.
“Io sono una nuova italiana e sono anche privilegiata - ha detto Laila Wadia - perché non sono giunta qui in Italia per necessità e non sono arrivata in gommone, ma su un aereo. Ma poi tutti gli stranieri partono da una stessa difficoltà di base. Io però sto bene nella difficoltà, perché mi stimola.”
Con il tempo ha imparato benissimo la nostra lingua: “L'emancipazione linguistica è molto importante. Adesso mi posso difendere, anche dalla burocrazia, perché ho gli strumenti linguistici.”
Tempi che cambiano. Vent'anni fa, appena arrivata a Trieste, la gente le chiedeva “conosci Sandokan?”. Oggi, quando gira il mondo, è invece apprezzata per le sue origini grazie ai film di Bollywood.
Sui recenti attacchi terroristici a Mumbai, puntualizza: “Dopo quegli attacchi ho visto una città coesa. A Mumbai vivono gli hindu e i musulmani, che hanno reagito al dramma dicendo :“Noi siamo tutti cittadini di Mumbai e non ci distruggerete.”
Ultima stilettata sulle polemiche divampate in queste ore circa i provvedimenti in materia di assistenza agli immigrati clandestini: “Nel mio paese le cose importanti si dicono a bassa voce.”
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