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Politica

Il richiamo del preside

Il preside del Brocchi Gianni Zen: “Perché non sono candidato sindaco del centrodestra a Bassano”. Gli interessanti retroscena di una candidatura a lui proposta e poi sfumata: “Si è preferito il solito rito della mera gestione del potere”

Pubblicato il 22-03-2014
Visto 5.439 volte

“Perché non sono candidato sindaco del centrodestra a Bassano”.
Si intitola così il comunicato stampa trasmesso oggi in redazione da Gianni Zen, preside del Liceo Ginnasio Brocchi di Bassano.
Un intervento che non è solo il riassunto dei retroscena che hanno visto sfumare una candidatura che - come scrive lui stesso - gli era stata proposta ancora circa un mese fa dai maggiorenti dell'ex PdL bassanese, con l'asserita prospettiva di “elezione scontata”.

Il preside del Liceo Brocchi ed ex deputato del PPI Gianni Zen (foto: archivio Bassanonet)

Il comunicato del dirigente scolastico - già parlamentare dal '94 al '96, nelle file del Partito Popolare Italiano - è anche e soprattuto un interessante documento sulle “logiche” e le “dinamiche” che sottendono le trattative finalizzate alla definizione dei progetti elettorali, nella fattispecie del centrodestra bassanese.
E che, come leggerete, non hanno permesso alla fine di accogliere le condizioni da lui poste per accettare la candidatura a primo cittadino, quale “centrista” chiamato a tale investitura dagli eredi del Popolo della Libertà.
Pubblichiamo quindi di seguito la nota stampa trasmessa a Bassanonet da Gianni Zen:

COMUNICATO

Oggi non domina la politica, cioè la ricerca non ideologica del bene comune. Domina solo il potere, cioè le aspirazioni individuali, infiniti conflitti di interesse. Personali o corporativi, a destra come a sinistra.
In questi mesi mi è capitato in tante occasioni di incontrare persone, delle varie parti politiche, che mi chiedevano un impegno personale.
Sapendo, credo, dello stile e delle modalità del mio approccio, fatto di correttezza e di competenza, alle realtà complesse, in nome del bene comune.
Sul versante del centrosinistra, ricordo tanti inviti per una mia candidatura alle primarie, vista la grave crisi del Pd (nessun assessore candidato alle primarie).
Ma la mia risposta è sempre stata coerente: non mi riconosco nel Pd, tant'è che ho anche rifiutato opportunità: nel 1996 di essere candidato dell'Ulivo in un collegio sicuro, e nel 2006 di diventare il braccio destro (come consigliere ministeriale) del ministro dell'istruzione Fioroni. Ho rifiutato perché convinto che la sinistra non ha ancora maturato una cultura politica riformista, ancora oggi invece per lo più statalista, assistenzialista e negatrice del merito e del valore delle persone come cuore della vita sociale ed istituzionale (“cittadino come arbitro”, come scrivevo sul Popolo negli anni '90).
 Quindici anni fa ho fatto quindi la scelta di tornare a scuola e di “servire”, spero con libertà e competenza, i giovani di oggi.
Anche sul versante del centrodestra ricordo i tanti inviti ricevuti.
Ma la cosa che mi ha sorpreso è stato ricevere una proposta dai maggiorenti dell'ex PdL. Non sono stato cioè io propormi.
 Un mese fa circa mi è stato chiesto di essere disponibile ad una candidatura a sindaco con loro. Dando per scontata la mia elezione. La cosa mi ha sorpreso, ovviamente.
Ci ho pensato alcuni giorni. Ma alla fine, in prima battuta, ho rifiutato. Con una motivazione di tipo anzitutto etico: essendo responsabile educativo di tanti ragazzi e ragazze trovavo e trovo impossibile essere affiancato alla figura di Berlusconi. Non un modello positivo per me.
Ma l'ex PdL è tornato di nuovo alla carica.
Allora ho provato a fare io una proposta nuova, per andare oltre il ventennio berlusconiano. Oltre anche la logica della demonizzazione. E proporre, invece, persone e contenuti nuovi. Per il bene di tutti. In nome di un “centro degasperiano”, riconducibile al PPE.
 Ed avanzavo una richiesta: che non ci fosse il simbolo di Forza Italia.
Perché a me interessa dare questo contributo: rifondare un “centro degasperiano”. Secondo una buona politica, moderata, aperta, non ideologica, non affarista. Oltre anche il centrodestra e gli evidenti limiti delle amministrazioni Bizzotto. Oltre anche le difficoltà della giunta Cimatti, per le lotte interne al Pd e per i continui attacchi di Giunta.
 Dopo alcuni giorni, sono stato dunque invitato ad un nuovo incontro con i maggiorenti del centrodestra.
Vista la recente confluenza del Pd nel PSE, pensavo, potevamo noi a Bassano sperimentare la nascita del PPE italiano. Con un gruppo unico in consiglio comunale. Senza Lega, ovviamente. Perché non conta vincere le elezioni, mi sono permesso di dire a loro. Conta garantire una governabilità equilibrata, coraggiosa, riformista, non affarista. 
Ma questa idea alla fine non è stata accolta. Perché non è stata accolta? Perché, secondo me, si è preferito il solito rito della mera gestione del potere. Il nostro è il tempo della morte della politica.
Sono, alla fine, stato “usato” dal centrodestra per la lotta interna all'ex Pdl? L'ho pensato, era uno dei miei timori. Ma, di fronte ad una opportunità, cerco sempre di proporre un “pensiero positivo”. Capace di andare oltre il piccolo cabotaggio. Invece si è preferito altro. Ad ognuno il suo.
Questo è il percorso che, come fiume carsico, ho seguito. Spero con coerenza.


Gianni Zen

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