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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Acqua salata

Gli albergatori bassanesi protestano per le “insostenibili tariffe” del consumo idrico a carico delle strutture alberghiere. E dicono basta ai vantaggi tariffari per i Bed & Breakfast. “Ci tutelino e ci aiutino almeno gli amministratori locali"

Pubblicato il 22-12-2011
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E' una delle voci più gravose dei bilanci di spesa della categoria. La voce in questione è quella dell'acqua, ovvero del consumo idrico e la categoria è quella degli Albergatori facenti capo alla Confcommercio di Bassano del Grappa.
Il presidente di categoria, Renzo Stefani, ed il suo vice, Roberto Astuni, hanno quindi preso di petto il problema intervenendo su quella che definiscono “l'insostenibile articolazione tariffaria pagata dalle strutture ricettive per la gestione del servizio idrico integrato”.
A tal proposito hanno recentemente inviato una richiesta al Presidente dell’ATO Brenta ma soprattutto ai due consiglieri di rappresentanza del nostro territorio nell'ente Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale: i sindaci di Romano d'Ezzelino e di Cartigliano, Rossella Olivo e Germano Rachella.

Gli albergatori bassanesi: "Paghiamo l'acqua al metro cubo a un prezzo del 28% più caro rispetto alla tariffa pagata dagli albergatori dell'Altopiano di Asiago"

“Non è più sostenibile per le nostre aziende un costo di oltre 10.000 Euro l’anno per il consumo di acqua potabile che incide in maniera drastica nei nostri costi di gestione” - esordisce Renzo Stefani, che poi rincara la dose evidenziando la grande disparità di trattamento tariffario tra l’utenza domestica e quanto pagato dalle strutture alberghiere (+ 103% per i primi 120 mc d’acqua).
Non è da meno Roberto Astuni che invece sottolinea la differente tariffa pagata dagli albergatori dell’Altopiano di Asiago, che pur rientrano nello stesso territorio gestito da ATO Brenta: nel Bassanese le strutture ricettive sopportano un prezzo a metro cubo del 28% più caro.
“Le attività economiche devono essere aiutate sopra ogni logica - prosegue Astuni - in questo particolare momento, soprattutto per tentare di rilanciare l’economia ed evitare ulteriori perdite di posti di lavoro. Gli Amministratori locali, nostri primi referenti, non possono rimanere sordi di fronte a questo nostro ennesimo grido di aiuto”.
Quello che chiede la categoria è di poter essere equiparati (almeno per quelle realtà strutturate con molte camere) alla tariffazione dei “Grandi Utenti”, molto più agevole e sostenibile, visto che, fatture alla mano, poche altre attività registrano “grandi consumi” come quelle in questione.
Il minor gettito - precisano nella lettera i rappresentanti degli albergatori - potrebbe inoltre essere recuperato spostando le tantissime altre strutture ricettive extra-alberghiere presenti nel territorio, dalla classificazione “Uso domestico - Residenti” a quella “Produttiva”.
In particolare si fa riferimento ai Bed & Breakfast che oggi pagano la più vantaggiosa tariffa riservata ai residenti e che peraltro non rientrano nell’applicazione di alcun regime contabile.
“A tal proposito - continua il suo intervento Renzo Stefani - ci aspettiamo anche un efficace supporto da tutti gli uffici competenti visto che siamo costretti a subire, da parte alcuni B&B, una sorta di concorrenza sleale considerando che talvolta non vengono nemmeno rispettati i requisiti previsti per legge, come l’obbligo di residenza, il numero massimo di tre camere o la colazione solo pre-confezionata”.
“Se è giusto come è giusto che il mercato sia libero ed accessibile a tutti - conclude Stefani - almeno chiediamo regole uguali per tutti, altrimenti il gioco non sta più in piedi e rischia di implodere.”

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