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Quorum zero e più democrazia
E' in corso la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per l'abolizione del quorum e il potenziamento degli strumenti di democrazia diretta. L'iniziativa presentata questa sera all'incontro del Movimento 5 Stelle a Rossano
Pubblicato il 31-05-2012
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Si chiama “Quorum zero e più democrazia” ed è una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare - depositata in Cassazione a Roma da 17 cittadini promotori, slegati dai partiti, e supportata da una cinquantina di Gruppi Sostenitori sul territorio nazionale - per l'eliminazione del quorum nelle consultazioni dove tale istituto è previsto (secondo il principio “chi vota decide”) e per migliorare gli strumenti di democrazia diretta.
Come stabilito dall'articolo 71 della Costituzione, una proposta di legge di iniziativa popolare necessita di almeno 50mila firme da parte degli elettori per poter essere trasferita in parlamento e lì discussa.
La raccolta delle firme dovrà essere completata entro il prossimo 18 luglio, secondo modalità riportate in dettaglio del sito internet dell'iniziativa www.quorumzeropiudemocrazia.it.
“Quorum zero e più democrazia” è uno degli argomenti all'ordine del giorno dell'incontro di presentazione, in agenda questa sera a Villa Aldina a Rossano Veneto, del gruppo Movimento 5 Stelle Rossano.
Nel Bassanese, infatti, il Movimento 5 Stelle sta aiutando nella raccolta delle firme.
L'iniziativa sarà spiegata al pubblico rossanese dall'attivista e blogger bassanese Sara Spolaore, che spiega in sintesi la proposta di legge e anticipa gli argomenti del suo intervento in un articolo postato nel suo blog spolaore.it, che riportiamo integralmente di seguito:
MOVIMENTO 5 STELLE PROMUOVE QUORUM ZERO
In occasione della presentazione del movimento 5 stelle a Rossano Veneto il 31 maggio 2012 a Villa Aldina parlerò di “Quorum zero e più democrazia”.
Ecco una breve sintesi della proposta e del suo significato:
Da qualche mese in Italia centinaia di città dall’Alto Adige alla Sicilia stanno raccogliendo firme per una proposta di legge di iniziativa popolare presentata a febbraio alla Corte di Cassazione dal comitato “Quorum zero e più democrazia” composto da varie persone appassionate ai temi della democrazia deliberativa.
Michele Ainis su “L’Espresso” del 22 marzo 2012 nell’articolo intitolato “Gli elettori scoprono la democrazia diretta” l’ha definita come la proposta più dirompente fra le numerose presentate.
Essa chiede il rafforzamento degli strumenti di democrazia diretta come l’azzeramento del quorum in tutti i referendum, l’introduzione dei referendum propositivi, la revoca degli eletti (ad es. per corruzione o cattiva amministrazione), l’indennità dei parlamentari stabilita dai cittadini al momento del voto, ed altro ancora (il progetto è consultabile su www.quorumzeropiudemocrazia.it).
Si tratta di una vera e propria “rivoluzione” dal basso che sta avvenendo sotto il silenzio quasi totale della stampa e dei tradizionali mezzi di comunicazione, che dedicano poche ed invisibili righe all’argomento.
Eppure di rivoluzione si tratta perché quello che i cittadini stanno diffondendo e chiedendo è un modello di democrazia, un sistema di regole, un modo di pensare la politica nuovo, a 360 gradi, in grado di scardinare poteri forti e privilegi, in grado di restituire dignità, valore ed immaginazione ai singoli individui.
Negli ultimi tempi sono state presentate un “diluvio” di proposte da parte dei cittadini ed Ainis legge in questo “una voglia di partecipare, una nuova passione per le sorti della polis”, sostenendo che “vi si riversa una speranza, un’energia politica tutta in positivo” e termina il suo articolo dicendo che “o il parlamento italiano si rassegna a dividere con i cittadini i suoi poteri, o gli italiani divorzieranno dalle assemblee parlamentari”.
Sull’esempio di altri paesi d’Europa, come la Svizzera, ma anche del resto del mondo, vedi gli USA, si chiede alle amministrazioni e al governo di condividere apertamente ed in modo trasparente parte del loro potere con tutte quelle persone che hanno voglia di dare un contributo al paese, “politici non di professione” ma portatori di istanze,professionalità e competenze.
Oggi accade proprio il contrario: i giovani con talento sono costretti ad emigrare all’estero per trovare un lavoro soddisfacente mentre la cronaca ci riporta ogni giorno casi di persone disperate che sentendosi impotenti (senza potere) scelgono di risolvere i loro problemi uscendo definitivamente dalla scena.
Ora gli italiani possono firmare a favore di una proposta che forse non verrà nemmeno discussa dal parlamento (accade di frequente), ma domani potrebbero firmare per una proposta che, nel caso non venisse discussa, andrebbe direttamente al voto popolare, e senza quorum.
Qualsiasi politico, sapendo a cosa andrebbe incontro ignorando quanto gli viene richiesto dai cittadini, accoglierebbe direttamente le istanze o quantomeno sarebbe costretto a rifletterci e a formulare una controproposta.
In questo modo, rendendo continuamente conto al proprio elettorato di quanto si sta facendo, gli eletti tornerebbero a fare un servizio alla collettività e i cittadini, partecipando direttamente alla vita politica, si renderebbero conto di quanto sia difficile amministrare.
Sara Spolaore
(articolo tratto da spolaore.it)
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