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Un incontro con Elisa Faccio, l’autrice bassanese di Bolle d’infanzia, dal suo libro d’esordio è stata realizzata una rappresentazione teatrale a cura di Theama Teatro
Pubblicato il 12-08-2011
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Il libro d’esordio della bassanese Elisa Faccio, la pubblicazione è intitolata Bolle d’infanzia ed è edita dall’Eab, è diventata di recente testo di una produzione teatrale. L’anteprima dello spettacolo tratto dal suo libro e realizzato a cura di Theama Teatro è stata inserita a giugno all’interno del Festival “Sguardi 2011 - Festa vetrina del teatro contemporaneo veneto” nella sezione “Colpo d’occhio”, la rappresentazione debutterà in novembre in versione integrale al teatro Bixio di Vicenza. Elisa, la protagonista, è interpretata dall’attrice Anna Zago diretta dal regista Piergiorgio Piccoli, la donna-bambina è voce narrante dei ricordi che affiorano da un tempo mai perduto che è quello dell’infanzia dell’autrice. Una bella soddisfazione per l’Elisa che scrive e che su invito di Bassanonet racconta e si racconta. Non sono mai disgiunte queste due dimensioni nelle sue parole, il parlare del libro e il parlare di sé, e non può essere altrimenti: le memorie a cui ha dato forma sono le sue, la scrittura le ha veicolate in un testo, ha dato una veste organica al flusso dei ricordi pur mantenendo intatto il loro apparire autonomo, alcuni color arcobaleno e altri grigi, certi ricchi di luce e di colore, che sanno di risate, e altri resi pesanti dall’acqua di lacrime della vita, tutti soffiati in aria ben visibili anche agli altri, bolle in cui ci si può rispecchiare. L’urgenza che l’ha spinta a mettere per iscritto queste memorie è molto bella: “ho sempre scritto molto, è un’occupazione che mi piace, come disegnare, come suonare; le parole, i racconti sono usciti in fretta, senza bisogno di progettazione, sono il frutto della gratitudine verso i miei cari e del desiderio di ringraziare quella bambina che so ritrovare in me”. Nel corso della conversazione l’autrice cita Sigmund Freud “il bambino è il padre dell’uomo” (das Kind is der Vater des Mannes) e parla con rammarico dell’oblio del bambino che è in noi nell’età adulta “è importante conservare lo stupore, la curiosità, l’incanto originari verso le cose, la natura, le persone, una capacità di sguardo che abbiamo da piccoli e che resta sempre presente, è una risorsa preziosa anche da grandi”. Le bolle sono effimere, il vuoto che sta loro intorno è la realtà, l’aria che respiriamo.
Il libro di Elisa Faccio è stato presentato in anteprima al Cenacolo degli scrittori di Chiara Ferronato, il salotto letterario bassanese che l’autrice frequenta con il padre Antonio, il noto poeta, e poi di recente al Caffè dei Libri e alla libreria Galla di Vicenza. Bolle d’infanzia ha ricevuto delle recensioni felici ed è stato utilizzato da alcune scuole primarie come testo-sfondo per progetti didattici di invito alla lettura. Nel mondo editoriale c’è un mare di carta di libri “per” bambini, la trasposizione teatrale di Bolle ha colto e mette in luce invece la peculiarità del libro di Elisa Faccio, l’offerta di una narrazione del piccolo mondo dell’infanzia che invita al recupero di occhi e voce “da” bambini.

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