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Da Barcellona lettera al direttore dell'“expat” bassanese Francesco Celotto, reduce dalle vacanze di Natale trascorse a Bassano. “Sembra un luogo fermo a 20 anni fa dove si fatica a scorgere il nuovo”

Pubblicato il 07-01-2020
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Elena Pavan

A Barcellona non ci sono solo le Ramblas, la Sagrada Familia e il funambolico Leo Messi. Tra i suoi oltre un milione e 600mila abitanti - che superano i 3 milioni nell'area metropolitana - c'è anche Francesco Celotto, bassanese con un passato nella politica (anni fa fu uno degli esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle locale, quando a Bassano il M5S ancora esisteva), che dopo una transitoria esperienza in Cile si è trasferito con la famiglia nella stupenda metropoli catalana. Da qui, l'“expat” (espatriato) di casa nostra ha preso un biglietto di andata e ritorno per trascorrere le vacanze di Natale a Bassano del Grappa. Terminate le quali, e rientrato nella città del Barça, mi ha trasmesso una lettera al direttore - con le impressioni raccolte nell'occasione e alcune conseguenti valutazioni sulla situazione politico-amministrativa della nostra città - che pubblico di seguito:

LETTERA AL DIRETTORE

Foto: Alessandro Tich


BASSANO MON AMOUR!

Egregio direttore,

ogni volta che, da expat, torno a Bassano mi invadono contrastanti sentimenti.
Da una parte la tranquillità del luogo, l'ordine, la bellezza del paesaggio e delle montagne circostanti, la sensazione di sicurezza. Dall'altra l'impressione di un luogo fermo nel tempo, che non cresce, di una città dal potenziale inespresso e che però continua inesorabilmente ad arretrare, prova ne sono il crescente numero di negozi chiusi del centro, i tanti, troppi palazzi disabitati. Sembra un luogo fermo a 20 anni fa dove si fatica a scorgere il nuovo.
Una cittadina adagiata sul suo fiume, il suo Ponte (mezzo incerottato invero), i suoi musei, le sue piazze, ma che non dà segni di riscatto. E la cosa mi viene puntualmente confermata dalle persone con cui mi confronto ogni volta che torno a Bassano. La ottava città del Veneto non ha un piano di sviluppo, non si innova anzi regredisce a vista d'occhio.
E che dire della nuova amministrazione leghista che ha promesso mari e monti e ad oggi ha partorito il nulla o quasi almeno a sentire la gente.
Una amministrazione che non ha un assessore della Cultura a tempo pieno (l'interim è esercitato dal sindaco sigh!) non è una città seria. Bassano con il suo Museo, il suo Ponte, la sua storia merita almeno un assessore a tempo pieno e di provate capacità. La capitale culturale della Pedemontana non ha un assessore degno di questo nome che programmi e disegni un piano di attività per i prossimi anni e non ha ad oggi, mi pare, un nuovo responsabile di Operaestate.
Come mai il sindaco Pavan non ha ritenuto doveroso nominare l'assessore alla Cultura? Come mai non ha ancora risolto il rebus del nuovo direttore del Museo Civico?
A parte il discorso cultura mi pare che anche su altri fronti la nuova amministrazione sia in ritardo, assente e anche carente di visione e di capacità di programmazione.
Che dire del teatro Astra? Lo comprano non lo comprano? Ne costruiscono uno nuovo?
Insomma la amministrazione Pavan aveva promesso un cambiamento che nei fatti non si vede e per dirla tutta con gli occhi dell'expat, che in passato pure ha fatto politica, posso dire francamente che rimpiango Poletto e la sua amministrazione. Il che è tutto dire perché la passata giunta di errori ne ha commessi e non pochi. Ma almeno provava a fare qualcosa e aveva lanciato alcune iniziative anche interessanti.
Allargando la visione, che dire in generale della politica bassanese che vanta mi pare 3, dico 3 rappresentanti del nostro territorio seduti comodamente sul loro scranno parlamentare a Roma? Che risultano non pervenuti, che hanno fatto poco o nulla, che sono 3 peones che contano come il 2 di picche.
Hanno forse alzato la voce in questi mesi per dire la loro sull'affaire Superstrada Pedemontana Veneta, una porcata che verrà pagata salatissima dai veneti? Mi pare di no.
E anche sul resto la loro voce è fioca o non si è mai sentita. E ancora a memoria che dire del famoso progetto Territori del Brenta? Che fine ha fatto? Tanto fumo e poco arrosto come al solito? Per non parlare del rilancio del centro storico che sembra qualcosa di sempre più futuristico e impalpabile. Di concreto vedo solo il sorgere dell'ennesimo centro commerciale a sud della città. Se ne vedeva la necessità .....il quarto in una cittadina di 43.000 abitanti!
Ecco, in generale ogni volta che torno a Bassano mi pare che tutto stia smobilitando e ammuffendo, specchio fedele di un Paese che da tanto, da troppo non crede più in se stesso, avvitato in una crisi profondissima di cui non si vede la salita, la cui classe politica dirigente è spessissimo inversamente proporzionale alle capacità. Manca totalmente una visione di futuro, la cultura politica e di amministrazione. Come ebbi modo di dire, un Paese che premia furbetti e leccaculo non ha alcun futuro.

Francesco Celotto
Libero pensatore

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