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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

A tutti i costi

Seconda consulenza (60.000 euro Iva compresa) affidata dal Comune di Bassano per lo studio di fattibilità sul Polo Urbano per l'Innovazione, nuova edizione del Polo Museale Santa Chiara. E l'accordo col MuSe che fine ha fatto?

Pubblicato il 07-01-2021
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“Il Museo Civico, Palazzo Sturm e la collezione Roi, Palazzo Bonaguro, il futuro Polo Museale Santa Chiara e i Giardini Parolini saranno riorganizzati nella prospettiva di renderli parte di un unico e coinvolgente percorso turistico-culturale, in cui genius loci, cultura classica e contemporanea saranno fusi in maniera avvincente valorizzando la natura di “museo a cielo aperto” di Bassano.”
Il testo citato qui sopra è stato ripreso tale e quale (e cioè copia-incollato) dal documento delle Linee Programmatiche dell'amministrazione Pavan. Il fatto di “ripensare” l'organizzazione del futuro Polo Museale Santa Chiara e dei Giardini Parolini era quindi già contenuto in embrione nei propositi programmatici del quinquennio amministrativo.
Nel documento non si fa ancora menzione a un “ripensamento” della funzione della Scuola Mazzini e il tutto è ovviamente precedente al clamoroso passo indietro di Fondazione Cariverona che, ritirando il contributo residuo di 5,6 milioni di euro per la realizzazione del primo stralcio del Polo Museale, ha di fatto azzerato gli originari propositi per il futuro dell'attuale “cratere” nell'area dell'ex convento di Santa Chiara.

Foto Alessandro Tich


Attualmente, come ben sapete se siete nostri lettori, l'amministrazione Pavan sta perseguendo l'ipotesi di creare un'“area museale diffusa” che comprenda l'ex convento di Santa Chiara, la Scuola Mazzini e i Giardini Parolini. Il tutto in funzione di una “rilettura dell’intervento progettuale del Polo Museale Santa Chiara”.
L'aspetto che colpisce è che un'idea politica di fondo su come affrontare l'impasse conseguente alla revoca dei schei per concludere il cantiere del Polo sembra esserci.
Solo l'idea di fondo, però. E neanche più di tanto delineata. Perchè per tradurla in progetto concreto il governo cittadino sta andando avanti a colpi di costose consulenze esterne, conferite sempre per affidamento diretto. Cioè a dire: facciamoci spiegare dagli esperti incaricati che cosa si può fare e come si può farlo, e poi eventualmente lo faremo.
In quanto a studi propedeutici di fattibilità - dall'ipotesi poi abortita di inserire il Museo Civico in una rete territoriale di musei e passando per la riorganizzazione della Polizia Locale -, questa amministrazione non la batte nessuno. Risale allo scorso novembre l'affidamento conferito alla società Mesa Srl di Marghera (per oltre 42.000 euro Iva compresa), incaricata del servizio di “supporto strategico del progetto preliminare di valorizzazione e riuso del patrimonio immobiliare all'interno del contesto urbano riferito all'ex convento di Santa Chiara, in ipotesi e/o parzialmente alla scuola Mazzini, al Giardino Parolini e del concept museologico del futuro Museo dell'Innovazione”.
Quello che Mesa Srl deve cioè indicare all'amministrazione è come riutilizzare il patrimonio comunale citato, Scuola Mazzini compresa, per dare vita a quello che viene chiamato il “futuro Museo dell'Innovazione”. Una formula, quest'ultima, sbucata all'improvviso dal momento che di un “Museo dell'Innovazione” a Bassano non si era mai parlato prima.

La calza della Befana ha portato adesso una seconda consulenza per il medesimo scopo, anche se la denominazione “Museo dell'Innovazione” diventa “Polo Urbano per l'Innovazione”. Il beneficiario del nuovo affidamento del Comune è Grisdainese Srl, società di architettura con sede a Venezia, incaricata dal Comune di Bassano della “progettazione per l'espletamento dei servizi di architettura e ingegneria relativi allo studio di fattibilità dell’opera Polo Urbano per l’innovazione”. Il tutto per la modica spesa a carico delle casse comunali di 60.396,90 euro (47.601,59 euro netti, più oneri previdenziali e Iva).
In poche parole, Mesa Srl deve occuparsi degli aspetti “museologici” del futuro “Polo Urbano” mentre Grisdainese Srl, interfacciandosi con il primo consulente, deve individuare le relative soluzioni architettoniche. Il tutto tenendo conto che, come da determina dirigenziale di incarico, “l'amministrazione ritiene opportuno procedere con la redazione dello studio di fattibilità e la relativa presentazione di ipotesi per lo sviluppo del Polo Urbano per l'Innovazione, intervento che può essere quantificato con un importo di lavori a base d'asta di 10.000.000 di euro”. Dieci milioni, lo scrivo anche in lettere.

In tutto questo bailamme di studi propedeutici, da realizzare a tutti i costi, c'è tuttavia qualcosa che sta sfuggendo. E si tratta di quella che doveva essere la strategica alleanza, in prospettiva Polo Museale, tra il Comune di Bassano e il MuSe (Museo delle Scienze) di Trento, nella figura del suo direttore Michele Lanzinger. Un modo intelligente per agganciare i destini dell'originario Polo Santa Chiara al museo trentino dei record.
Un accordo di partenariato tra l'amministrazione comunale di Bassano del Grappa e il MuSe “per la messa a sistema delle rispettive risorse culturali e territoriali” era stato siglato sotto l'amministrazione Poletto. La cosa fa quindi parte, agli occhi della giunta Pavan, del vituperato passato della precedente amministrazione.
Tuttavia, ancora nella famosa conferenza stampa dello scorso maggio di annuncio del ritiro del contributo di Fondazione Cariverona, il nome del direttore Lanzinger nell'ambito della questione Polo era riemerso, benché l'emergenza Covid avesse “interrotto i contatti”. Adesso questi “contatti”, alla luce dei nuovi sviluppi in cui del MuSe non si fa più parola, sembrano interrotti definitivamente. Una situazione di stallo a cui si aggiunge il fatto che - a leggere le recenti cronache dei giornali trentini - la poltrona di Lanzinger alla direzione del Museo delle Scienze starebbe traballando per alcuni contrasti con il presidente del MuSe Stefano Zecchi, che non ha approvato il bilancio di previsione 2020-2022 del MuSe stesso. Per la serie: tutto il mondo è paese, anche se a statuto speciale.

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